Tale peggioramento è da ascrivere in gran parte a motivi non strettamente economici ma amministrativi: la crescita delle cessazioni è infatti dovuta al picco di cancellazioni di ufficio legate ad attività di pulizia degli archivi anagrafici camerali.
Il numero di imprese registrate scende a 948.083 unità, mentre considerando solo le imprese attive ed escludendo quindi quelle che non hanno ancora iniziato l’attività e quelle in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali, lo stock risulta pari a 811.200, con una variazione del -0,7% su base annua. Prosegue quindi la fase calante della demografia imprenditoriale in Lombardia, iniziata già nel corso del 2019, anche se i dati di flusso, come visto, mostrano segnali di miglioramento.
Agricoltura, commercio e costruzioni sono i settori dove si concentra la ripresa delle iscrizioni: l’edilizia in particolare, dopo lunghi anni di pesanti perdite, registra una variazione del numero di imprese attive prossima al valore nullo (-0,2%) e vede finalmente la possibilità concreta di un ritorno alla crescita. Anche le imprese artigiane, attive nell’edilizia nel 40% dei casi, evidenziano un miglioramento. Peggiora invece la dinamica nell’industria (-2,6%), nelle attività di alloggio e ristorazione (-1,2%) e negli altri servizi (+0,9%), che restano in territorio positivo ma con una decisa frenata rispetto ai tassi di crescita degli ultimi anni.