Edolo – Cresce il fronte del No al referendum del 20 e 21 settembre. A un mese dal referendum per il taglio dei parlamentari che si terrà, insieme alle elezioni in 7 Regioni e un migliaio di Comuni, il 20 e 21 settembre. Una consultazione che divide i partiti e che vede in Valle Camonica una crescita di sindaci ed esponenti di partiti, anche del PD, per il No. Schierati per il No anche i Verdi, esponenti della Sinistra, e Forza Italia.
Il sindaco di Edolo (Brescia), Luca Masneri, è il primo a prendere posizione: “Prima abbiamo perso la possibilità di eleggere i nostri rappresentanti nelle Amministrazioni provinciali – spiega Luca Masneri –. Ora ci vogliono ridurre la rappresentanza parlamentare illudendoci che il problema sia la quantità, mentre invece è un problema di qualità e di modalità di selezione della classe dirigente. Poi ci negano la possibilità di eleggere i parlamentari negandoci le preferenze”.
“Per noi uomini e donne di montagna (realtà già rese periferiche dall’orografia) – prosegue il sindaco di Edolo – c’è un solo voto possibile al referendum: No! Da quando il nemico delle istituzioni è l’elettore? Non rinunciamo all’ultimo diritto che ci è rimasto. Invece lanciamo una vera battaglia per le preferenze e per la proporzionale: unica vera battaglia di democrazia!”.
La legge che si intende modificare con il referendum è quella del 1963 che ha dato un assetto definitivo ai componenti di Camera e Senato. In base alla norma di modifica costituzionale approvata dal Parlamento, i deputati passerebbero ora da 630 a 400 (con un calo ulteriore degli eletti nella circoscrizione Estero, da 12 a 8) e i senatori da 315 a 200, al netto dei senatori a vita. Nel voto parlamentare il testo ha superato i due terzi solo nell’ultimo passaggio alla Camera, di qui la necessità della consultazione confermativa.
A tenere alta la bandiera del No fra i dem a livello nazionale è soprattutto Matteo Orfini che su Facebook ha dichiarato: “Per tre volte in Parlamento abbiamo votato no al taglio. Poi su richiesta di Zingaretti abbiamo votato a favore. Non capisco. Abbiamo detto che questa riforma era sbagliata. Abbiamo accettato di votarla perché integrata da altri impegni. Quegli impegni non si sono realizzati. E ora come se niente fosse votiamo lo stesso sì? E addirittura si annuncia che forse nemmeno ci sarà libertà di coscienza?”.