“Abbiamo votato in maniera convinta questa mozione – spiega Francesco Ghiroldi – perché tocca un tema importantissimo, per l’economia del sistema-montagna e perché riguarda direttamente migliaia di posti di lavoro, che rischiano di scomparire. Un impatto economico enorme, che vale circa 1,1 miliardi di euro annui e comprende tutte le ricadute dello sci sui territori direttamente o indirettamente interessati. È bene sottolineare come lo sci sia lo sport individuale per eccellenza e la nostra Regione ha condiviso delle chiare linee guida per l’esercizio di questa attività. Inoltre occorre ricordare come gli impianti di risalita siano equiparati al trasporto pubblico, per cui non si capisce a che pro consentire l’uso di treni ed autobus ma vietare l’utilizzo degli impianti sciistici.
Inoltre ci sono altri Paesi europei, come Austria, Slovenia e Svizzera che sono intenzionati ad aprire gli impianti, tra questi è da sottolineare il caso svizzero, dove la pressione sugli ospedali a causa del coronavirus è persino maggiore rispetto all’Italia. Ma la Svizzera pare decisa ad aprire con buon senso, usando linee guida precise.
Per tutte queste motivazioni chiediamo al Governo di essere sensibile alle istanze espresse a gran voce dai nostri territori montani, che vivono soprattutto grazie a queste attività. Serve chiarezza da parte dell’esecutivo nazionale – conclude Ghiroldi – anche per quanto concerne le eventuali procedure per l’esercizio in sicurezza della pratica sciistica”.
Il Consiglio ha anche respinto con 41 voti contrari e 29 favorevoli una mozione urgente proposta dal PD, e illustrata dal capogruppo Fabio Pizzul, su contact tracing e incremento dell’utilizzo di tamponi rapidi e tamponi molecolari.