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Bostrico, gli interventi di cattura in Valle Camonica: i dati

Breno (Brescia) - Interventi sul bostrico in Valle Camonica, ecco le attività effettuate dalla Comunità Montana tra il 2019 e il 2022. L’analisi del numero di catture medie annuali rivela valori medi ben al di sopra dei cautelativi 8.000 insetti/trappola.

Come dal report - elaborato da Alessandro Ducoli del Servizio Bonifica e Foreste della Comunità Montana di Valle Camonica e dal responsabile Gian Battista Sangalli - "non va esclusa la possibilità che gli insetti abbiano esaurito il materiale attaccabile in un sito, preferendo una migrazione altitudinale o latitudinale".


LA SITUAZIONE - A Paspardo le condizioni topografiche, geologiche e fisionomico strutturali del soprassuolo, nonché l'origine fortemente secondaria della Pecceta, rendono quest'area particolarmente esposta al rischio di pullulazione dell'insetto; qualora non fosse possibile un intervento immediato è opportuno prevedere il monitoraggio e la programmazione di Cataste esca.


A Sellero e Paisco Loveno si aggiunge la presenza di grandi superfici private con danno totale; per tale motivo, oltre al completamento dell'esbosco, nelle superfici pubbliche dovrà essere previsto un consistente monitoraggio con eventuali azioni di intervento per la cattura massale (cataste esca).


La Comunità Montana ha attivato il monitoraggio in aree escluse dalla campagna 2019: Bisone a Niardo, Musna a Cevo, Palam Palé a Berzo Demo, Stablo a Sonico, Gnecco a Sonico, Bulì a Edolo.


DAL 2020 AL 2022 - La ricognizione effettuata al termine della seconda generazione 2020 ha messo in chiara evidenza una preoccupante espansione delle singole popolazioni di bostrico: Ossimo, Borno, Lozio, Breno (Valle di Degna e Pian d’Astrio), Gianico, Darfo Boario Terme, Angolo Terme, Esine, Bienno-Borgo di Prestine, Cevo, Cedegolo, Monno, Incudine, Vione, Corteno Golgi, Edolo.


Per ogni singola proprietà dotata di Piano d’Assestamento Forestale è stata effettuata una ricognizione attenta dei soprassuoli di abete rosso segnalando le superfici con presenza di focolai attivi e quelle che, pur non avendo focolai estesi, appaiono ad oggettivo rischio elevato (per ognuno dei focolai sono state diagnosticate le superfici che, con buona probabilità, avranno insetti in fase di svernamento all’interno degli alberi ancora verdi).


Inoltre - come emerge dal report della Comunità Montana - occorre concentrare gli sforzi su eventuali siti in cui sono state rilevate piante con insetti in fase svernante (cornici arborate indebolite, alberi in evidente fase di stress).


Ogni lotto dovrà prevedere la predisposizione di Cataste esca da attivare a primavera attivate con cartuccia feromonica, adeguatamente sorvegliate per la verifica dell’eventuale aggressione da parte degli insetti e sottoposte a scortecciatura prima del completamento dello sviluppo larvale.


PIANO D'AZIONE - Prima azione è aumentare il coordinamento operativo e amministrativo tra tutte le figure in gioco (Regione Lombardia, Comuni proprietari, Consorzi forestali, Comunità montana e ditte boschive).


I lotti boschivi devono essere attuati con finalità pressoché esclusive di tipo fitosanitario: evitare il danneggiamento di alberi da rilasciare in bosco (ordinario uso di fasce di legatura degli ancoraggi delle linee, assegno suppletivo di abeti rossi danneggiati dalla movimentazione dei toppi); evitare l’accumulo in bosco di materiale attaccabile (favorire l’esbosco dei toppi interi) e il rilascio prolungato di cataste su strade forestali in versante (conferimento immediato in segheria o scortecciatura delle cataste); modulare la logistica dei piazzali affinché sia continuamente monitorata in catasta l’eventuale presenza di larve di bostrico in fase di maturazione (da scortecciare o da sfruttare nella logica delle Cataste esca); privilegiare la formazione di tre tipi di cataste: commerciale (conferito repentino in segheria e scortecciatura dei toppi), biomassa (oggetto di cippatura totale) e cataste esca (innescate con feromoni e controllate per la verifica della maturazione delle larve).


BOSCHI PRIVATI E DANNI SECONDARI DI VAIA - La presenza di numerosi soprassuoli privati per i quali, nella maggior parte dei casi, non sono stati previsti repentini interventi di bonifica, amplifica a dismisura il rischio di pullulazione incontrollata degli insetti.


"Sarebbe auspicabile - proseguono i tecnici dei Comunità Montana - predisporre un piano di supporto economico per intervenire nei casi a maggiore rischio: alle difficoltà di programmazione di intervento immediato post Vaia, si sono aggiunte quelle connesse con l’incidere sostanziale dei danni secondari (alberi indeboliti diventati substrato ideale per attacco da bostrico), sommatesi negli anni successivi alla tempesta".


I FINANZIAMENTI - Regione Lombardia, nei limiti della propria programmazione, ha riconosciuto per la Valle Camonica un finanziamento d’attuazione di un primo piano fitosanitario per complessivi 281.689 euro (a fronte dei 2.960.518 euro richiesti). I fondi hanno consentito di attivare un programma di Cattura massale mediante Cataste esca e nel contempo di proseguire la Campagna di monitoraggio per il 2021.


Nel 2021-2022, a fronte di nessuna risorsa concessa per i complessivi 2.340.700 euro richiesti (completamento delle urgenze 2020 e analisi dei costi delle nuove aree), si è proceduto alla verifica dell’efficacia delle catture massali mediante cataste esca, ma non è stato possibile attuare un programma dedicato.


Le azioni intraprese sono state le seguenti: sono stati effettuati interventi di bonifica dedicati (Lozio, Borno, Ossimo, Breno, Corteno Golgi e Incudine); i lotti Vaia, riattivati nel frattempo, sono stati effettuati affiancando alla necessità di bonifica quelle di cattura massale con cataste esca (Cimbergo, Cevo, Saviore dell’Adamello, Sonico); ogni lotto boschivo autorizzato è stato sottoposto a Prescrizioni fitosanitarie ed è proseguita la campagna di monitoraggio.


INCREMENTO DEL BOSTRICO - Nonostante gli sforzi profusi, la situazione generale già evidenziatasi al termine della stagione 2021, è stata rilevato una preoccupante espansione di nuovi focolai in nuovi siti: Bienno-Faisecco, Ceto-Val Paghera, Saviore dell’Adamello-Fabrezza-Valle; Sonico-Val Malga; Cimbergo-Paere.


La programmazione in corso prevede la necessità di un più concreto allineamento della programmazione regionale rispetto alle oggettive urgenze d’intervento, ovvero, di una più efficace programmazione dedicata. Il mercato attuale del legname, infatti, consente di ridurre i costi di macchiatico rispetto agli anni scorsi (al netto di eventuali nuovi riallineamenti in basso per il prossimo anno), rendendo ben auspicabile tale possibilità. Come meglio evidenziato in seguito, già allo stato attuale, viene sottolineato come, a fronte di necessità d’intervento comprese tra 20-35.000 euro/ha (analisi effettuata in caso di esbosco del 50% della biomassa presente), l’attuale possibilità di ricavo all’imposto non garantisce l’ottenimento di prezzi di macchiatico positivi suggerendo la possibilità di valutare due logiche di intervento programmazione.


La stagione 2022, caratterizzata da predisposizione climatica eccezionalmente favorevole al bostrico (inverno mite con pressoché totale assenza di precipitazioni nevose ed estate eccezionalmente calda), ha messo in chiara evidenza la necessità di ampliare il focus d’indagine: nonostante l’effettuazione di numerosi lotti boschivi dedicati (Breno, Cimbergo, Saviore dell’Adamello, Corteno Golgi, Sonico, Cevo, Incudine), nonché il proseguimento delle campagne di cattura massale mediante Cataste esca, non è stato raggiunto il controllo efficace dell’insetto.


PROGRAMMAZIONE 2023 - La Comunità Montana prevede quindi una severa programmazione 2023 mediante ulteriori lotti dedicati, cataste esca e monitoraggio. Rispetto agli anni scorsi, appaiono ancora più preziosi gli interventi forestali autunno-invernali (programmabili al netto di un inverno adeguatamente freddo che, benché ben auspicabile per il controllo naturale degli insetti, non consentirebbe l’intervento in sicurezza degli operatori fino a marzo).


Occorre ricordare che le pullulazioni di bostrico post tempesta durano in media 5-6 anni, con massimo livello di infestazione nel 2° e 3° anno e riduzione progressiva in quelli successivi. Ogni singola ondata dipende ovviamente dal livello di pullulazione dell’anno precedente, ma è correlata ad andamenti stagionali favorevoli all’insetto (periodi prolungati di secco e caldo), e alla disponibilità di materiale più facilmente aggredibile (ulteriori schianti, soprassuoli indeboliti, migrazione altitudinale delle popolazioni). "Una programmazione attenta - è la conclusione del report della Comunità Montana di Valle Camonica - deve comunque essere effettuata senza l’urgenza di risolvere una situazione che potrà riallinearsi alla norma solo assecondando i ritmi lenti propri degli ecosistemi forestali".


di Da. P.
Ultimo aggiornamento: 20/01/2023 13:56:01
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