Brescia - Assemblea generale di Confagricoltura. "Tutti i settori produttivi stanno soffrendo, l’agricoltura in primis: oggi servono deroghe immediate per ripristinare la capacità produttiva bresciana, italiana ed europea", il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli ha lanciato un appello alle istituzioni e alla politica bresciana e nazionale dal palco dell’assemblea dei soci, chiedendo risposte concrete e veloci per non lasciare sole le 9.500 aziende agricole bresciane.
Assemblea generale di Confagricoltura Brescia in un clima di generale preoccupazione, sia per la situazione a livello internazionale, per la guerra in Ucraina, sia per i costi alle stelle di materie prime ed energia, aggravati ulteriormente in seguito al conflitto. Il presidente Giovanni Garbelli, davanti a una platea di oltre un centinaio di soci e altrettanti collegati online, ha delineato i caratteri salienti dell’agricoltura bresciana, cresciuta del dieci per cento nell’ultimo anno, in linea con gli altri settori produttivi della provincia. Ma si è soffermato soprattutto sul presente, tracciando una linea di prospettiva per il futuro. Con lui, al tavolo dei relatori, sedevano l’assessore regionale Fabio Rolfi, il presidente della Provincia Samuele Alghisi, il presidente dei giovani agricoltori Anga di Confagricoltura Brescia Giovanni Grazioli e, da Roma, il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna.
Dopo due anni di difficoltà per la pandemia, la sensazione diffusa è che il contesto, oggi, sia ancora peggiore, per l’assoluta incertezza che regna a tutti i livelli, a partire dall’agricoltura. È per questo che il presidente Garbelli, da subito, ha reclamato uno “scatto d’orgoglio, per garantire la tenuta delle imprese”. Per fare questo, al Governo e a tutte le istituzioni ed enti, compresi Regione e Provincia, Garbelli ha chiesto delle deroghe, esattamente come quelle che il presidente del Consiglio Draghi sta avanzando per l’uso delle centrali a carbone. “Noi imprenditori agricoli abbiamo bisogno di deroghe immediate, concrete e senza esitazioni, a esempio per mettere in produzione tutti i terreni - ha detto -. Chiediamo che le autorità non appesantiscano le aziende, che non si dia corso alle varie prescrizioni che stanno arrivando, che non si calchi troppo la mano sulle autorizzazioni”. Un caso su tutti è il biogas: nonostante i vantaggi enormi che arrecherebbe, burocrazia e autorizzazioni continuano a pesare tantissimo e le mitigazioni richieste sono enormi, non così per la creazione di poli commerciali o industriali.