‘Il CAI in Italia gestisce circa 700 strutture tra rifugi gestiti e non, bivacchi e capanne sociali ma mi preme stasera evidenziare la profonda rivoluzione che la montagna ha subito negli ultimi decenni su due fronti: chi la frequenta e le condizioni ambientali. Oggi si è passati dall’alpinista all’escursionista mentre sul fronte cambiamenti climatici credo che la crisi idrica di quest’estate sia stata il culmine di una serie di sconvolgimenti che coinvolgeranno la montagna nei prossimi anni'.
Capitanio ha poi spiegato l’organizzazione del CAI in Commissioni che si interessano di alpinismo, escursionismo, dei giovani, dei rifugi, della ricerca scientifica, della tutela dell’ambiente montano, della gestione di oltre 100mila km di sentieri di cui 1650 in Vallecamonica, ha parlato del Soccorso Alpino del CAI, delle Guide Alpine e dell’Accademia del CAI e della struttura del Club Alpino Italiano, partendo dalla struttura centrale (presidenza, vicepresidenza, consiglieri) e arrivando al tema delle sezioni che è stato poi ripreso da Paolo Camanni del CAI Valtellina Sondrio. Il relatore ha spiegato ai soci la struttura della sezione di Valtellina, 1500 soci, 5 sottosezioni, una storia di 150 anni con la gestione attuale di 15 strutture ricettive tra rifugi di proprietà, affidati e bivacchi. Anche Camanni ha sottolineato il cambiamento dell’idea di rifugio negli ultimi decenni: ‘Oggi il rifugio non è più solo degli alpinisti, ma punto di arrivo di escursionisti e semplici turisti, è diventato più un ristoro-ristorante, un punto di soccorso che non il punto di partenza per le grandi vette. Oggi le richieste al rifugista sono varie e variegate, non sempre realizzabili perché l’escursionista non sempre conosce la differenza tra il rifugio di montagna e l’albergo di pianura’.
E’ stato poi chiamato a portare la sua esperienza di camminatore Antonio Votino, che nel 2012 sulla base di un progetto esistente, insieme ad Andrea Grava, ha rivalorizzato e rimappato due cammini in Vallecamonica che hanno trovato posto in una vera e propria guida al Cammino di Carlo Magno (secondo la leggenda partenza da Pavia e arrivo in val di Sole a Carisolo, attraverso Bergamo, la Valcavallina e la Vallecamonica) e della via Valeriana (che collega il lago d’Iseo con l’alta Vallecamonica). ‘La guida – ho sottolineato l’autore – non è solo la divisione in tappe delle due vie ma è soprattutto un inno al turismo sostenibile e alla mobilità dolce perché valorizza ogni singolo kilometro del percorso su base culturale, artistica, paesaggistica ed eno-gastronomica’.
Votino ha poi annunciato che Vallecamonca e Valtellina saranno unite da un medesimo cammino con il proseguimento della via Valeriana che da Edolo potrà raggiungere l’Aprica e Tirano e nel 2023 vi sarà una nuova edizione della guida dei due cammini, quello di Carlo Magno e quello della via Valeriana. Ultimo relatore dell’interclub Vallecamonica-Sondrio è stato Fabio Cometti, ideatore ed organizzatore della Valmalenco Ultra Distance Trail, sulla scia della tendenza degli ultimi anni che ha visto il moltiplicarsi di manifestazioni di questo genere.
‘Far nascere una Ultra trail non è semplice; posso dirvi che ho potuto fare questo sulla base dell’esperienza di anni e anni di frequenza della montagna, sulla conoscenza dei rifugi, dei sentieri, quasi metro per metro del territorio della Valmalenco. E posso dire che, cosa non facile in montagna, siamo riusciti anche a far andare d’accordo e a coinvolgere tutti, a lavorare insieme per la buona riuscita dell’iniziativa con l’obiettivo di portare la natura in casa e il tutto in massima sicurezza con un controllo capillare di ogni curriculum dei partecipanti e dei volontari. Bisogna credere a qualcosa e poi i risultati arrivano’. La testimonianza di Fabio Cometti e la consegna dei gagliardetti istituzionali agli ospiti relatori e lo scambio dei gagliardetti tra i due presidenti ha concluso, tra l’approvazione di tutti i presenti, una bella serata di convivialità panathletica.