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Darfo Boario: primo volume della collana “Rose Camune”

Presentazione di "Sulla Pietra Antica, le incisioni più arcaiche della Valcamonica, primo sito Unesco italiano"

DARFO BOARIO TERME (Brescia) - "Sulla Pietra Antica, le incisioni più arcaiche della Valcamonica, primo sito Unesco italiano", verrà presentato in anteprima nazionale giovedì 14 agosto, alle 20, presso il parco archeologico di Luine a Darfo Boario, con testi di Fabio Martini, Umberto Sansoni, Dario Sigari e Ausilio Priuli, edito da Mondadori (foto credit Graziano Filippini).

E' il primo volume della collana “Rose Camune”, un progetto editoriale di Zamenhof Art. Al termine della presentazione ci sarà una visita notturna alle incisioni del parco, particolarmente a quelle della roccia 6 e della roccia 34, dove campeggiano le più antiche della Valle Camonica, oggetto della pubblicazione. Presentazione a ingresso libero, visita notturna 5 euro, gratuita per chi acquista una copia del volume. Venerdì 29 agosto alle 18:30 si replica presso il Museo della Riserva Naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo con un cocktail di presentazione, a Nadro di Ceto. Ingresso libero.

In entrambe le presentazioni sarà presente uno degli autori che dialogherà col curatore del volume Virgilio Patarini: al Parco di Luine Umberto Sansoni, Ausilio Priuli al Museo di Nadro. Da settembre il volume sarà in distribuzione in tutte le librerie italiane.

“Sulla pietra antica” si prefigge due scopi: da una parte fare il punto sugli studi relativi alle incisioni rupestri più antiche della Valcamonica, mettendo a confronto le opinioni dei massimi esperti che hanno approfondito il tema negli ultimi quindici anni pubblicando articoli, saggi o capitoli sull’argomento; dall’altra aprire un varco sull’immaginario dei primi frequentatori della Valcamonica alla fine dell’ultima era glaciale, una finestra alla quale chiunque si possa affacciare, non solo archeologhi, studiosi o addetti ai lavori, ma anche semplici curiosi interessati a saperne di più su di un mondo così remoto ed enigmatico.

L’arcana bellezza e l’affascinante mistero delle incisioni rupestri che campeggiano sulla collina di Luine, a Darfo Boario Terme, non possono restare retaggio di pochi. Non devono. Tale progetto editoriale si inserisce in un più ampio contesto di valorizzazione e promozione del Parco archeologico di Luine e più in generale del patrimonio del primo sito Unesco italiano promosso da Zamenhof Art che ha visto nel corso degli ultimi anni la realizzazione di una serie di eventi, documentari, allestimenti di QR code, installazioni di video e operazioni di re-styling museali, senza alcun finanziamento da parte delle istituzioni (purtroppo) e solo in virtù della visione, delle professionalità e della importante rete di collaborazioni e sinergie di Zamenhof Art acquisiti in venticinque anni di attività in tutta Italia.

Sulla pietra antica Le incisioni più arcaiche della Valcamonica: nella prima parte saggi introduttivi sull’immaginario paleolitico a cura di Fabio Martini e sull’ipotesi animistico sciamanica a cura di Umberto Sansoni; nella parte centrale testi sulle incisioni più antiche della Valcamonica - rilevate sulla collina di Luine a Darfo Boario Terme - di Fabio Martini, Umberto Sansoni e Dario Sigari.

In appendice un saggio di Ausilio Priuli su due figure di uro rinvenute su un masso a Mezzarro di Breno. Primo volume della collana “Rose Camune”, progetto editoriale a cura di Zamenhof Art. editoriale Gioregio Mondadori.

Presentazione - A partire da quattordici mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, gruppi di cacciatori nomadi varcarono i confini della Valcamonica, lasciando segni materiali del loro passaggio: i resti di una capanna a Cividate Camuno e le più antiche incisioni rupestri della Valle sulla Collina di Luine a Darfo Boario Terme e su un masso a Mezzarro di Breno (ora andato perduto). Questo libro, attraverso la voce di quattro dei massimi esperti che si sono occupati della materia negli ultimi anni, parla di quei primi segni arcani, del loro ritrovamento, della difficile decifrazione, dei possibili significati, dei molti riferimenti, ma anche della vita, del modo di pensare e di relazionarsi tra loro e col mondo da parte di quei nostri lontanissimi antenati. Così simili e così diversi da noi. Negli ultimi quindici anni numerosi studiosi sono tornati ad occuparsi delle più antiche incisioni della Valcamonica rilevate da Anati alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso su due rocce della collina di Luine: la roccia n.34 e la roccia n.6, collocate l’una all’estremità sud della collina, a strapiombo sul Dezzo, l’altra all’estremità nord a strapiombo su di un’ansa del fiume Oglio che scorre un centinaio di metri sotto. Ha dato il via a questa nuova ondata di interesse e di studi Fabio Martini nel 2009, su invito della Sovrintendente Raffaella Poggiani Keller. In seguito hanno affrontato l’argomento Angelo Fossati e Dario Sigari (6) e, incidentalmente, anche Umberto Sansoni. Nessuno dei quattro è arrivato alle medesime conclusioni.
Martini ha sparigliato rispetto alle conclusioni di Anati, retrodatando alla fine del Paleolitico, salvando una sola figura (quella sulla sommità della r.34) e interpretandola come un cavallo anziché un cervo.

Sigari e Fossati hanno individuato ben 15 figure della fine del Paleolitico (quella sulla r.34 e ben 14 sulla r.6, il doppio di quelle individuate da Anati), mentre Sansoni è sostanzialmente tornato alle conclusioni di Anati: otto figure zoomorfe del Mesolitico. Chi ha ragione? Zamenhof Art ha invitato questi autorevoli studiosi a rielaborare, per la presente pubblicazione, quanto da loro scritto in merito negli ultimi anni, affinché sia poi il lettore stesso a farsi un’opinione, tirando le proprie conclusioni sulla base delle differenti argomentazioni e magari recandosi a vedere le incisioni di persona. Questi tre contributi costituiscono la parte centrale della pubblicazione. In appendice si pubblica anche un breve saggio di Ausilio Priuli che pur trattando di altre due figure rinvenute altrove affronta criticamente anche i temi principali relativi alle figure più antiche di Luine con alcune interessanti considerazioni sulle modalità di picchiettatura delle incisioni e su aspetti geomorfici delle rocce che risultano non irrilevanti nell’analisi dei segni sulla roccia. Inoltre, al fine di contestualizzare questi segni dell’Era della Pietra Antica, si è chiesto a Fabio Martini di condurre il lettore in un viaggio preliminare nel dedalo dell’Immaginario Paleolitico, affinché possa orientarsi in questo labirinto di segni e di figure abbastanza da non perdersi, utilizzando come filo di Arianna le differenze e le analogie tra il “fare segno” nella Preistoria e l’arte in senso contemporaneo. A Umberto Sansoni si è chiesta qualche suggestione sui possibili significati di queste figure di animali incise sulla roccia. E questi due contributi sono il prologo, il viatico che ci conduce alla parte centrale.
Ed infine Ausilio Priuli racconta qualcosa di altre due figure rinvenute in Valle Camonica (non a Boario, ma a Mazzarro di Breno), che potrebbero, dovrebbero essere paleolitiche. E in questo caso la faccenda si tinge doppiamente di giallo, non solo per i dubbi relativi alla datazione delle due incisioni, ma anche per la loro scomparsa: si tratta di quello che se fosse un racconto letterario potremmo intitolare “Il mistero degli uri fantasma”. Il masso infatti, nonostante le segnalazioni fatte alla Soprintendenza e al Comune di Breno, non è stato messo sotto tutela e attualmente risulta “scomparso”, forse rimosso, forse andato distrutto durante dei lavori di risistemazione del luogo.

Gli autori
Fabio Martini è professore di Paletnologia presso l’Università di Firenze, già direttore del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria, fondatore e direttore responsabile di «Florentia. Studi di archeologia», rivista dell’Università di Firenze e di «Millenni. Studi di archeologia preistorica», collana del Museo Fiorentino di Preistoria «P. Graziosi». Già direttore (1998-2004) della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università degli Studi di Firenze, membro del Consiglio direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, direttore responsabile della Rivista di Scienze Preistoriche. Conduce scavi in Italia e all’estero (Eritrea, Sudan). È autore di numerose pubblicazioni tra le quali ricordiamo: Archeologia del Paleolitico. Storia e culture dei popoli cacciatori-raccoglitori, ed. Carocci, 2019; L’arte paleolitica e mesolitica in Italia, ed. Bandecchi & Vivaldi, 2016.

Umberto Sansoni, archeologo, si è laureato all’Università di Bologna con una tesi sul simbolismo nell’arte rupestre della Valle Camonica. Dal 1986 è direttore del Dipartimento Vallecamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici, istituzione presso la quale opera dal 1976. Ha guidato missioni di studio in Italia, nel Sahara (1979, 1980, 1984), in Scandinavia (dal 1985), in Inghilterra (1988), in Cina (2000), in Francia (dal 1989) e in altri paesi europei. Tra le molte pubblicazioni segnaliamo: Alle radici d’Europa. Dieci millenni d’arte rupestre in Valcamonica e nelle Alpi Centrali, Electa, 2022; Le più antiche pitture del Sahara: l’arte delle Teste Rotonde, Jaca Book, 1993, La sacralità della montagna, la Valsaviore, le Alpi, i monti degli dei, Edizioni del Centro, 2006

Dario Sigari è ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano. Collabora con numerosi enti nazionali e internazionali e dirige e collabora attivamente a progetti di ricerca in Italia e all’estero. È autore della monografia Palaeolithic Rock Art of the Italian Peninsula, Edizioni del Centro, 2021 e di numerose pubblicazioni scientifiche. Tra le più rilevanti: Gobustan (Azerbaijan). Rock art relationships between central Asia and Europe, The last cave lion of the late Upper Palaeolithic: the engraved feline of Grotta Romanelli (Italy), Towards a new perspective on the rock art sites-landscape relations in the Upper Palaeolithic of Valcamonica (Italy), Review of the animal figures in the Palaeolithic rock art of the Romito shelter. New discoveries, new data and new perspectives.

Ausilio Priuli, archeologo e etnoarcheologo, nato a Capodiponte in Valle Camonica, ricercatore e studioso di arte preistorica, protostorica e di tradizione, ha operato e opera in Valle Camonica e in altri paesi europei, africani e dell’America latina. Archeologo sperimentale, divulgatore e imprenditore del turismo archeologico opera nel settore museografico e ricostruttivo di siti archeologici. Ha al suo attivo numerosissimi saggi e monografie, e collaborazioni scientifiche con istituti e centri di ricerca. Ha fondato e dirige l’ArcheoPark di Darfo Boario Terme. Tra le molte pubblicazioni rammentiamo: La cultura figurativa preistorica e di tradizione in Italia, Giotto Printer, Pesaro, 1991; Il linguaggio della preistoria, Ananke, Torino, 2006; Segni come parole, il linguaggio perduto, Priuli & Verlucca Ed., Ivrea, 2013.
Ultimo aggiornamento: 10/08/2025 07:22:41
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