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In Trentino la protesta dei sindacati della Polizia di Stato

martedì, 6 ottobre 2020

Predazzo – Sei sindacati di Polizia, che rappresentano il 100% degli iscritti della Provincia di Trento, protestano contro il Questore di Trento. I Segretari Generali Provinciali di SAP, FSP, SILP, SIULP, SIAP e COISP/MOSAP, Ferdinando Zito, Stefano Fiorentini, Sergio Sontacchi, Luca Ferrari, Elvio Pederzolli e Rossano Omicini, attraverso una nota congiunta, comunicano “con estremo rammarico” che non presenzieranno all’inaugurazione del Distaccamento Polizia Stradale di Predazzo (Trento) prevista per stamattina.

Questa sofferta decisione si rende necessaria perché l’attuale Questore di Trento è di fatto reticente ad un confronto con le Organizzazioni Sindacali, sebbene sia d’obbligo stante il nostro contratto di lavoro. È la prima volta che ci capita di trovare, in chi rappresenta la nostra Amministrazione, una totale prepotenza nei nostri confronti ma soprattutto nei confronti dei colleghi e delle colleghe, che per di più si vedono oggetto di continui procedimenti disciplinari.

La perdurante mancanza di considerazione verso i diritti dei poliziotti è culminata ultimamente in una inusitata azione punitiva, realizzata mediante l’avvio di numerosi procedimenti, il cui unico risultato è quello di svilire e demoralizzare il personale. È d’obbligo rammentare che l’esclusiva finalità dell’azione disciplinare è quella di garantire il buon andamento della Pubblica Amministrazione reprimendo, quale ‘extrema ratio’, comportamenti e condotte obiettivamente incompatibili con l’adempimento dei compiti e dei doveri istituzionali.

Ultimamente, tuttavia presso la Questura di Trento lo strumento disciplinare viene inteso come una leva di gestione finalizzata a reprimere eventuali forme di dissenso, se non addirittura a vessare indiscriminatamente i dipendenti, creando un assurdo ed ingiustificato clima di paura, demotivazione e diffidenza. Questo modello di ‘punizione a prescindere’, affligge insensatamente coloro hanno già molti anni di servizio e produce l’ancora più grave disaffezione a danno di quei giovani colleghi che hanno appena iniziato la propria carriera nella Polizia di Stato.

Per questo motivo, non solo a difesa dei lavoratori ma anche nell’interesse stesso dell’Amministrazione ed a tutela della sua immagine pubblica non possiamo esimerci dal manifestare inequivocabilmente la netta presa di distanza dall’attuale gestione del personale che ha originato un crescente clima di tensione, sempre più palpabile fra gli appartenenti alla Polizia di Stato della Questura i quali, oltre a dover gestire situazioni di servizio sempre più complesse e sacrificanti, soprattutto in un momento di eccezionali contrasti e tensioni sociali che spesso degenerano anche in violenze e aggressioni fisiche, sono costretti a vivere e operare in un contesto degno delle peggiori “purghe” dittatoriali.

Come rappresentanti del 100% degli iscritti in Provincia in occasione della ricorrenza di San Michele Arcangelo avevamo formalmente rappresentato tale gravissima situazione al Questore, disertando compatti la cerimonia del Santo patrono della Polizia di Stato. 

In quello stesso documento congiunto, era stata richiesta la convocazione per la contrattazione degli orari, scaduta a marzo, nonché la revisione degli accordi decentrati. Il Questore, entro dieci giorni, doveva procedere alla relativa convocazione ma, anche questa volta, ha ritenuto il nostro contratto di lavoro un documento di scarso se non nullo valore ed al quale non attenersi, insistendo in un atteggiamento prepotente, sordo ed inaccettabile.”

Siamo veramente rammaricati, il Distaccamento della Polizia Stradale di Predazzo è intitolato al nostro collega Renato Barborini, deceduto a Dalmine (Bergamo) durante un conflitto a fuoco. Il fatto di non presenziare alla cerimonia di intitolazione è una decisione difficile e sofferta. Ci teniamo a manifestare la vicinanza di tutte le poliziotte e i poliziotti della provincia ai familiari del povero Renato, eroe caduto, ai quali estendiamo un affettuoso, immenso abbraccio denso della forza e dei valori che siamo chiamati ogni giorno, con orgoglio e con sacrificio, a rappresentare”, il commento.



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