Ha insegnato Analisi del mercato dello spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Musica comparata-arte e musica, presso la Scuola universitaria del Conservatorio della Svizzera Italiana. E’ curatore di mostre d’arte e concerti.
LA CONFERENZA
Un'analisi ed un racconto di alcune delle opere presenti in mostra. Un dialogo a tu per tu con l'intellettuale, saggista, curatore di mostre, Paolo Repetto: "In una delle sue acqueforti, Il sogno dell’asino presente in mostra, del 1968, Marc Chagall utilizza la forma di quell'animale come motivo centrale delle sue metamorfosi. Grande estimatore del capolavoro di Ovidio, anche per lui le curiose e a volte bizzarre forme degli animali sono tra i più grandi simboli di una possibile trasformazione: l’incessante mutamento della realtà e dell’universo. Poi Melotti, scultore nuovo, artista inedito; un sapiente artigiano raffinato e cristallino; un umile, orientale modellatore che ha trasformato radicalmente l’antica concezione scultore, monumentale e materica, in un gioco lievissimo di linee e sottili superfici, di piani trasparenti e rapporti invisibili, di volumi immaginari e di forme alate, ricolme di luce e di suono. Nei suoi quattro cavallini in ceramica - presenti in mostra -sono tra le sue forme più vicine al recupero dell’infanzia e del candido universo dei bambini. Forme antiche, rivisitate da un grande scultore, non più di peso e materia classica, di marmo e bronzo; non più di monumentale tradizione, ma tutto proiettato in un mondo musicale di leggerezza, grazia, modulazioni e trasparenza. Una netta stilizzazione, portata ai suoi estremi nei due Tori di ottone, il materiale plastico a Melotti particolarmente caro, dove arcaiche memorie del labirinto di Minosse, Teseo, Arianna e il Minotauro, si ricompongono in figure quasi domestiche". Poi Braque, Picasso, Ligabue ed altri artisti presenti in mostra.