ROMA -
Vitalizi, respinto in
Cassazione il ricorso di 17 consiglieri regionali del Trentino Alto Adige. Chiusa lunga disputa con il Consiglio.
Il presidente
Roberto Paccher (nella foto): “Riconosciuta nostra tutela interesse pubblico” La lunga disputa sui vitalizi degli ex consiglieri regionali si chiude con un pronunciamento netto.

Con l’ordinanza del 30 novembre 2025 la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da 17 ex componenti dell’Assemblea regionale che contestavano la richiesta di restituzione delle somme percepite a titolo di assegno vitalizio “attualizzato”. Al centro della vicenda, la differenza tra gli importi previsti dalla legge regionale 6/2012 e quelli ridotti stabiliti dalla legge regionale 4/2014.
La controversia era nata all’indomani della riforma del 2014, che aveva abbassato il valore attualizzato di una quota del vitalizio introdotto meno di due anni prima.
Una scelta che aveva spinto numerosi ex consiglieri a rivolgersi ai giudici per opporsi alla riduzione dell’assegno e alla conseguente richiesta di restituzione di quanto percepito.
La questione era arrivata sino alla Corte Costituzionale, che nel 2019 aveva confermato la legittimità della norma del 2014, riconoscendo la prevalenza dell’interesse generale a un sistema di trattamento economico più equo e a un maggiore controllo della spesa pubblica. La Corte aveva ritenuto ragionevole la norma. Dopo le sentenze favorevoli al Consiglio regionale e alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol nei gradi di merito, ora anche la Cassazione ribadisce l’obbligo di restituzione delle somme contestate.
L’ordinanza dichiara inoltre inammissibili le ulteriori questioni di costituzionalità sollevate nel ricorso e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese del giudizio di legittimità, che si aggiungono a quelle già maturate nei precedenti gradi.
Il presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, parla di un esito che rafforza l’operato dell’istituzione. "Le buone ragioni del Consiglio regionale trovano definitivo riconoscimento nel giudizio della Cassazione. La massima giurisdizione civile conferma la correttezza del percorso legislativo che nel 2014 ha posto rimedio a scelte precedenti non equilibrate sugli importi dei vitalizi attualizzati. È un riconoscimento della trasparenza e dell’equilibrio con cui il Consiglio ha agito, tutelando l’interesse pubblico senza contrapporsi ai diritti individuali".