Questa non è la cooperazione, è il suo volto peggiore”, commentano a caldo i segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher senza nascondere il loro sconcerto.
Di fatto i lavoratori adesso sono ad un bivio. Se accettano di firmare la proposta Sait, cioè la cessione del loro contratto a Movitrento, sottoscrivono il peggioramento delle loro condizioni di lavoro e hanno la certezza che sul loro futuro non ci sarà più una garanzia di continuità occupazionale. Nel passaggio a Movitrento, infatti, non c’è nessuna tutela. “Sait ne è consapevole e volutamente ha scelto questa strada, che non è altro che un appalto vero e proprio senza alcuna clausola sociale - insistono i sindacalisti -. Avrebbero potuto tutelare veramente questi loro dipendenti scegliendo la cessione del ramo d’azienda o il distacco. Invece, al di là di quanto dichiarano i vertici alla stampa e peggio in assemblea dei soci, hanno scelto di svendere al miglior offerente i loro lavoratori, solo per tagliare i costi. Non c’è nessun altro scopo”.
Filcams, Fisascat e Uiltucs non nascondo anche la delusione per il silenzio della Provincia: “Denunciamo questa situazione da settimane e la Giunta provinciale e l’assessore Spinelli non hanno mosso un dito. Parliamo del futuro di 75 lavoratori e delle loro famiglie”. Sindacati e lavoratori non sono disposti però ad accettare in silenzio questa decisione. Mercoledì è già in programma un’assemblea a cui seguirà, in mattinata, un presidio di protesta.
Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno anche già contattato i loro legali di riferimento e sono pronti anche a ricorrere al giudice impugnando il licenziamento.