Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza, misurazione e marketing (con annunci personalizzati) come specificato nella cookie policy. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.
Usa il pulsante “Accetta” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta” per continuare senza accettare.

-

Trento, procedura di licenziamento per 75 magazzinieri Sait

Trento - Sait avvia la procedura di licenziamento per 75 magazzinieri. Chi non accetterà entro fine mese la cessione di contratto a Movitrento va in Naspi. Sconcerto dei sindacati: così si ricattano i lavoratori. E’ il volto peggiore delle cooperazione trentina.


Sait è pronto a licenziare i magazzinieri. E’ di queste ore la comunicazione formale del consorzio che annuncia l’avvio della procedura di licenziamento per i 75 addetti al magazzino. Via Innsbruck mette i propri dipendenti spalle al muro: o accettano di cedere il loro contratto alla Movitrento entro giugno o andranno in Naspi. “E’ un vero e proprio ricatto. Con la comunicazione di oggi cade la maschera di falso buonismo del presidente Dalpalù e Sait si conferma una realtà che è interessata solo a tagliare il costo del lavoro, senza alcun interesse per i propri dipendenti.

Questa non è la cooperazione, è il suo volto peggiore”, commentano a caldo i segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher senza nascondere il loro sconcerto.


Di fatto i lavoratori adesso sono ad un bivio. Se accettano di firmare la proposta Sait, cioè la cessione del loro contratto a Movitrento, sottoscrivono il peggioramento delle loro condizioni di lavoro e hanno la certezza che sul loro futuro non ci sarà più una garanzia di continuità occupazionale. Nel passaggio a Movitrento, infatti, non c’è nessuna tutela. “Sait ne è consapevole e volutamente ha scelto questa strada, che non è altro che un appalto vero e proprio senza alcuna clausola sociale - insistono i sindacalisti -. Avrebbero potuto tutelare veramente questi loro dipendenti scegliendo la cessione del ramo d’azienda o il distacco. Invece, al di là di quanto dichiarano i vertici alla stampa e peggio in assemblea dei soci, hanno scelto di svendere al miglior offerente i loro lavoratori, solo per tagliare i costi. Non c’è nessun altro scopo”.


Filcams, Fisascat e Uiltucs non nascondo anche la delusione per il silenzio della Provincia: “Denunciamo questa situazione da settimane e la Giunta provinciale e l’assessore Spinelli non hanno mosso un dito. Parliamo del futuro di 75 lavoratori e delle loro famiglie”. Sindacati e lavoratori non sono disposti però ad accettare in silenzio questa decisione. Mercoledì è già in programma un’assemblea a cui seguirà, in mattinata, un presidio di protesta.


Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno anche già contattato i loro legali di riferimento e sono pronti anche a ricorrere al giudice impugnando il licenziamento.

Ultimo aggiornamento: 13/06/2022 15:00:54
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE