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Giubileo migranti e missionari a Trento con il vescovo Tisi

Forte messaggio dalla celebrazione in cattedrale

TRENTO - Giubileo migranti e missionari in cattedrale a Trento con forte messaggio del vescovo monsignor Lauro Tisi.
“Vattene dal tuo paese, dalla casa di tuo Padre, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12, 1-4) La terra che siamo chiamati a lasciare non è tanto uno spazio fisico: è soprattutto il nostro io. Solo un io liberato da se stesso è capace di partire veramente, di incrociare volti e di incontrare storie lontane dalla propria. Eppure, in questi anni, pur con il continuo muoversi di persone, merci e notizie, il mondo non ha conosciuto davvero la fraternità e l’incontro. Anzi, muri e barriere sono cresciuti a dismisura".

"Neppure la Chiesa è immune dal tragico pericolo dell’autoreferenzialità, perfino sul terreno della carità. Anche i servizi caritativi possono diventare, paradossalmente, luoghi di tensione e di scontro, dove non si frequenta davvero il volto del povero e dell’ultimo, ma tutto si riduce a una mera erogazione di prestazioni. Per compiere il grande esodo da sé stessi – per dirla con Paolo – in noi deve morire Adamo e nascere Cristo. Il peccato di Adamo è infatti quello dell’appropriazione: riportare tutto all’”io” e al “mio”. È l’amore di sé, l’amore del proprio bene, la vera radice di ogni peccato e di ogni male. Adamo, l’”uomo vecchio” come lo chiama san Paolo, muore quando si pone fine all’“egoità”; l’“uomo nuovo”, Cristo, nasce quando al suo posto subentra il vivere per l’altro. Allora il mondo intero, con tutto ciò che esiste, diventa un “sobborgo del Regno dei cieli”, un pezzo di paradiso. A muovere Abramo è ancora una volta la Parola.
In questa Veglia per il Giubileo di migranti e missionari invito tutti – la nostra Chiesa e le nostre comunità – a mettersi all’ombra della Parola. La nostra configurazione a Cristo non è mai frutto solo del nostro sforzo o della nostra volontà: è lo Spirito di Dio che la produce in noi, toccandoci nel profondo con la Parola nuova ed eterna del Padre, che si è fatta carne nell’umanità di Gesù.

E questa umanità di Gesù, nel memoriale dell’Eucaristia che stiamo celebrando, si fa viandante sconosciuto che scalda i cuori e suscita il grido: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera”. I cambiamenti in atto nella nostra Chiesa locale, con l’attivazione dei “fuochi eucaristici”, sono una straordinaria opportunità per lasciarci alle spalle ritualità stanche, difese di dettagli inutili e arroccamenti di comunità, per lasciarsi convocare e riscoprire la forza del pane spezzato che – come spesso ho ricordato con le parole di don Tonino Bello – ha il potere di affliggere i consolati e di darci l’adrenalina per uscire, incontrare, servire i poveri. Chiedo a tutti i gruppi missionari di essere i primi a aderire con convinzione all’iniziativa dei fuochi eucaristici, adoperandosi con tutte le forze perché i fratelli migranti possano sentirsi accolti e sedere a Messa con noi. Troppe volte, infatti, il nostro modo frettoloso e sbrigativo ha impedito loro di sentirsi veramente parte della nostra assemblea. La loro presenza è un dono prezioso, capace di immettere gioia e creatività nel nostro celebrare. “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”. Ciò che Gesù ha annunciato nel Vangelo è già realtà: in mezzo a noi, ci sono discepoli e discepole del Vangelo che vengono da ogni angolo del mondo, cominciando da questa Cattedrale. Molte delle nostre comunità sono state rivitalizzate dalla loro presenza. Chiediamo a Dio di far nostre le parole di Sant’Agostino “Temo il Signore che passa” perché non accada che, senza accorgercene, ci autoescludiamo dalla potenza della Parola e dal ricevere forza dall’Eucaristia", monsignor Lauro Tisi.
Ultimo aggiornamento: 02/10/2025 22:04:46
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