Trento - Tocca al venticinquenne siracusano Luigi Fazzino l’onore di interrompere il predominio assoluto di Simone Faggioli alla «Trento Bondone», che durava dal 2010, con le sole interruzioni del 2018, quando il fuoriclasse fiorentino mancò perché impegnato nella Pikes Peak e del 2020 quando la gara fu annullata per il Covid. Il pilota siciliano ha fatto centro nella sua prima spedizione trentina, vincendo la cronoscalata organizzata dalla Scuderia Trentina con il tempo di 9’16”80, ovvero 63 centesimi in meno rispetto al leader della campionato Supersalita. Fazzino è uscito in lacrime, per l’emozione, dalla sua Osella Pa30, dato che non si aspettava un botto di questo tipo. Già le prove del sabato lo avevano visto piazzarsi molto vicino alla Nova Proto Np01 Bardhal di Faggioli, che in gara ha pagato a caro prezzo alcune imprecisioni, una toccata e alcuni settaggi non ottimali. Sul terzo gradino del podio sale l’esperto Achille Lombardi su un’Osella Pa21 4C Turbo di classe 2000, attardato di appena 6”58 dal leader, mentre si deve accontentare del quarto posto Diego Degasperi su Norma M20 Gea-Zytek, che pure ha centrato in pieno l’obiettivo di giornata, che era scendere sotto i 9’30”: 9’25”42 il crono finale del driver trentino, primo fra i driver di casa.
Foto di Marco Trabalza.

Hanno buoni motivi per essere soddisfatti anche il siciliano Samuele Casibba su Nova Proto Np01/2, quinto assoluto e secondo in classe 2000, che si porta casa un ottimo 9’34”95, e soprattutto il diciottenne Andrea Di Caro su Nova Proto Np03 con un mini propulsore di 1.600 cc, un nome che sentiremo spesso in futuro. Sotto il muro dei dieci minuti troviamo anche il veronese Mirko Venturato su Nova Proto Np03 (1.600 cc), settimo in 9’46”94, che precede il trentino Matteo Moratelli su Nova Proto Np01 – Honda, rammaricatosi per il fatto di aver peggiorato il tempo delle prove. Il più deluso di tutti è però Thomas Pedrini (Osella Pa30), che stava viaggiando con tempi da sesto – settimo posto, quando un problema elettrico lo ha tolto di scena a Montesel. A completare la top ten sono stati quindi Damiano Schena e Michele Gregori, entrambi su Nova Proto Np03 (1.600 cc) rispettivamente in 10’03”40 e 10’08”38. Pieno di punti nel tricolore Junior Supersalita ed anche tra le Wolf GB 08 Thunder per l’umbro Filippo Ferretti, che ha preceduto l’esperto calabrese Rosario Iaquinta, che comanda il monomarca Wolf.
Nel gruppo Cn, con tre vetture giunte al traguardo, festeggia Francesco Leogrande su Osella Pa21, mentre il bolognese Manuel Dondi, si impone nel gruppo E2SH, dopo aver portato al limite la propria Fiat X 1/9, realizzando un tempo da prototipi, 10’08”04, che gli vale anche l’11ª piazza assoluta. Grande attesa vi era alla vigilia per il gruppo GT, quello delle supercar, fiore all’occhiello di questa «Trento Bondone», che ne ha portate ben 19 al via, un numero record. Ad imporsi è stato Giuseppe Ghezzi con la Porsche 997 Gt3 R, che ha vinto per un soffio il derby tutto trentino con Thomas Pichler su Lamborghini Huracan Gt3: il presidente della Scuderia Trentina ha prevalso per appena 18 centesimi (10’33”46 il suo tempo), mentre a fare da terzo incomodo è stato il romano di Ariccia Marco Iacoangeli su Bmw Z4 (10’37”00), con Lucio Peruggini (Ferrari 488 Challenge Evo) quarto.
Porta la firma in calce del bresciano Luca Tosini la classifica del gruppo TCR, che ha coperto i 17,3 chilometri del percorso con la sua Audi Rs3 Lms in 10’59”07, che ha preceduto il salernitano Salvatore Tortora su Peugeot 308 di appena 1”46.
Grande prova di Alessandro Zanolli nel gruppo E1: il pilota di Martignano, alla guida di una Skoda Fabia rallystica, ma con un motore più performante di quelli di categoria, si è imposto con il favoloso tempo di 10’32”61, che è anche il 18° assoluto, superando di 3”41 il cosentino Giuseppe Aragona su Volkswagen Golf e di 28”31 il trentino Tiziano Nones su Skoda Fabia Evo. Nel gruppo rally non ha incontrato alcun ostacolo Pietro De Tisi su Skoda Fabia, che ha chiuso la gara in 11’31”01, distanziando di 41”50 Nicola Demattè su Ford Fiesta e di 57”82 Graziano Nardelli su Peugeot 208 Gt Line.
Equilibratissima la battaglia nel gruppo RsPlus, che ha visto imporsi il fasanese Giacomo Liuzzi su Mini Cooper Jcw con un crono di 11’26”59, appena 2”37 in meno dell’altoatesina di Lana Selina Prantl su Mini Cooper Jcw e 3”20 rispetto al trapanese Isidoro Alastra ancora su Mini Cooper Jcw.
Passando al gruppo RS Cup, fa festa la tarantina Anna Maria Fumo, che con la Peugeot 308 Rc ha avuto ragione di Alessandro Giovanelli su Mini Cooper Jcw e Luca Tomaselli su Alfa Romeo 147 Gta Cup: la tarantina ha avuto la meglio con il tempo di 11’29”88, rispettivamente 6”01 e 27”85 in meno dei due inseguitori trentini.
Nell’affollato gruppo RS esulta Oronzo Montanaro, che ha portato la propria Mini Cooper Jcw al traguardo in 12’11”84, spuntandola di appena 2”55 su Angelo Loconte con identica vettura e di 4”21 su Salvatore Mondino su Mini Cooper S.
Nel gruppo N vittoria di Lorenzo Accorsi su Honda Civic Type R con il tempo di 12’00”29, davanti ad Alessandro Agosti su identica vettura, staccato di 6”55. Nel gruppo A, infine, successo per Fabrizio Bommartini su Honda Civic Ek4 con il tempo di 11’53”25.
Sono trentini i primi due del gruppo TMSC-SS, in gara per il Civm, ma non per il Supersalita, ovvero Adolfo Bottura su Lola B99/50 e Gino Pedrotti su Tatuus Fr 2.0.
Per quanto concerne le vetture storiche è un nome importante quello che troviamo in cima alla classifica assoluta, dato che si tratta del messinese Salvatore Riolo, andato a bersaglio alla sua terza partecipazione a questa gara. Questa volta, per non lasciare nulla al caso, l’ha affrontata la volante di una Prc A6, un prototipo del 1990 costruito da Paganucci e spinto da un motore Bmw di 2500 cc, fissando il tempo di 10'55”01, che gli ha permesso di arrivare a Vason con 15”73 di vantaggio sul torinese Mario Massaglia su Osella Pa9/90 del gruppo 4, anch’essa del 1990, che festeggia il successo nella classifica valida per il campionato europeo (IHC), dal quale Riolo è escluso. Il terzo gradino del podio di questa ipotetica classifica assoluta è del reggiano Ildebrando Motti su Porsche Carrera Rs del gruppo 2, il migliore con una vettura coperta, che ha coperto il percorso in 11'53”66. Detto dei raggruppamenti 2 e 4, per quanto riguarda il numero 1, fa festa l’austriaco Gregor Frötscher su Austin Mini Cooper S 1275, nel 3 si impone il connazionale Gerald Glinzner su Porsche 911 Carrera e nel 5 il francese Jean Marco Debeaune su Van Diemen Rf 82.
Le interviste ai protagonisti della 73ª edizione
Luigi Fazzino (1° Assoluto): «Non posso credere di aver vinto la Trento-Bondone. È un sogno aver battuto il re Simone Faggioli. Considerando che non avevo mai gareggiato su questo percorso, ero venuto a Trento con il mio team con l’obiettivo di conquistare più punti possibile, quello che veniva veniva senza patemi d’animo, ma sempre mettendoci il massimo dell’impegno. Nelle prove di sabato ho stabilito due ottimi tempi con 9’30” e 9’22”, poi in gara ho cercato di guidare in maniera più pulita possibile, pur con condizioni di asfalto non ottimali, ed è arrivato il successo, con una vettura che ha qualche anno sulla carta d’identità e pure con gomme che hanno un paio d’anni. Come in ogni gara ho studiato a tavolino il percorso in maniera meticolosa e sono riuscito ad interpretare al meglio la mia prestazione in una competizione davvero tosta, che mette sotto stress macchina e pilota. Adesso mi godo questa vittoria».
Simone Faggioli (2° Assoluto): «La Trento-Bondone è sempre una gara lunga e difficile e io oggi non sono stato performante come in altre occasioni. Dovevo fare meglio. Sabato dopo le prove pensavo che si sarebbe potuto ottenere un tempo anche inferiore ai 9 minuti e 10 secondi, invece sono stato più alto di 7 secondi. Ho compiuto scelte sbagliate nel settaggio della vettura, che hanno condizionato la gara e ho toccato in una parte del percorso, pensando di aver rotto il cerchio e quella deconcentrazione mi è costata cara, visto il distacco irrisorio dal vincitore.
Ma va un bravo a Luigi per la straordinaria prestazione che ha confezionato, considerando che è alla sua prima esperienza e bravo è stato pure l’altro siciliano Andrea Di Caro, che è del nostro team, capace alla prima partecipazione di centrare pure il record con una 1.600. I giovani avanzano, ma cerchiamo di tener duro ancora per un po’ di tempo. Ci proverò l’anno prossimo per la gara del centenario».
Achille Lombardi (3° Assoluto): «Sono soddisfatto per il podio, ma ho pure qualche rammarico per un banale problema elettronico sabato che ci ha costretto a fermarci, saltando la seconda prova. Quindi mi sono mancati dei riferimenti e volevo anche testare una gomma più dura. Ho provato a giocare la carta di un pneumatico che già conoscevo, ma in alcuni tratti la scelta non ha pagato. Sicuramente non sarebbe cambiato nulla per la classifica assoluta, visto il divario con i primi due, ma qualcosa si poteva migliorare e c’è sempre voglia di fare meglio. Non è stata una guida facile, ai 7 Tornanti si galleggiava e anche nei chilometri successivi l’asfalto era un po’ umido. Sono comunque felice, ringrazio il team, il motorista e tutti gli sponsor».
Diego Degasperi (4° Assoluto): «I miei obiettivi erano due per questa edizione della Trento-Bondone: fissare un tempo sotto i 9 minuti e 30 secondi e ci sono riuscito con 9’25” e salire sul podio. Purtroppo i top driver italiani sono andati più forte e mi devo accontentare del quarto posto, ma sono ugualmente soddisfatto. Gara dopo gara con la mia Norma continuo a migliorare, bisognerebbe gareggiare ogni quindici giorni, come fanno i rivali, per aumentare il feeling con la vettura. Se penso che fino a 15 anni fa scendere sotto i 10 minuti era un’impresa titanica, aver stabilito oggi questo tempo mi dà grandissima soddisfazione. Considerando che ho anche toccato a bordo strada e pensavo di aver bucato, posso ritenermi particolarmente soddisfatto».
Andrea Santo Di Caro (6° Assoluto): «Ottima prestazione alla mia prima Trento – Bondone. Una gara difficile sia dal punto di vista mentale sia fisico. Fra l’altro, essendo particolarmente giovane, si tratta pure della prima sfida così lontano da casa. Solitamente prendo parte alle cronoscalate in Sicilia e in passato ho preso parte a tante competizioni di kart, aspetto che mi agevola soprattutto nei tracciati molto guidati. Sono soddisfatto della mia prestazione, un’esperienza indimenticabile per il tracciato, per il pubblico, per la macchina che mi ha dato risposte eccellenti e un grazie per i consigli di Simone, rivelatisi fondamentali. Non è stata una gara facile per la lunghezza del tracciato, per il cambio di asfalto, per le varie pendenze e per la diversità di temperature».
Matteo Moratelli (8° assoluto): «No, non sono soddisfatto. Dalla prova di sabato ho alzato il tempo di sei secondi. Le coperture erano quelle di ieri, ma oggi era caldo e la macchina scodava in continuazione da Candriai in poi».
Giuseppe Ghezzi (1° Gruppo GT e presidente Scuderia Trentina): «Partendo dal risultato in gara sono felicissimo per la vittoria e per il tempo ottenuto. Pensavo di concludere con una prestazione attorno ai 10’35”, invece è giunto un 10'33", primo in un gruppo che annoverava ben 19 vetture al via. Un ringraziamento anche ai miei meccanici, che hanno preparato un mezzo al top, se consideriamo che in prova avevo rotto il semiasse. Da presidente della Scuderia Trentina sono doppiamente soddisfatto perché la macchina organizzativa ha funzionato in maniera ottimale. Ho uno staff di appassionati e professionisti ineguagliabile. Grazie a tutti e grazie alle amministrazioni e a tutte le realtà che hanno collaborato. Da domani si lavora già per il centenario».
Thomas Pichler (2° Gruppo GT): «La sfida per la vittoria di gruppo con Giuseppe è stata tiratissima. Pensare che ci dividono solo 18 centesimi su oltre 10 minuti di gara è davvero un’inezia, ma Ghezzi è stato più bravo e quindi complimenti a lui. Io ho cercato di preparare al meglio la vettura, ripetendo in testa tutti i passaggi di un percorso che comunque conosco molto bene, quindi non ho rimpianti. Le vetture Gt sono molto divertenti da guidare, ma essendo macchine strutturate per la pista in certi tornanti si fa fatica a chiudere la curva, soprattutto nel primo tornantone a sinistra».
Manuel Dondi (1° Gruppo E2SH): «Nel 2019 ottenni il secondo posto assoluto, ma con la convinzione che si potesse fare meglio. Quest’anno invece ho centrato una prestazione di alto livello e il record di gruppo con 10’08” ne è la testimonianza. Sono contentissimo, anche perché ho avuto subito sensazioni positive, sin dalle prove di sabato, con una vettura performante. Partendo dal presupposto che nulla è impossibile e che anche il record di quest’anno può essere battibile, reputo l’impresa particolarmente difficile. Tornerò l’anno prossimo per il centenario».
Alessandro Zanolli (1° Gruppo E1): «Vittoria e tempo superlativo. Sono molto contento del risultato. Non nascondo che dietro c’è molto lavoro da parte del team PA Racing e devo ringraziarli. Abbiamo iniziato con dei test in pista a Castelletto per trovare l’assetto ottimale nei giorni pre gara. Poi il percorso lo conosco alla perfezione, essendo la gara di casa, e quindi ne è uscita una miscela vincente. Fra gli accorgimenti vincenti apportati dopo le prove di sabato sicuramente il settaggio, ammorbidendo l’assetto sugli ammortizzatori anteriori per avere un po’ di maggiore beccheggio, è stata una scelta azzeccata, così come la mescola media dei pneumatici. Ci tenevo a fare bene, probabilmente ho corso anche qualche rischio, trovando olio sul percorso, macchine ferme che hanno sbattuto e umido nella parte finale. Ma è andata bene. Il tempo di 10’32” con una vettura da rally penso sia difficile da battere».
Giacomo Liuzzi (1° Rs Plus): «Per me è stata la prima gara importante dell’anno ed essere riuscito a centrare vittoria di categoria e di gruppo è una bella soddisfazione. Ero venuto a Trento per migliorare il record, purtroppo le situazioni climatiche con l’asfalto umido non me l’ha consentito, facendo registrare un tempo di un secondo più alto rispetto allo scorso anno. Fino a Candriai ho guidato molto bene e sono state veloce, poi ho pensato a gestire la vettura, per non metterla in sofferenza, ed ho lasciato qualche secondo decisivo. La Trento-Bondone è straordinaria, col suo percorso insidioso, bello. Non per tutti. Ci vuole coraggio, tranquillità e grinta».
Selina Prantl (2ª Rs Plus): «Sono soddisfatta a metà della prestazione. Mi ero riproposta di fare un tempo vicino agli 11 minuti e 30” ed ho impiegato 11’28”. Quindi missione compiuta. Si poteva fare meglio, ma le gomme sono andate in sofferenza a metà tracciato ed ho iniziato a scivolare e quindi il crono finale poteva essere ulteriormente abbassato. Ma va bene così».
Anna Maria Fumo (1ª Rs Cup): «Non mi aspettavo di vincere e precedere il mio avversario Alessandro Giovanelli, che fra l’altro correva in casa. Ho sicuramente guidato bene, ho studiato nei dettagli il percorso che comunque ora conosco, essendo la mia terza partecipazione alla Trento-Bondone, e poi il team Gt Racing mi ha messo a disposizione una vettura in perfette condizioni. Nella prima prova di sabato ho toccato su un tornante, compromettendo l’assetto, ma i ragazzi del team hanno fatto il miracolo e già nella seconda sessione di prove la vettura era al top».
Salvatore Riolo (1° storiche): «Finalmente è arrivata la vittoria nelle storiche dopo il terzo posto di due anni fa e il secondo dello scorso anno. Non nascondono che avevo nelle corde anche la possibilità di stabilire il record di classe, però non è stata una giornata facile, perché siamo stati i primi a partire con l’umidità della notte e non sapevamo fino a che punto si sarebbe potuto forzare. Inevitabilmente c’è stata prudenza nella guida, poi ho dovuto superare anche quattro vetture. In ogni caso sono felicissimo».
Mario Massaglia (1° IHC): «Vincere la gara di campionato europeo alla prima partecipazione in una gara ritenuta l’università delle competizioni in salita è un motivo di orgoglio. Non nascondo che è stata una lieta sorpresa anche per me. Sono arrivato a Trento lunedì ed ho avuto pochi giorni per conoscere il percorso. Nella seconda prova di sabato si è rotto un pezzo della frizione. I meccanici Stefano e Luciano del Team Di Fulvio hanno fatto un lavoro straordinario, lavorando tutta la notte e chiudendo il cofano alle 8 del mattino. Ho vinto grazie a loro».