MILANO - Il Consiglio di Stato ha respinto l'istanza cautelare della Regione Lombardia, volta a sospendere il divieto di caccia nei valichi montani.

“In via generale - dice l'assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi - Regione Lombardia evita di commentare le decisioni della Magistratura. Tuttavia, di fronte a un provvedimento che conferma il divieto di caccia su 475 valichi montani lombardi, non possiamo esimerci dal rilevare come tale scelta comporti una responsabilità che non è solo di natura giuridica, ma anche sociale, territoriale e ambientale. A nostro avviso, si stanno calpestando i diritti del mondo venatorio, che – fino a prova contraria – esercita un’attività lecita e regolamentata.
Ancora più grave è il fatto che il divieto riguardi anche la caccia agli ungulati, proprio mentre il contenimento della fauna selvatica, in particolare del cinghiale, rappresenta un’esigenza sanitaria e ambientale prioritaria”.
"Negare l’attività di contenimento in aree montane - prosegue l’assessore Beduschi - significa depotenziare ogni sforzo per fermare la diffusione della peste suina africana, una minaccia reale per una regione che alleva oltre il 50% dei suini italiani".
“Colpisce infine - conclude - leggere nella motivazione dell’ordinanza che ‘non vi sarebbe prova del fatto che i cinghiali presenti nei valichi montani siano portatori di Psa’: una valutazione che lascia sinceramente sconcertati, perché nulla impedirà comunque a cinghiali infetti presenti oggi in Lombardia di compiere anche il percorso contrario, dai nostri valichi verso l’esterno. Si tratta anche di avere senso di responsabilità nei confronti dei territori confinanti e in questo modo ci viene impedito”.