Tre anni sono un tempo lunghissimo, soprattutto quando non si è preparati ad affrontarli: nessuno l'avrebbe pensato all'inizio e, a parte qualche pausa, sono stati tutti mesi impegnativi, dalla prima alle successive ondate, che non ci hanno mai lasciato tregua".
Un'esperienza intensa dal punto di vista personale, ma anche sotto l'aspetto medico, condivisa con la collega Marta Benedetti e con alcune decine di altri medici, fino a cinquanta contemporaneamente, fra infettivologi, pneumologi e altri specialisti del Morelli e degli altri ospedali della provincia, che si sono alternati all'interno di reparti che necessitavano di essere continuamente riorganizzati, da un'ondata all'altra.
Il ringraziamento più sentito della dottoressa Rebucci è per tre colleghi che non si sono mai tirati indietro: Francesca Antoniazzi, oncologo, Patrick Caspani, fisiatra, e Alessia Marziani, chirurgo. Trentotto mesi affrontati con impegno e dedizione, un giorno dopo l'altro. "Non potevano fare diversamente - aggiunge la dottoressa Rebucci - semplicemente non avremmo potuto essere da un'altra parte. I pazienti Covid-19 non sono pazienti uguali agli altri: non sei mai tranquillo, non puoi mai dire andrà tutto bene, perché le complicanze possono subentrare all'improvviso e allora bisogna intervenire con tempestività. Non basta studiare questi pazienti, bisogna vederli".
Nei trentotto mesi trascorsi il reparto non è mai rimasto vuoto, nemmeno per un giorno, e ha richiesto un grande impegno da parte del personale medico e infermieristico e della struttura organizzativa dell'Asst. Per questo motivo le dimissioni dell'ultimo paziente sono state accolte con sollievo e speranza.
Nel frattempo, l'allentamento della pressione sui reparti causata dalla pandemia ha consentito di far fronte alle problematiche infettivologhe e di curare tanti malati affetti da patologie di questo tipo. "A conclusione, questo è l'auspicio, di questa fase drammatica - afferma il direttore generale Tommaso Saporito - rinnovo il mio ringraziamento a tutto il personale dell'Azienda, medici, infermieri, operatori sociosanitari, ma anche tecnici e amministrativi, poiché lo sforzo compiuto da tutti è stato straordinario. Se il sistema sanitario provinciale è stato in grado di reggere la pressione e di fornire una risposta tempestiva alla più drammatica pandemia che si sia mai verificata, è grazie agli uomini e alle donne di questa Azienda. Mi auguro che anche oggi, a distanza di mesi dalle fasi più drammatiche - conclude -, i cittadini siano consapevoli della prova straordinaria fornita da tutte le persone che hanno lavorato senza preoccuparsi degli orari e ignorando la stanchezza con il solo obiettivo di curare e salvare i pazienti".