Anche in vista della stagione invernale alle porte e affrontando le criticità con entusiasmo e fiducia”.
“Promuovere il Trentino per tutto l’anno - afferma Rossini, ad di Trentino Marketing - è l’obiettivo che ci siamo posti per la ripresa del turismo trentino e i dati che oggi commentiamo ci dicono che abbiamo imboccato questa strada, non facile, perché proprio dalle cosiddette ‘belle stagioni’, primavera e autunno, sono arrivati buoni risultati per i nostri operatori. E questo è merito di una totale sintonia con i territori nell’individuare e nel proporre le loro particolarità in termini di offerta che gli ospiti del Trentino hanno evidentemente apprezzato. Un ulteriore riscontro che emerge dalla lettura dei dati è il fatto che siamo riusciti a ripartire anche sui mercati internazionali e tutto questo ci fa guardare con positività ottimismo anche all’avvio imminente della stagione invernale sulle cui problematiche stiamo lavorando in squadra con Apt, operatori e società impianti”.
Guardando alla provenienza, ad aumentare sono sia le presenze degli ospiti internazionali (passate da 4.449.384 nel 2019 a 4.540.698 nel 2022) che quelle degli ospiti italiani (da 6.541.737 a 6.957.605 nello stesso intervallo), prova di un gradimento diffuso per le mete trentine.
La classifica degli ambiti territoriali per crescita sul 2019 vede prima l’Alpe Cimbra (+13%), seguita da Fassa (+9%) e a pari merito con un +7% il Garda trentino (il re del turismo trentino con quasi un terzo delle presenze totali) e la Paganella. Poi ci sono Trento (+4%), Fiemme e Valsugana (2%), Madonna di Campiglio (1%), col segno meno Primiero (-4%), Rovereto e Val di Non (-2%), Val di Sole (-1%). Ma le percentuali negative sono ribaltate nel raffronto con l’anno scorso, che vede tutti gli ambiti in salita e proietta al primo posto Trento (+27%) seguita da Valsugana (+23%), Garda (17%).
Importante per leggere anche i dati apparentemente in negativo è il dato sulla rimuneratività dell’offerta, che aumenta, con un ricavo medio in B&B salito dai 118 euro del 2019 ai 130 del 2021 e ai 142 del 2022. Con picchi fino a 180 euro in agosto quest’anno, mese che ha visto un leggerissimo calo di presenze sul 2019 (-0,3%), tuttavia più che compensato dal sostanziale aumento dei ricavi. Significa in generale che il sistema turistico trentino può vantare una maggiore qualità dell’offerta e della sua remunerazione.
È un successo anche la destagionalizzazione. Maggio totalizza un +4% sul 2019, giugno un +9%, settembre un +14% e l’ottobre appena concluso un +11% che è un ulteriore fiore all’occhiello e un elemento positivo anche in vista della prossima stagione invernale. Rispetto al 2021 poi maggio e giugno ottengono un ottimo risultato, segno che la stagione estiva 2022 è partita presto e bene.