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ALIAS: il mistero dell’arte al Museo delle Terme di Boario

La presentazione degli Artisti Risorti

DARFO BOARIO TERME (Brescia) - Prosegue l’attività dello SpazioMuseion ARIS, la galleria d’arte contemporanea nata all’interno del suggestivo Parco delle Terme di Boario. Dopo la mostra inaugurale dedicata al progetto MITO, il collettivo artistico bresciano ARIS – Artisti Risorti (composto da Martino Martinotta, Ferdinando Cinini, Riccardo Simoni) presenta ora ALIAS, una nuova esposizione che prosegue e approfondisce la loro indagine sul senso dell’arte contemporanea e sul ruolo dell’artista oggi, interrogandosi sui temi dell’identità, dell’occultamento e del mistero. L’inaugurazione si terrà sabato 19 luglio alle ore 17 e proseguirà fino all’autunno.

Il nome “SpazioMuseion” richiama l’etimologia del termine museo, ovvero il “tempio delle Muse”, figlie di Zeus e della Memoria. Se il precedente progetto, MITO, si concentrava sulla mitizzazione di individui comuni, spettacolarizzandone alcuni aspetti della vita per farne memoria collettiva, il progetto ALIAS approfondisce la riflessione sul medium artistico ribaltando la prospettiva, giocando con la dialettica fra memoria e oblio, fra trasparenza e nascondimento, che fonda l’aura di ogni opera d’arte. Per esplorare questa dimensione, gli ARIS hanno creato il soggetto ALIAS Francesco, che ne è al contempo loro creatura e specchio: artista dall’identità che rimane sconosciuta, ma che nelle sue performance e opere espone e allo stesso tempo nasconde la propria identità, ponendo così a rischio la propria esistenza artistica. L’operazione inaugurale era stata realizzata negli spazi della Biennale di Venezia, “Non calpestare le lumache: un’invasione di migliaia di chiocciole, ciascuna contrassegnata dalla firma di “Alias Francesco”, liberate nei Giardini della manifestazione dagli Artisti Risorti.

All’ARIS Spazio Museion di Boario gli spettatori non dovranno fare attenzione a non calpestare le lumache, ma avranno modo di ammirare altre opere basate sul delicato equilibrio fra esposizione e nascondimento.
Una delle operazioni più esplicite, da questo punto di vista, è “Alias: Persona” (Premio Suzzara 2016), che coinvolge direttamente lo spettatore, chiamato a interagire con una cornice e una maschera per scattarsi un selfie attraverso cui espone e nasconde il proprio volto. In questo processo, è il visitatore stesso a diventare il medium attraverso cui si attiva l’identità di Alias. L’opera “Indizio a fondo rosso” (66° Premio Michetti) interroga la dimensione dell’irrappresentabile nel campo dell’interazione fra arte e scienza, richiamando l’immagine del “buco nero”, che per gli Aris rappresenta una sorta di “immagine-limite”, ossia la frontiera negativa e invalicabile da parte della ragione: l’immaginazione artistica svolge una funzione di surrealtà, spingendo la razionalità scientifica ad andare oltre la mera rappresentazione e misurazione della realtà, per aprirsi alla dimensione del mistero e dell’indicibile. La stessa dimensione viene interrogata dagli ARIS attraverso un dialogo con la spiritualità religiosa attraverso l’operazione “Alias: Mistico”: richiamando esplicitamente l’insegnamento di Lucio Fontana, gli Aris hanno selezionato quattro icone religiose e hanno aperto uno squarcio proprio nella zona centrale della rappresentazione, per emancipare l’icona dalla manifestazione diretta della presenza del divino; una volta ripristinata la dimensione dell’assenza, quel vuoto viene nuovamente riempito dal gesto artistico di Alias. Lungi dal voler scandalizzare o provocare, questo ciclo di opere vuole inquietare le coscienze, costringendo il “fedele del mondo dell’arte” ad affacciarsi sull’abisso dell’ignoto, del mistero, dell’Altro, della trascendenza costitutiva di ogni gesto artistico.

Il filosofo coreano Byung-Chul Han ha definito la nostra una società della trasparenza, perché in nome di questo presunto valore si giunge a eliminare ogni forma di negativo, di distanza, di opacità, di segretezza. In un tempo in cui tutto deve mostrarsi, dichiararsi, spiegarsi, ALIAS ci invita a immaginare un’arte che si ritrae, che lascia spazio all’ignoto. In un tempo dominato dalla trasparenza e dalla sovraesposizione, gli ARIS propongono un’arte che non urla, ma sussurra, che non pretende di mostrarsi, ma invita a guardare meglio.

Inaugurazione: sabato 19 luglio 2025, ore 17
Luogo: SpazioMuseion – Parco delle Terme di Boario
Durata: dal 19 luglio al 12 ottobre 2025
Ingresso gratuito
Ultimo aggiornamento: 18/07/2025 00:34:15
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