L'Agenda delle Valli

Mozioni Consiglio Provinciale Trentino

Inizio: 28/11/2025 dalle ore 11:00 - Fine: 28/11/2025 alle ore 12:00 IT
Dopo una pausa per raggiungere una condivisione sulle proposte emendative, il Consiglio provinciale ha esaminato stamane le proposte di mozione della consigliera Michela Calzà sul lago d’Idro e quella del consigliere Francesco Valduga (Campobase) sul servizio sanitario provinciale. La prima è stata approvata all’unanimità, la discussione sulla seconda si completerà nel pomeriggio.


Michela Calzà (Pd)
Arrivare ad un nuovo accordo per salvaguardare il lago d’Idro
La mozione della consigliera Pd, approvata all’unanimità in seguito ad un emendamento concordato con l’assessore Mattia Gottardi, impegna la Giunta a a farsi parte diligente rispetto agli impegni che saranno contenuti nella proposta di voto unanimemente sottoscritta dai Commissari della Terza Commissione quale espressione formale della posizione e della volontà manifestata dalle istituzioni e dalle comunità trentine interessate; ad adoperarsi per quanto di propria competenza, affinché si arrivi alla definizione di un nuovo Accordo inter-istituzionale per la regolazione del livello del lago d'Idro, condiviso tra Provincia autonoma di Trento, Regione Lombardia, Commissario per la scarsità idrica, AlPo, Hydro Dolomiti Energia e i Comuni rivieraschi, anche attraverso il BIM, che tenga conto della necessaria tutela del sito SIC/ riserva naturalistica di Baitoni, della regolazione dei bacini trentini e del mantenimento del deflusso ecologico del fiume Chiese. Michela Calzà ha espresso la sua soddisfazione per l’accordo trovato con l’assessore. Anche Vanessa Masè, presidente della Terza commissione, si è detta contenta di questo risultato, che tiene conto del lungo lavoro che è stato fatto in commissione sulla petizione popolare. Con la mozione, ha aggiunto, si dà voce al Consiglio e all’istanza espressa con passione dal territorio e si fa un passo avanti nella salvaguardia del lago che è fondamentale per la rinascita dell’economia della zona. Roberto Stanchina (Campobase) ha detto che tanto tuonò che piovve perché alla fine, come aveva auspicato, si è arrivati all’accordo con l’assessore. La testimonianza, ha aggiunto, che la mediazione è il sale della politica. Ma, ha sottolineato, ci stiamo prendendo un impegno di fronte a un territorio che deve essere mantenuto dalla Provincia anche nel rispetto di chi si è speso e si sta spendendo per la salvaguardia di quel territorio. Filippo Degasperi (Onda) ha ricordato il valore dell’azione del Consiglio perché 8 anni fa si affrontò la stessa situazione. Ci fu una visita della commissione, una conferenza stampa alla quale seguì un periodo di silenzio. Poi la questione venne risollevata da una mozione, che venne approvata, dello stesso Degasperi. Ora, ha aggiunto l’esponente di Onda, non si capisce se con questo documento si va avanti o di lato, perché i contenuti della mozione Calzà sono gli stessi di quella di 8 anni fa. Daniele Biada (FdI) ha ricordato il lungo percorso che si è fatto in
commissione a favore di un luogo molto bello e frequentato da molti turisti. Anche Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha sottolineato il lavoro della commissione che ha permesso di approfondire da tutti i punti di vista i problemi e anche per questo arrivare oggi ad una mozione condivisa è stato importante. Paola Demagri (Casa Autonomia) ha
detto che la mozione di Michela Calzà è servita per smuovere la situazione e oggi, ha concluso, forse si è riusciti a ottenere qualcosa in più.
L’ assessore Mattia Gottardi ha detto che in questo caso nessuno può piantare una bandierina su una questione che è stata sollevata da una mobilitazione popolare e che è stata affrontata in commissione con estrema attenzione. La Giunta ora si impegna a vigilare sulle azioni che potrebbero compromettere la vita del lago.
Michela Calzà ha replicato affermando che con questa mozione si è dato un buon esempio di lavoro collegiale che ha prodotto un impegno concreto, quello di aprire un percorso che si tradurrà in un voto che verrà mandato al ministero che ha la responsabilità della realizzazione dell’opera. Il tema, ha detto ancora, è quello della regolamentazione delle acque del lago che dipende non solo dalle necessità dell’agricoltura, ma anche dalla gestione delle dighe a nord di questo lago che è anche un po’ trentino e sul quale si affaccia il bellissimo biotopo di Baitoni. In dichiarazione di voto, Vanessa Masè ha detto che la mozione non ha accelerato una conclusione, perché in commissione sono state fatte moltissime audizioni ed è per questo che l’istruttoria è durata più di un anno. Bene che oggi si sia chiuso con un lavoro di sintesi che rende anche giustizia al lavoro della Terza dove, ha concluso, nessuno ha dormito. Roberto Paccher (Lega) ha apprezzato il clima collegiale col quale si è arrivati a questa mediazione ma il documento, ha aggiunto, non dice granché. Paola Demagri ha detto che l’accelerazione è stata quella di portare in aula il grande lavoro che si è fatto in Terza su questo argomento. Filippo Degasperi ha ribadito che tutto era già chiaro nel 2016 e quindi si è chiesto quali siano le novità visto che già allora nella mozione votata dal Consiglio si diceva che un’escursione per salvare il lago era di 3 metri e 20.


Francesco Valduga (Campobase) 
Percorso partecipativo sulle sfide del servizio socio sanitario provinciale
La mozione del capogruppo di Campobase (sottoscritta anche dagli altri consiglieri del Gruppo e da quelli del Pd) emendata nel titolo e nel dispositivo, impegna la Giunta a programmare e definire momenti di confronto sullo stato di salute della popolazione, con attenzione al tema della prevenzione, promozione della salute e del sistema sanitario provinciale, garantendo un'adeguata partecipazione dei diversi portatori di interesse, al fine di avviare i lavori del nuovo Piano provinciale per la salute, nonché un confronto sull'organizzazione dell'assistenza territoriale, delle case della comunità e dell'integrazione sociosanitaria. Il primo firmatario ha illustrato brevemente la ratio del documento: le trasformazioni in atto nel settore sono tali da richiedere uno sforzo collettivo e un confronto preordinato che è bene venga declinato in un tempo non troppo lungo: con l’assessore abbiamo trovato una condivisione attualizzando il dispositivo. Parliamo di “percorso partecipativo”, anziché di “stati generali della salute”, ma è salvo il cuore della proposta: riconosciamo l’importanza dell’impegno in prevenzione primaria, ma al contempo ravvisiamo la necessità di investire su un modello diverso, per portare la salute in prossimità. Ha infine espresso soddisfazione rispetto alla condivisione del dispositivo che va nella direzione auspicata e che permette di fare un lavoro comune.
L’assessore competente Mario Tonina ha confermato la condivisione dei contenuti della mozione, che sono quelli che sta lui stesso portando avanti nel suo impegno in Giunta e che di fatto sono frutto di un percorso iniziato già nella scorsa legislatura. Le direzioni sono sostanzialmente due: dare risposte ai bisogni dei cittadini che hanno la necessità di curarsi e dare un segnale di visione e di strategia impostando su diversi temi una visione il più possibile trasversale. Temi sui quali occorre ragionare assieme per quello che dovrà essere un cambio culturale e di paradigma. L’esperienza ci insegna che l’apertura e la condivisone fanno la differenza.
Per Paola Demagri (Casa autonomia), che ha annunciato il voto favorevole, bisogna dare atto all’assessore che nell’accogliere la mozione, pur modificandola, dimostra di esser consapevole che il contesto è talmente complicato che una pluralità di competenze favorisce il raggiungimento di un obiettivo, se non più rapido, sicuramente più deciso. Coprogettare imprime il senso di un’innovazione democratica e di una maggiore legittimazione delle scelte, ha aggiunto e sicuramente potrà in prospettiva attenuare i conflitti. Grazie al proponente e anche all’assessore.
Soddisfatto per l’impegno al confronto anche Paolo Zanella (PD), sebbene si chiedesse da anni di ragionare del sistema sanitario, ha osservato, in virtù della complessità che il governo della sanità oggi presenta. Il momento di confronto doveva necessariamente arrivare a suo avviso. Bisogna parlare in maniera approfondita puntuale della sostenibilità del sistema, del finanziamento, del rapporto sanità pubblica e privata, di quanti rinunciano alle cure, dell’innovazione delle tecnologie, della telemedicina, delle strategie sul pronto soccorso, della carenza di personale, della prevenzione primaria e di quella secondaria razionalizzando le linee guida degli screening e valutandone la sostenibilità. Dopodiché occorre fare il quadro dei problemi demografici ed epidemiologici sul territorio perché i bisogni stanno cambiando e ci sono vecchie e nuove criticità da affrontare.
Claudio Cia (Misto) ha ammesso la difficoltà e i limiti del settore, che fanno perdere i capelli all’assessore ha ironizzato. Una cosa è vedere le cose da fuori, altra gestirle in prima persona, ha aggiunto. Sono contento che ci sia stata una condivisione sul dispositivo della mozione che impegna al confronto, ma mi auguro che il confronto sia libero e coinvolga anche chi solitamente è meno ascoltato, perché lo sguardo sulla realtà deve essere concreto, non edulcorato. Cia ha evidenziato la crisi del pronto soccorso per il quale occorre sì pensare al contenimento degli accessi, ma sopratutto occorre pensare come farlo, non certo aumentando il ticket ha obiettato. L’intasamento dei pronto soccorsi rivelano le mancate risposte sul territorio, ha aggiunto, dichiarando di voler riprendere l’argomento nel pomeriggio.




Dopo la pausa, alla ripresa dei lavori, il consigliere Francesco Valduga (Campobase) ha chiuso la discussione sulla sua mozione, ringraziando per la condivisione e sottolineando la “diffusa voglia, da parte degli operatori, di contribuire al miglioramento del sistema”. Ha ringraziato Giunta e colleghi, intesi come consiglieri ma anche come operatori nel mondo nella sanità, per il confronto e ha richiamato l’importanza della relazione nel fare sanità: “Non è la stessa cosa abitare vicino al Santa Chiara piuttosto che distante e non basta la tecnologia a colmare questa distanza”. Citando gli interventi dei consiglieri Cia, Zanella e Demagri, ha ribadito la necessità di “lavoro d’equipe e ascolto” anche nell’agire amministrativo, convinto che “nel confrontarsi si costruiscono interventi più lungimiranti”.  Maria Bosin (PATT) ha richiamato i lavori in Commissione sul ddl ASUIT, ricordando il “ringraziamento degli ordini professionali per l’ascolto ricevuto” e la centralità del cittadino. Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha condiviso il giudizio positivo sui lavori svolti . Francesca Parolari (Pd del Trentino) ha annunciato il voto favorevole del gruppo, soffermandosi sul “macigno” rappresentato dal futuro della sanità e sul rapporto tra pubblico e privato, tema che ha definito politicamente decisivo e ha parlato di un perimetro da definire. Ha evidenziato che “sempre più persone si rivolgono al privato e sempre più rinunciano a curarsi” e ha richiamato il caso della dermatologia riportato dai quotidiani, con la convenzione che permette agli specialisti dell’Azienda sanitaria di operare nel privato fuori dall’orario di lavoro.  In dichiarazione di voto, lo stesso Valduga è tornato sul tema, ricordando che parte della libera professione “fuori orario” potrebbe essere svolta nel pubblico: “Se c’è la volontà, l’emendamento”, ha detto riferendosi al testo presentato in mattinata, “è applicabile”. Il privato, ha aggiunto, può essere utile “laddove il pubblico non arriva”, purché con “chiarezza e concorrenza leale”. Sull’intramoenia è intervenuto Filippo Degasperi (Onda), secondo cui molti professionisti hanno lasciato l’Azienda sanitaria “perché è mancato l’ascolto”. Ha criticato inoltre l’ambiguità sull’orario di lavoro: “Ribadire che si lavora fuori orario”, ha detto citando i casi in cui il professionista finisce il proprio orario in azienda alle 14.30, “è un raggiro semantico”. Claudio Cia (Misto) ha ricordato che l’intramoenia “non è stata inventata in questa provincia” e risale alla legge nazionale del 1992. Ha invitato a colmare la distanza tra quanto percepito nel pubblico e nella libera professione, valutando forme che incentivino la collaborazione con l’Azienda.
La mozione è stata approvata all’unanimità.
Lavoro occasionale agricolo, Stanchina: “Semplificare per non perdere opportunità per i giovani”
È tornata in aula, dopo la sospensione nella scorsa seduta, anche l’interrogazione del consigliere Roberto Stanchina (Campobase) sul lavoro occasionale agricolo (LOAgri), considerato una risorsa importante per aziende e studenti under 25. Stanchina ha segnalato che, nonostante la normativa lo consenta, molte imprese lamentano ostacoli burocratici che scoraggiano l’impiego dei giovani, riducendo le opportunità formative. Il vicepresidente Achille Spinelli ha detto che pur in assenza di LOAgri, sono stati portati avanti progetti volti a favorire l’occupazione nel mondo agricolo e l’impegno della Provincia nel garantire legalità e sicurezza attraverso la “Rete del lavoro agricolo di qualità”, che coinvolge quasi 500 imprenditori, e le campagne di promozione rivolte anche alle scuole che permettono di conoscere le opportunità di occupazione nei momenti in cui è richiesta manodopera stagionale. Ha detto sono allo studio interventi per semplificare le procedure, “pur mantenendo alta l’attenzione sulla sicurezza”. Nella replica, Stanchina ha annunciato l’intenzione di approfondire il nodo della burocrazia.
I lavori proseguono ora con il disegno di legge n. 66/XVII, "Costituzione dell'Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino (ASUIT): modificazioni della legge provinciale 23 luglio 2010, n. 16 (legge provinciale sulla tutela della salute 2010)", proponente ass. Tonina
Ultimo aggiornamento: 27/11/2025 02:48:15
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