Nella stessa ottica, qui rivolta alla veduta come breve incursione nel paesaggio interiore, sono proposte alcune visioni parallele, come La rissa e il Pastorale di Fortunato Depero.
Tra le altre opere, si possono vedere le Betulle, rappresentate nelle quattro stagioni, di Vittorio Casetti; i paesaggi innevati di Diego Costa; l’esplosiva creatività di Fortunato Depero (Radioscopia alpestre; Chiesa di Guardia di Folgaria); i due capolavori divisionisti di Attilio Lasta Tramonto sui Crozi Rossi e Meriggio sul Grosté; gli intimi paesaggi di Elio Martinelli; Giovanni Tiella con due luminosi acquerelli di Serrada e Luigi Vicentini, con opere degli anni ‘30 e ‘40. Affiancano i più conosciuti conterranei, Alfonso Cappelletti e Guido Valle, che hanno condiviso con loro l’amore per la pittura ed il paesaggio alpestre. Unica testimonianza ottocentesca all’interno della mostra, prodromo del felice futuro artistico dell’Alpe, è quella dell’acquerellista Domenico De Ballarini, nato a Cracovia nel 1803 e morto a Rovereto nel 1891, che dipinse uno scorcio di Lavarone nel 1855.
Durante il periodo della esposizione si terranno, a Maso Spilzi, delle conferenze nelle quali verranno affrontati temi riguardanti gli artisti ed il contesto socio-culturale. Giovedì 23 luglio, Vedute d'arte e d'avanguardia. Relazioni e ambizioni di Fortunato Depero per una reinvenzione della realtà, relatrice Elisabetta G. Rizzioli. Giovedì 30 luglio, Il rapporto tra l'alpe e la selva nelle comunità montane, tra realtà e immaginario, relatrice Roberta Bonazza.
Giovedì 6 agosto, Lo sguardo dell'Arte sull'Alpe Cimbra nella pittura della prima metà del '900, relatore Paolo Dalla Torre. Giovedì 20 agosto, presentazione della rivista trimestrale dedicata all'arte regionale Arte Trentina – La rivista dell'arte in Trentino. Tra memoria, ricerca e contemporaneità.
La mostra è visitabile dal 19 luglio al 13 settembre 2020, dal martedì al venerdì con orario 15-19, sabato e domenica 10-12 e 15-19.