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Perfido, infiltrazioni 'ndrangheta in Trentino: due condanne a 18 anni

Trento - Sono stati condannati altri due imputati per infiltrazioni della 'ndrangheta in Trentino. Dopo la prima sentenza dello scorso febbraio, oggi sono stati condannati dal giudice Stefan Tappeiner, a latere Dorfmann e Secchi, rispettivamente a dieci e otto anni di carcere Domenico Morello e Pietro Denise. E' stata inflitta la pena di interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'obbligo di risarcimento in solido del danno subito dai tre operai di origine cinesi, secondo l'accusa ridotti in schiavitù, e del danno d'immagine subito dalla Provincia autonoma di Trento (fissato in 300.000 euro), dal Comune di Lona Lases (150.000 euro), dall'associazione Libera (50.000 euro), dalla Fillea Cgil (50.000 euro) e dalla Filca Cisl (50.000 euro).


Sentenza Perfido, Fugatti: “Risarcimenti, un ottimo risultato”
“Non possiamo che rinnovare la nostra fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine, punto di riferimento per la tutela della sicurezza di tutti e per fare in modo che in Trentino l’economia e l’amministrazione degli interessi collettivi siano sempre libere da qualsiasi sopruso e infiltrazione del crimine organizzato. Anche la comunità tutta, così come le istituzioni dell’autonomia, sono chiamate a fare la propria parte, per vigilare costantemente e impedire che fatti analoghi e gravissimi, come quelli all’attenzione delle aule giudiziarie in questa vicenda, possano ripetersi”. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti (nella foto) saluta positivamente la sentenza di oggi per uno dei filoni del processo “Perfido”, nato dall’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Trentino. Diciotto anni di reclusione complessivi (dieci per uno degli imprenditori e otto per uno degli operai coinvolti) e otto risarcimenti alle parti civili fra cui le istituzioni locali come la Provincia autonoma di Trento (300.000 euro, oltre a 8.000 euro di spese legali) e Comune di Lona Lases (150.000 euro). Questo l’esito del procedimento per i due imputati che hanno scelto il rito abbreviato. “Un ottimo risultato – afferma Fugatti – che premia anche lo sforzo della nostra Avvocatura e che riconosce il danno arrecato all’immagine della nostra comunità”.


Una sentenza che arriva in un momento nel quale la comunità trentina e le sue istituzioni si sono unite ancora di più per garantire alla comunità di Lona Lases il proprio sostegno, affinché in municipio possa riprendere al più presto l’attività a guida di un’Amministrazione regolarmente eletta.

Impegno confermato anche nel passaggio di consegne tra il commissario straordinario uscente per il Comune, Federico Secchi e il nuovo commissario Alberto Francini, già questore a Trento, avvenuto alla presenza delle autorità e dei vertici di tutti i corpi della sicurezza: il questore, il commissario del governo, i comandanti di carabinieri e guardia di finanza oltre al presidente Fugatti, che nell’occasione ha annunciato l’istituzione di un’osservatorio contro la criminalità.


Ma lo sforzo per la legalità in Trentino è a 360 gradi e guarda alla provincia nella sua interezza. “L’attenzione – prosegue Fugatti – deve sempre essere massima. E in questo impegno magistrati e forze dell’ordine sul territorio non sono soli. L’autonomia trentina nella sua articolazione istituzionale e amministrativa deve essere la prima sentinella contro il malaffare e i tentativi di asservimento del nostro territorio. Che anche per la sua ricchezza e vitalità non è al riparo dai tentativi di attacco”.


Soddisfazione di Cgil e Cisl: accolte le nostre richieste. Adesso non si abbassi la guardia


Due condanne per associazione mafiosa per complessivi diciotto anni di reclusione. E’ quanto ha deciso oggi il Tribunale di Trento riconoscendo colpevoli Domenico Morello e Pietro Denise che hanno scelto il rito abbreviato, nell’ambito del processo Perfido. I giudici Tappeiner, Dorfmann e Secchi ha condannato i due imputati anche al pagamento dei danni d’immagine per le parti civili, riconoscendo a Cgil del Trentino e a Cisl, difese dagli avvocati Giovanni Guarini e Alessio Giovanazzi, un risarcimento di 50mila euro.
Una sentenza che le sigle sindacali confederali insieme alle categorie Fillea e Filca "accolgono con soddisfazione consci della gravità degli episodi accaduti in Val di Cembra, delle pesanti vessazioni, dei maltrattamenti, ricatti e violenze di cui sono stati oggetto i lavoratori. Oggi come un anno fa confermiamo l’opportunità di esserci costituiti parte civile. Una scelta che dimostra la nostra netta presa di posizione contro i fenomeni criminali e l’impegno, anche sui luoghi di lavoro, a mantenere alta l’attenzione contro il rischio, più che concreto, che interessi mafiosi si approprino di spazi della nostra economia e comunità”.


La decisione di oggi concludono i sindacati si pone "sulla stessa linea di quanto deciso dal Tribunale nel febbraio scorso per gli imputati che avevano scelto il rito alternativo, ribadendo che i fatti e le condotte messe in atto a Lona Lases sono riconducibili ad un quadro criminale messo in atto da un’organizzazione di stampo ‘ndranghetista. Per quanto riguarda il risarcimento del danno i sindacati confermano che verrà finalizzata al sostegno di iniziative per la diffusione della cultura della legalità e il contrasto all’illegalità”.

Ultimo aggiornamento: 19/12/2022 22:07:27
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