Trento - Smantellato sodalizio criminoso dedito ai furti in appartamento, eseguite dai carabinieri sei misure cautelari in carcere. Nelle prime ore di oggi i militari del Comando Compagnia di Trento hanno dato esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP del Tribunale di Trento, su richiesta della Procura, che ha recepito le relative risultanze investigative del dipendente comando stazione di Vallelaghi, nei confronti di 6 cittadini albanesi dimoranti nelle province di Trento, Milano e Prato.
Gli investigatori hanno raccolto inconfutabili elementi di colpevolezza in ordine ai reati di associazione per delinquere (articolo 416 c.p.), poiché si associavano tra loro allo scopo di commettere più delitti contro il patrimonio, con riguardo agliarticoli 624 bis, 625 c.p., in danno di abitazioni private con il fine di asportare casseforti, denaro, gioielli e valori in genere, site in province di Trento e Bolzano.

L’indagine , convenzionalmente denominata "MULLI" (smerigliatrice in lingua albanese, trae origine dalla necessità di disarticolare un sodalizio criminale dedito al furto con scasso nelle private abitazioni), sviluppata nel periodo gennaio – ottobre 2016 , nasce a seguito di un tentativo di furto effettuato in Terlago (Trento) per il quale i militari della stazione Vallelaghi impegnati in apposito servizio di prevenzione dei reati predatori "intercettano" un'autovettura Ford Focus con a bordo un 22enne che percorreva le vie adiacenti all'obiettivo visitato a bassa velocità e nel baule aveva la disponibilità di una grossa mole a disco, alcuni cacciavite e dei " piedi di porco". Il riscontro, effettuato nell'immediatezza dell'episodio , ha consentito in seguito , grazie anche ad indagini tecniche e servizi ad hoc, di raccogliere elementi in ordine alle responsabilità del sodalizio in almeno 50 furti, tutti effettuati con effrazione in abitazioni per il periodo dal novembre al giugno 2016, per un valore complessivo della merce asportata di circa 300 mila euro.
Gli arrestati, Rica Astrit, Pepa Nikolin e Gjeci Mikel, e i tre ricercati, tutti albanesi di età compresa tra i 22 e i 43 anni, avevano dei ruoli ben precisi (alcuni si occupavano di effettuare i sopralluoghi sugli obiettivi da "visitare", altri si occupavano della "logistica" ovvero delle auto da utilizzare per i colpi e del garage dove nascondere la refurtiva in attesa di rivenderla).
Una 35enne albanese, moglie di uno dei sei uomini colpiti da ordine di custodia cautelare, è stata altresì denunciata in stato di libertà per concorso in associazione a delinquere finalizzato alla commissione di reati predatori.