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Omicidio Ziliani: i risarcimenti chiesti dalle parti civili, scontro tra avvocati della difesa

Brescia - Omicidio Ziliani, le difese di Mirto Milani e Paola Zani, escludendo la premeditazione e l'uso del mezzo venefico, hanno chiesto per i loro assistiti il giudizio in abbreviato. Il processo in Corte d'Assisse a Brescia è in conclusione e dopo la richiesta di condanna all'ergastolo per i tre imputati (Paola e Silvia Zani e Mirto Milani) da parte del Pm Caty Bressanelli oggi la parola alle parti civili e alle difese dei tre imputati. Al termine dell'udienza il giudice Roberto Spanò ha rinviato per repliche al 7 dicembre, al termine camera di consiglio e sentenza.


PARTI CIVILI - Le parti civili si sono associate alla richiesta del Pm di condanna all'ergastolo per i tre, accusati di omicidio di Laura Ziliani (nella foto in basso) e distruzione del cadaveree, e avanzato richieste di risarcimento: l'avvocato Piergiorgio Vittorini, che assiste Lucia, terza figlia di Laura Ziliani, ha chiesto un risarcimento da 559mila euro di danno patrimoniale e altri 400mila di non patrimoniale oltre all'appartamento in cui risiede, mentre l'avvocato Monica Baresi, parte civile per i parenti di Laura Ziliani, ha avanzato la richiesta di una provvisionale di 238mila euro per la mamma di Laura, 117mila per un fratello, e 111mila per l'altro.


LE DIFESE - L'avvocato Simona Prestipino, difensore di Mirto Milani, ha parlato di pentimento e dubbi da parte di Mirto: "E' l'unico sia il 16 aprile, nel tentativo poi abbandonato, sia nella notte del 7 maggio che voleva tornare indietro dal piano. Solo quando si è accorto che le due sorelle hanno superato il punto di non ritorno le ha raggiunte". La richiesta per Mirto Milani, da parte dell'avvocato Prestipino, è: concedere le attenuanti, l'assoluzione per il tentato omicidio di aprile e di non riconoscere l'aggravante della premeditazione.


Invece l'avvocato Michele Cesari, che difende Paola Zani, ha spiegato che "l'idea di eliminare Laura Ziliani non è partita da Paola, che ha solo seguito la sorella Silvia ed è quindi da escludere la premeditazione". Anche Michele Cesari ha chiesto l'assoluzione per il tentato omicidio relativo all'episodio del 16 aprile, l'esclusione delle aggravanti e la premeditazione e di dare un senso ad una pena per una ragazza che rischia il carcere tutta la vita.


Infine l'arringa dell'avvocato Maria Pia Longaretti, che assiste Silvia Zani, che ha ricostruito i fatti, partendo dalla situazione in cui si trovava Silvia, quanto ha subito da piccola e nella fase dell'adolescenza e concluso "Mirto è il regista di questo delitto, Silvia era distaccata dalla realtà". Anche per Silvia Zani sono state avanzate le attenuanti sia sul tentato omicidio del 16 aprile che sul delitto della notte tra il 7 e l'9 maggio 2021.


Il giudice Roberto Spanò ha aggiornato l'udienza alle 10:30 del 7 dicembre, per repliche e sentenza.

di An. Pan.
Ultimo aggiornamento: 28/11/2023 18:28:26
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