La successiva scoperta della gravidanza della donna è stato ulteriore motivo per l’uomo per continuare a maltrattarla poiché convinto che il bambino non fosse suo, portando la donna all'esasperazione e ad interrompere la gravidanza in ospedale.
In un’altra occasione solo la fortuna ha impedito un più tragico epilogo quando, al termine dell’ennesima discussione in novembre, l’uomo dapprima le infilava in gola il telecomando della TV, tentando poi di soffocarla con un sacchetto di plastica sulla testa.
Solo ad inzio gennaio 2021 la donna si convinceva a denunciare la storia ai carabinieri di Manerba dove, in lacrime, raccontava la sua terribile storia degna di un film dell’orrore. I militari si mettevano subito all’opera raccogliendo velocemente un gran numero di riscontri, in continuo contatto con il Sostituto Procuratore, Alessio Bernardi, della Procura della Repubblica di Brescia, che ha coordinato le indagini.
Applicato in pieno il protocollo “codice Rosso”. Rapidissime ed esemplari le indagini e la risposta delle Forze dell'ordine e dell’Autorità Giudiziaria: in circa 10 giorni infatti si è arrivati alla richiesta, emissione ed esecuzione dell'ordinanza del GIP del Tribunale di Brescia, Dottoressa Elena Stefana. L'indagato ora si trova in carcere e la donna in sicurezza.
Un ennesimo caso di violenza sulle donne, una vittima coraggiosa che ha trovato la forza di denunciare il suo incubo, con una risposta immediata dei carabinieri e dell’Autorità Giudiziaria.