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Mercoledì, 17 settembre 2025
Frode nel commercio di prodotti elettronici, un arresto in Alto Adige
La Guardia di Finanza di Bolzano ha applicato anche tre misure interdittive
BOLZANO - Frode nel commercio di prodotti elettronici per 18 milioni, arresti e perquisizioni della Guardia di Finanza di Bolzano.
Ricorrendo alla sistematica emissione e all’utilizzo di fatture false, un gruppo di imprenditori con base operativa a Roma ha realizzato una frode fiscale pari a circa 18 milioni di euro, che ha consentito di immettere anche sul mercato altoatesino prodotti hi tech (laptop, smartphone e pc) a prezzi altamente concorrenziali, a discapito degli operatori commerciali che operano nel pieno rispetto delle regole. In sintesi quanto emerso da un’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano svolta sotto la direzione della Procura Europea alla sede di Roma, che ha determinato l’applicazione di misure cautelari nei confronti di quattro indagati.
Le prime indagini, che hanno portato all’esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state acquisite nel corso della quotidiana attività di controllo economico del territorio svolta dai reparti del Comando Provinciale di Bolzano. In tale contesto, le Fiamme Gialle hanno rilevato che alcune attività commerciali attive in provincia promuovevano la vendita di prodotti tecnologici di ultima generazione a prezzi stracciati e non in linea con i quelli di mercato.
I successivi approfondimenti hanno consentito di individuare i canali di approvvigionamento e di accertare come quelli che formalmente apparivano come i fornitori della merce altro non erano che dei prestanome, cui erano state intestate ditte individuali spesso attive per pochi mesi, che facevano da paravento a un gruppo di imprenditori romani che, schermandosi dietro quelle “teste di legno”, avevano ideato un’imponente frode fiscale. In particolare, gli ideatori della frode provvedevano ad acquistare i beni in altri Paesi europei, interponendo tra il fornitore comunitario e gli acquirenti finali – commercianti al dettaglio e all’ingrosso su tutto il territorio nazionale – una serie di “scatole vuote”, la cui unica funzione era quella di farsi carico dell’iva dovuta su tali transazioni, con il proposito di non adempiere agli obblighi di versamento e la certezza che in nessun modo il fisco italiano avrebbe potuto rivalersi su coloro che risultavano formali debitori perché, appunto, nullatenenti.
Le indagini svolte dagli specialisti dei Nucleo di polizia economico finanziaria di Bolzano, durate oltre due anni, hanno consentito di identificare gli autori del complesso meccanismo di frode e ricostruire, anche attraverso l’analisi dei flussi finanziari, l’ammontare del profitto dei reati commessi.
Sulla scorta delle risultanze delle indagini svolte e del quadro probatorio acquisito, i militari del Comando Provinciale di Bolzano hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato principale, di tre misure interdittive del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche per la durata di 12 mesi e a un decreto di sequestro preventivo che ha ad oggetto somme di denaro e beni per un valore complessivo di oltre 17 milioni di euro. Parallelamente è emersa la piena estraneità degli imprenditori bolzanini rispetto ai fatti contestati dalla Procura europea, inconsapevoli di essere i “terminali” della frode.
di Red. Cro.
Ultimo aggiornamento:
17/09/2025 15:24:45