Con un lavoro certosino ha cominciato a visionare le telecamere di sorveglianza, cercando di capire in quale lasso temporale la numero 31 fosse passata prima pulita e poi sporca.
L’identikit dei due sospettati si è rivelato fortunatamente utile al loro rintracciamento: se uno era vestito con una tuta anonima, uguale a tante altre, il suo compagno ne aveva una mimetica, con dei colori inconfondibili. Il ragazzo, un trentenne veneto, è stato quindi individuato dai colleghi del macchinista mentre continuava imperterrito la sua giornata sulla neve, salendo sulla seggiovia Roseal che porta a quota 2.400 metri.
A quel punto sono stati fatti intervenire i poliziotti in servizio sulle piste, che parlando con il ragazzo hanno trovato il modo di fargli confessare quanto commesso e di verificare la presenza nel suo zaino di un grosso pennarello di colore nero. A quel punto, senza procedere per vie giudiziali, lo snowboarder si è offerto di rifondere il danno causato.
“Sono molto soddisfatto di come è stata gestita la situazione - commenta l’episodio il presidente della Ciampac Tullio Pitscheider - perché significa che il livello di efficienza dei nostri dipendenti è molto alto, in grado di garantire alla clientela un buon livello di sicurezza anche in caso di furti e smarrimenti”.