-

Alloggi IPES in Alta Val d’Isarco: 13 denunciati

Dopo i controlli dei carabinieri, le accuse sono di falsità e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato

VIPITENO (Bolzano) - I Carabinieri della Compagnia di Vipiteno, con il supporto delle Stazioni dipendenti ed in stretta collaborazione con Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia autonoma di Bolzano (IPES), hanno concluso un’articolata attività di verifica sui beneficiari di alloggi di edilizia sociale nei comuni dell’Alta Val d’Isarco, finalizzata ad accertare la corretta sussistenza dei requisiti richiesti per l’assegnazione ed il mantenimento dei benefici abitativi.

L’Istituto per l’Edilizia Sociale (IPES) è un ente pubblico della Provincia autonoma di Bolzano che gestisce circa 13.500 alloggi di edilizia residenziale sociale, distribuiti in quasi tutti i comuni altoatesini. Attualmente circa 30mila persone vivono in alloggi IPES.

Le domande di assegnazione sono sempre aperte, hanno validità triennale e la situazione economica del richiedente è valutata tramite la DURP (Dichiarazione Unificata di Reddito e Patrimonio). Gli alloggi vengono concessi a canone sociale, per famiglie con redditi bassi, oppure a canone sostenibile (introdotto dal 2024) per famiglie con redditi medi, calcolato tra il 60% e il 100% del canone provinciale (circa 8,50 €/m²).

L’attività di indagine ha avuto origine con la richiesta formale all’Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia autonoma di Bolzano dell’elenco degli assegnatari di alloggi comuni dell’Alta Val d’Isarco, pari a 359 nuclei familiari.

Le verifiche si sono sviluppate in due fasi: un preliminare screening tramite le banche dati in uso alle forze dell’ordine con lo scopo di individuare eventuali anomalie nelle dichiarazioni relative a reddito e patrimonio e successivi approfonditi accertamenti svolti nei confronti di diversi nuclei familiari, mediante acquisizione delle domande di assegnazione, degli allegati presentati e dei questionari reddituali compilati annualmente dagli assegnatari.

L’accesso agli alloggi IPES avviene attraverso una domanda basata su dichiarazioni sostitutive, con precisi vincoli normativi.
Tra i più rilevanti il divieto per il richiedente, il coniuge non separato e gli altri componenti del nucleo familiare di possedere diritti di proprietà, usufrutto o abitazione su un immobile adeguato alle esigenze familiari, né di aver ceduto tali diritti nei cinque anni precedenti la domanda; l’ assenza di condanne, anche non definitive, per reati di violenza domestica; per i cittadini non appartenenti all’Unione europea essere regolarmente soggiornanti e aver svolto almeno tre anni di lavoro negli ultimi cinque anni nel territorio provinciale.

Dall’analisi dei documenti, i Carabinieri hanno rilevato diverse dichiarazioni mendaci rese da dieci beneficiari, che avevano presentato redditi non corrispondenti a quelli effettivi dei componenti del nucleo familiare, ottenendo così condizioni di locazione agevolata non spettanti. Il totale delle differenze reddituali riscontrate corrisponde a 120mila euro.

Alcuni dei soggetti deferiti sono risultati invece responsabili di incongruenze sul possesso di altre abitazioni o terreni, non dichiarati all’atto della domanda di assegnazione.

Tutti e 13 i soggetti individuati sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), poiché la dichiarazione sostitutiva di notorietà ha piena rilevanza penale in caso di mendacio.

Le dichiarazioni false hanno altresì inciso in alcuni casi sul calcolo del canone di locazione: l’IPES, infatti, determina l’affitto e il contributo pubblico sulla base dei redditi dichiarati. Il danno economico riscontrato per l’Istituto e dunque per lo Stato ammonta a poco più di 10mila euro.

Due nuclei familiari, in particolare, hanno prodotto un danno economico rilevante, quantificato dall’Istituto in circa 6700 euro. Si è dunque proceduto per i due beneficiari alla ulteriore denuncia per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, ai sensi dell’art. 316 ter del codice penale. Tali somme saranno oggetto di recupero da parte dell’Ente.

L’attività, trasmessa con regolare comunicazione all’Autorità Giudiziaria, conferma l’impegno dell’Arma dei Carabinieri e dell’Istituto per l’Edilizia Sociale nella prevenzione e repressione delle frodi ai danni dello Stato, nella tutela della trasparenza amministrativa e nel garantire che i benefici dell’edilizia sociale siano effettivamente destinati a chi ne ha realmente diritto.
Ultimo aggiornamento: 01/10/2025 09:49:18
POTREBBE INTERESSARTI
ULTIME NOTIZIE