Trento - L’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, ha presieduto nel pomeriggio in cattedrale la celebrazione della Passione e Morte. Con lui ha concelebrato anche l’arcivescovo emerito Luigi Bressan. “Il volto sfigurato di Gesù – ha detto Lauro Tisi nell’omelia - riscrive i canoni della bellezza, offrendoci l’amore come sua unità di misura”. Don Lauro descrive un "Dio che ‘mi ama da morire’. La seduzione sta nella disarmante semplicità di un amore vestito di gratuità e perdono. Questo amore vince la morte, l’ultima parola spetta alla vita, non alle lacrime, né al sepolcro" (nella foto © Zotta).
Come già ieri sera, nella Messa del Giovedì Santo (memoria dell’ultima cena di Gesù che lava i piedi ai discepoli), monsignor Tisi declina anche il giorno centrale del triduo pasquale nell’attualità dell’emergenza: “La buona notizia per tutti noi, in questo lungo anno di pandemia, è che il miracolo del Golgota ha continuato a ripetersi: tanti uomini e donne hanno reagito alla morte con un di più di amore, di dono, di tenerezza. Questa è la vera bellezza che salva il mondo”.
Domani, sabato santo, nel giorno in cui ricorrono i cinque anni dall’inizio del suo servizio episcopale alla guida della Chiesa di Trento, l’arcivescovo Lauro presiederà la Veglia pasquale, anticipata in Duomo alle ore 19.30 per consentire il rientro a casa dei fedeli nel rispetto del coprifuoco.
Omelia Venerdì Santo
“Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi.” (Is 53, 2b)
La constatazione del quarto canto del Servo di Jhwh, sembra essere in dissonanza con l’affermazione di Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.