Trento - “Trento 2034”, al via il nuovo piano di politica culturale. Sarà un progetto concreto, ma di visione, fatto di incontri, spazi, persone, ma anche di tanta immaginazione civica. Perché il presente esiste, ma il futuro è da inventare.
La partenza del nuovo piano di politica culturale “Trento 2034” è stata annunciata oggi dal vicesindaco e assessore alla Cultura e Turismo Elisabetta Bozzarelli durante la Commissione Cultura, alla presenza dei due consulenti che cureranno il piano. Si tratta di Paolo Dalla Sega, consulente senior, docente all’Università Cattolica di Milano presso l’Interfacoltà di Economia e Lettere e Filosofia e membro della Commissione Consultiva per la Danza – Spettacolo dal Vivo Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero della Cultura, e di Nahid Aliyari, consulente junior, giovane attiva da anni sul territorio in progetti di orientamento sociale e protagonismo giovanile, quali il festival culturale e musicale Popolare e l’associazione universitaria UNITiN.
Questa varietà nel team è stata fortemente cercata e voluta dal bando pubblico del Comune, che richiedeva la partecipazione di un consulente senior e di un consulente junior di età inferiore ai 30 anni, con documentata esperienza in ambito culturale, per riuscire a interpretare al meglio le diverse sensibilità (generazionale, di genere e di background) che convivono nella città e per la città.
Il piano precedente L’ultimo piano culturale, voluto dall’ex assessora Lucia Maestri, iniziava nel 2012 e si interrompeva nel 2020. In modo quasi profetico non osava immaginare oltre il 2020, anno che in effetti ha spiazzato il mondo intero, rimescolato le carte e ricalibrato la posta in gioco, rendendo impossibile qualsiasi tipo di riflessione sul presente. Oggi, dopo quattro anni, è tempo di tornare a scrivere (e parlare) di Cultura, quella che unisce, costruisce, consolida e che, negli ultimi anni, è stata la grande protagonista della Città, che dal 2021 è una città aperta.
Una nuova Trento - Rispetto a dieci anni fa, infatti, quella di oggi è una nuova Trento. È una Trento che non ha avuto paura di prendere in mano il passato, che ha visto e tutt’oggi vede evolversi processi di riqualificazione di spazi urbani prima in disuso (come ex Lettere e i depositi dell’ex Atesina). È una città giovane e universitaria, con un Ateneo pluripremiato nella classifica nazionale degli Atenei medi, con un quantitativo di studenti pari a quasi il 20 per cento della popolazione cittadina, che ha visto crescere i progetti di due nuovi studentati e che ne ha in seno degli altri, per accogliere da qui ai prossimi dieci anni migliaia di giovani. È una città aperta, che da tre anni ospita una propria programmazione di eventi culturali estivi, con l’obiettivo di diffondere e radicare la cultura. Ma è una città che guarda anche al futuro, che sta investendo su un piano di rifunzionalizzazione delle aree che saranno lasciate libere dall’interramento ferroviario. Punto di partenza di questo lavoro di ricerca, cura e cultura, vuole quindi essere la consapevolezza che un piano culturale articolato su base decennale non può partire da cosa Trento è oggi, bensì da cosa Trento può diventare tra dieci anni. Per far sì che questo accada, non è sufficiente guardarsi dentro, ma diventa fondamentale anche guardare fuori, aprendo nuove finestre sul mondo, sia perché è vocazione culturale della città stessa, ma anche perché è proprio dalle relazioni che la cultura si sviluppa.
Gli incontri pubblici - Dal punto di vista pratico, saranno centrali gli incontri con gli stakeholder principali del territorio comunale, provinciale e regionale.