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Trentino, divieto cellulari a scuola: in arrivo emendamento al ddl 36

Asili nido: parere positivo sui nuovi criteri di nomina per educatori "fuori graduatoria" e tagesmutter

TRENTO - ​​​Sul ddl 36 della consigliera Vanessa Masè (La Civica), che disciplina l’uso dei cellulari a scuola e che di fatto chiede il divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, si è ancora in cerca di una sintesi, o meglio di una convergenza. Oggi in Quinta Commissione permanente, presieduta da Christian Girardi, l’assessora all’Istruzione della PAT, Francesca Gerosa, ha comunicato che arriverà una proposta di emendamento su cui confrontarsi. Emendamento su cui sta ragionando assieme alla consigliera Masè. Quindi, tutto rimandato al prossimo 30 giugno quando sarà convocata una seduta “congiunta” tra la Quarta (dove il ddl è attualmente in discussione) e la Quinta Commissione (chiamata a esprimere un parere). Sempre oggi, la Quinta Commissione ha espresso parere positivo alla proposta di deliberazione che interviene sulle modalità di nomina degli educatori negli asili nido. Comuni e soggetti gestori, per l'avvio a settembre dell'anno scolastico 2025/2026, avranno la possibilità di chiamare gli educatori "fuori graduatoria". Una formula già sperimentata positivamente negli ultimi 5 anni scolastici e che ora permetterà la definitiva messa a regime. La disposizione prevede anche: l’introduzione della certificazione delle competenze quale canale ulteriore abilitante per la professione di tagesmutter; l’estensione del tirocinio universitario di educatore anche nelle sezioni primavera e nei poli zerosei delle scuole dell'infanzia; l’estensione della deroga per gli spazi all’aperto nei nidi, già prevista per le strutture dei centri storici (la superficie richiesta è ridotta da 30 mq per posto bambino a 10 mq), anche per i nidi saturi e consolidati e, su richiesta del CAL, anche per gli edifici esistenti aventi in origine un uso diverso.

​SULL’USO DEI CELLULARI A SCUOLA

Cosa dice la proposta di legge - La proposta di legge della consigliera Masè (ddl 36) è finalizzata a introdurre una norma per sostenere e promuovere una politica di prevenzione, nei confronti dei minori di dodici anni, riguardante i rischi legati i dispositivi digitali. Il ddl introduce anche un nuovo articolo all’interno della legge provinciale sulla scuola 2006 con il quale si introducono divieti di utilizzo di dispositivi digitali (non collegati all’attività formativa) all’interno delle scuole primarie e secondarie di primo grado e si attuano percorsi scolastici indirizzati all’acquisizione da parte degli alunni delle competenze digitali con particolare attenzione ai possibili rischi da dipendenza nell’uso dei dispositivi digitali e di altri dispositivi di comunicazione elettronica.

In Quinta Commissione - ​Oggi in Quinta Commissione, chiamata ad esprimere un parere, l'assessora Francesca Gerosa ha annunciato che si sta ragionando con Masè su un emendamento. “C’è anche da chiarire - ha specificato Gerosa - l’opportunità o meno di inserire un ddl all’interno di una legge quando a livello nazionale, sulla questione, sono state fatte delle circolari”.

​Vanessa Masè (La Civica) - Stiamo ragionando su come può essere cambiare l’articolato

Ad intervenire la consigliera Vanessa Masè: “Il dibattito in Quarta Commissione ha fatto chiaramente emergere che tutti riteniamo fondamentale agire in modo concreto. Il punto da chiare è come fare questa cosa. Sono partita da un concetto di divieto perché lo ritengo utile e perché volevo che il clamore del termine aprisse dei ragionamenti. Se mettiamo il divieto in legge però, questo può ledere l’autonomia delle singole scuole che poi dovranno applicarlo. Non sappiamo che punto di caduta troveremo, per questo stiamo ragionarndo su come può cambiare l’articolato. Il Trentino può comunque distinguersi dal nazionale”.

​Andrea de Bertolini (PD) – Continuiamo a ragionare sulla possibilità di inserire il divieto nelle scuole. Non si cerca di arginare l'uso, ma l’abuso

Così de Bertolini: “Non mi dispiace ragionare su un divieto. Bene che si inneschi il dibattito. Peccato che non sia previsto un contraddittorio tra Quarta e Quinta commissione. Difficile che ci sarà unanimità su un tema cosi delicato, ma vale la pena fare una sintesi e riaggiornarci”. Il consigliere PD chiede quindi di continuare a riflettere sulla possibilità di inserire il divieto nelle scuole anche per favorire e stimolare considerazioni nel mondo degli adulti. “ Non si cerca di arginare l'uso, ma l’abuso” chiosa ancora de Bertolini. Sul ruolo e sul peso che deve avere la scuola interviene Gerosa: “Di fatto abbiamo concordato tutti che bisogna limitare l’uso dei telefonini – dice l’assessora PAT - il confronto è sul come e sul quando. La responsabilità non può essere caricata tutta sulla scuola. Inserire il limite all’interno della scuola, per poi non avere controllo e limitazioni fuori, potrebbe innescare tra i ragazzi un corto circuito.
Il divieto potrebbe non essere compreso”.

Chiara Maule (CAMPOBASE) - Il telefono è uno strumento, faccio fatica ad immaginare la scuola che chiude totalmente a un suo utilizzo

Perplessa al divieto la consigliera Chiara Maule: “Il telefono è uno strumento, faccio fatica ad immaginare la scuola che chiude totalmente a un suo utilizzo. La scuola è un luogo sicuro perché mediato dagli insegnanti, è il luogo dove puoi iniziare ad affrontare le difficoltà che troverai fuori, nel mondo. Vedo chiaramente il problema, ma prendiamoci del tempo per trovare un punto di caduta comune”.

Mirko Bisesti (LEGA) – Favorevole al divieto. Anche se sulla disposizione non ci sarà unanimità, condividiamo tutti il fine della proposta

Così Mirko Bisesti: “Sono a favore del divieto. Anche se sulla disposizione non ci sarà unanimità, condividiamo tutti il fine della proposta".

Francesca Parolari (PD) – Il tema del ddl era più da Quinta che da Quarta commissione

Ad intervenire sull'ordine dei lavori è stata Francesca Parolari. La consigliera del Pd ha fatto notare come il tema del ddl fosse più da Quinta Commissione che da Quarta dove è in esame. “Sotto verifica ci sono diversi aspetti educativi – ha rilevato Parolari – ma le audizioni vengono fatte in un’altra Commissione". A rispondere il presidente della Quinta Commissione, Christian Girardi: “E’ stato assegnato alla Quarta Commissione perché il tema sono le politiche giovanili, noi della Quinta diamo solo un parere. In ogni caso, anche se a livello procedurale non esiste una convocazione congiunta, ci sarà una seduta di entrambe le commissioni il prossimo 30 giugno”.

ASILI NIDO: NUOVI CRITERI E MODALITÀ DI NOMINA DEGLI EDUCATORI

Parere positivo della Quinta Commissione alla proposta di deliberazione avente ad oggetto "Modificazione della deliberazione della Giunta provinciale n. 1891 del 1 agosto 2003, modificata con deliberazione n. 1659 del 29 settembre 2014, concernente i requisiti strutturali e organizzativi, i criteri e le modalità per la realizzazione e per il funzionamento dei servizi socio educativi per la prima infanzia nonché le procedure per l'iscrizione all'apposito albo provinciale dei soggetti gestori dei servizi", ai sensi dell'articolo 8 della legge provinciale 12 marzo 2002, n. 4 (legge provinciale sugli asili nido).

​Cosa dice la proposta di deliberazione

Si corre per la messa a regime - e dunque per l’approvazione entro luglio - del testo definitivo della proposta di deliberazione, dal momento che Comuni e Soggetti Gestori devono avere la possibilità di chiamare gli educatori "fuori graduatoria" in tempo utile per l'avvio a settembre dell'anno scolastico 2025/2026. Nei dettagli, infatti, la proposta di deliberazione, già sperimentata positivamente negli ultimi 5 anni scolastici, prevede la possibilità di presentare domanda "fuori graduatoria", in qualità di educatore nido, ai soggetti gestori dei servizi di nido d'infanzia dei Comuni. Non solo. La proposta di deliberazione prevede l’introduzione della certificazione delle competenze (legge provinciale 1° luglio 2013, n. 10), quale canale ulteriore rispetto al corso professionalizzante di 500 ore, per la professione di operatore educativo di nido familiare-Tagesmutter. Cambiano anche gli spazi all’aperto dei nido. In merito alle dimensioni esterne dei nido, si estende la deroga prevista per le strutture dei centri storici (la superficie richiesta è ridotta da 30 mq per posto bambino a 10 mq) anche per le aree sature e consolidate. L’assessora all’istruzione della PAT, Francesca Gerosa, rispetto al documento, ha comunicato che è stata inserita un’integrazione, che dovrà passare per la Giunta, rispondendo ad un ‘esigenza del CAL che ha chiesto l’applicazione della deroga anche agli edifici esistenti aventi in origine un uso diverso, per rispondere ad esigenze arrivate dai territori. Infine, in merito al tirocinio universitario di educatore si prevede che possa essere svolto nei servizi nido, nei servizi integrativi (i centri per bambini e genitori e gli spazi gioco) e anche nelle sezioni primavera e nei poli zerosei delle scuole dell'infanzia.

​Francesca Parolari - Perplessità sulla certificazione delle competenze per le tagesmutter

Per Parolari: positiva la proposta di rendere stabile la proposta di domande fuori graduatoria per i nidi; positiva la riduzione degli standard dimensionali degli edifici che non va a toccare gli standard di efficienza del servizio; positivo anche il tirocinio universitario nella scuola infanzia. Perplessità invece per la certificazione delle competenze per le tagesmutter. “Non vorrei che ciò significasse che la pratica prevale sulla conoscenza – argomenta Parolari - Fra i requisiti di accesso le persone devono comunque dimostrare di aver fatto un percorso formativo alla stregua degli educatori. Dietro alla certificazione delle competenze deve esserci un percorso formativo analogo a quello degli educatori”. I dubbi della consigliera Parolari vengono quindi accolti. “Il fine – ha chiarito Gerosa - resta quello di impiegare nei servizi personale che opera già nel sistema educativo. Si vuole agevolare chi ha già i titoli” . Un dettaglio pratico, quindi, che andrà a sgravare della formazione di 500 ore chi ha titoli superiori al diploma di scuola superiore richiesto, particolare curricula professionali ed esperienze lavorative comprovate.

Votazione: Approvata.​
Ultimo aggiornamento: 25/06/2025 00:11:34
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