TRENTO - Riforma Icef: parere favorevole con la contrarietà delle opposizioni Nella mattina di oggi la quarta Commissione legislativa presieduta da
Maria Bosin ha ospitato le audizioni ed espresso infine parere favorevole (con la contrarietà dei consiglieri
Maule,
Manica e
Parolari) alla delibera della Giunta provinciale che reca ad oggetto le nuove disposizioni per la valutazione dell’Icef. Il sindacato: si rischia di penalizzare le famiglie con figli.

Il
segretario della
Cgil Andrea Grosselli ha affermato che
"i cambiamenti dell’Icef hanno forti impatti sulla popolazione e il sistema implica delle scelte politiche: basti pensare alla valutazione sulla composizione del nucleo famigliare che ha un peso ad di là della mero computo economico e finanziario. Nel tempo l’indicatore, ha detto ancora, ha assunto maggiori livelli di complessità, ma ciò è avvenuto per rendere più semplici i meccanismi correttivi che altrimenti vanno ricercati a valle, cioè nelle politiche. E qui c’è il problema dei soggetti attuatori di queste politiche, come i comuni, e trasferire a questi enti le singole politiche diventa complicato. Ad esempio, il Comune di Rovereto prevede un Icef molto basso per gli asili nido ma poi le tariffe pesano molto sulle famiglie. Se si parla di equità, ha detto ancora, bisogna partire dal presupposto che nell’Icef non c’è ora e non ci sarà nella riforma proposta dalla Giunta. I canoni Itea, ad esempio, sono cresciuti del 25% negli ultimi 5 anni in base ad un aumento dell’indicatore. Il che non significa che le famiglie sono più ricche, anzi. Visto che l’inflazione è stata del 20% e i salari sono aumentati solo dell’11%. Quindi, i cittadini sono diventati nominalmente più ricchi ma di fatto sono più poveri, da qui la necessità di un correttivo. La riduzione dei canoni introdotta della Giunta va bene, ha affermato il sindacalista, ma si deve aumentare l’Icef o alzare le soglie in base al tasso di inflazione. Sul lato della semplificazione, l’obiettivo è condivisibile ma questa riforma non è sufficiente perché la complessità verrà trasferita nelle singole politiche, quindi su altri soggetti".
Sugli impatti della riforma, ha detto ancora
Grosselli, "ci sono aspetti positivi, come l’aumento del peso dei patrimoni, anche quelli all’estero, ma sono state eliminate alcune detrazioni forfettarie del reddito che andavano a tener conto la composizione delle famiglie, come le riduzioni per nuclei numerosi, o con disabili o, fatto questo importante, a favore del lavoro femminile. Fare questa riforma senza tenere conto della necessità di introdurre correttivi per le diversità delle famiglie, ha aggiunto il segretario Cgil, è molto pericoloso".
Le
Acli: attenti a non complicare il lavoro dei
Caf Il presidente delle
Acli Walter Nicoletti, ha manifestato "
una preoccupazione rispetto a questa riforma: il rischio di complicare il lavoro dei Caf e per gli utenti. Quindi, va tenuta aperto il dialogo con la Giunta per trovare un percorso condiviso attraverso il tavolo permanente. Le Acli, ha detto, è un soggetto attuatore delle politiche sociali e per questo c’è preoccupazione per il mantenimento dei diritti sociali".
Il direttore delle Acli
Michele Mariotto, ha aggiunto ch
e "l’Icef rimane un mezzo distintivo del welfare Pat e ciò aumenta la delicatezza dell’argomento. La semplificazione dell’indicatore, inoltre, manca della consapevolezza che la complessità dell’Icef è derivata dalla necessità di raggiungere un maggior livello di equità. Forse si sta perdendo l’occasione di lavorare sul fronte della maggior omogeneità che con questa riforma non sembra tenere in considerazione. Inoltre, c’è il tema della convivenza tra il vecchio e il nuovo sistema Icef che rischia di complicare le cose. Sulla composizione del nucleo famigliare la nuova Icef potrebbe introdurre distorsioni. Sui soggetti accreditati, come le Acli, il direttore ha ricordato che sono le cinghie di trasmissione delle politiche sociali e ha chiesto un tavolo di confronto specifico sull’applicazione dell’Icef"
Francesca Parolari (Pd) ha ricordato ch
e "disabilità e non autosufficienza nella delibera vengono uniformate e c’è il rischio di mettere assieme realtà molto diverse, anche dal punto di vista del reddito. Grosselli ha concluso affermando che, da parte dei comuni, gestire la complessità introdotta dalla riforma sarà difficile".
Infine, la presidente della commissione
Maria Bosin ha detto che "
il confronto con la Giunta continuerà lungo tutto il percorso di applicazione delle nuove norme. Le famiglie: cambiare le soglie per quelle numerose Alice Vettore Carraro presidente della Consulta provinciale della famiglia ha affermato che non è stata messa in discussione la scala di equivalenza Icef ed è garantito che il passaggio sarà graduale e costantemente monitorato e quindi c’è la necessità di un’informazione efficace. L’Icef ha bisogno di un intervento delle soglie come quelle per le famiglie numerose e il lavoro femminile. Quindi, la Consulta dice sì alla riforma ma chiede una modifica delle soglie e un costante coinvolgimento".
Paolo Holneider consigliere del Forum delle associazioni familiari del Trentino ha affermato che una riforma così importante significa entrare nel portafoglio di buona parte delle famiglie trentine, ma il tempo per analizzare le scelte della Giunta è stato breve. Il Forum è d’accordo sulla modifica Icef, ma va continuato il confronto con le associazioni delle famiglie per rendere questo strumento più favorevole alle famiglie, in particolare quelle numerose. Bene la semplificazione, ma si deve stare attenti perché si vanno a toccare parametri molto delicati. Sulle famiglie con figli ci sono preoccupazioni prima di tutto per l’applicazione immediata di questa riforma, inoltre con l’eliminazione delle detrazioni forfettarie per le composizione famigliare e per i doppi redditi si corre il rischio di tagliare fuori dall’Icef nuclei che hanno subito un’inflazione del 20%. Un dato, ha aggiunto Holneider che la riforma dell’indicatore non può ignorare. Quindi, il rappresentante del Forum ha chiesto su questi temi un passo indietro. Il tema dell’indicizzazione delle soglie Icef, ha affermato Parolari, è un tema ormai storico che ha pesato molto sulle famiglie, pensiamo alle rette sui nidi. Inoltre, i comuni, vista la rapidità dell’applicazione della riforma, andranno incontro a gravi difficoltà.
L’Irvapp: favoriti i nuclei monoreddito
Sonia Marzadro, ricercatrice dell’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche (Irvapp) ha presentato le simulazioni sull’impatto della nuova Icef. Simulazioni, ha specificato, che sono state fatte su una base amplia: ben 31 mila famiglie e tutti i loro componenti. Attualmente tra i componenti che pesano sull’Icef, il 4% è dato dal patrimonio tutto il resto dal reddito per la grande maggioranza (circa l’80%) da entrate da lavoro dipendente. Le deduzioni sul reddito pesano per il 50% e risultano favorire i nuclei più poveri o meno ricchi. Anche il calcolo sul peso del patrimonio funziona come elemento di equità. Per quanto riguarda la riforma ci sono meccanismi che aumentalo le soglie Icef, come il patrimonio valutato sui valori Imu e non sull’Ici; stesso ragionamento la traduzione del patrimonio in reddito e così per la cancellazione delle deduzioni forfettarie. Per contro diminuirà l’Icef per il redditi da lavoro anche perché per queste famiglie è previsto il raddoppio delle deduzioni.
Per le coppie con un figlio la riforma favorisce i nuclei dove un solo genitore lavora (solo uno su 8); stessa situazione anche per le famiglie monoreddito con due figli. Per l’impatto della riforma sui benefici sono stati presi in considerazione la quota B1, la domanda unica (tariffe e agevolazioni scolastiche e buoni di servizio). Per i 13 mila 296 nuclei che beneficiano della B1 , la metà avrebbe una quota identica a quella di oggi e una parte riceverebbe meno soldi e il 9,5% di queste famiglie non avrebbe più diritto perché uscirebbe dallo 0,3. Sui buoni servizio, infine, la simulazione mostra che l’impatto sarà molto basso.
Walter Kaswalder (Patt) ha detto di non essere d’accordo sulla scelta di aumentare il peso del patrimonio familiare sul calcolo Icef. Posizione analoga quella di Biada (FdI) che ha sottolineato che si rischia di sfavorire le famiglie che si sono create un piccolo patrimonio immobiliare. Per Francesca Parolari la riforma rappresenta un salto nel buio perché non si è ancora in grado di valutarle esattamente l’impatto. Il dibattito e l’espressione del parere favorevole Esaurite le audizioni, la presidente dell’organismo Maria Bosin (Patt) ha dato la parola ai commissari per l’espressione del parere sulla proposta di deliberazione.
Per Alessio Manica (PD) le audizioni hanno permesso di entrare meglio in un tema piuttosto complesso. Tuttavia, da questa seduta mi porto via molte perplessità, ha dichiarato: alcune confermano il fatto che dobbiamo prendere atto di una riforma come fosse un atto di fede. Una revisione della quale comprendiamo la logica semplificatoria, ha aggiunto, anche se la semplificazione raramente porta con sé maggiore equità e in questa riforma questo rischio a nostro avviso permane. Un’altra perplessità, evidenziata da Manica, così come dagli auditi, riguarda l’ostinazione di non volere affrontare il tema dell’indicizzazione. Achille Spinelli ha detto di comprendere la difficoltà dei commissari a districarsi in un tema così complesso, frutto di un lavoro durato parecchi mesi. La confusione deriva anche dall’anomalia del fatto che in fase legislativa si debba tenere conto anche della fase attuativa, cosa che non avviene con i disegni di legge o gli altri provvedimenti che passano al vaglio del legislatore. L’obiettivo della riforma, ha assicurato, è quello dell’equità, la logica è selettiva e guarda nel dettaglio alla reale capacità economico-finanziaria delle famiglie trentine nel momento in cui chiedono aiuto alla Pat. Si tratta cioè di capire chi ha realmente bisogno e in questo occorre trovare una forma di equilibrio. Ci sembra un approccio rigoroso e serio e spiace sentire parlare dell’attuale modello con rimpianto, definendo quello vigente un modello equo. Non possiamo dire di lasciare un modello equo per andare verso un modello “punto di domanda”, ha chiosato, perché l’obiettivo di questo nuovo percorso, attento e ponderato, è proprio la giustizia, oltre che la notevole semplificazione. Ci sarà un monitoraggio molto attento degli andamenti, con momenti di confronto e condivisione a cui seguiranno eventuali correzioni o aggiornamenti, ha concluso.
Walter Viola, dirigente dell’unità di misisone strategica Umst resilienza abitativa, sostenibilità e assegno unico, ha sottolineato che se alcune famiglie trentine potranno vedere un Icef aumentato, è anche vero che poi si adegueranno le politiche. L’indicatore rimane uno strumento di misurazione e valutazione, dall’altra la politica dovrà fare delle scelte. Francesca Parolari (PD) ha notato che dalle simulazioni fatte emerge la necessità di fare un ragionamento sull’impatto delle politiche: non possiamo sostenere la modifica dello strumento senza sapere di fatto come verrà messo a terra. Spinelli ha chiarito che si sta facendo già un percorso ponderato di revisione delle politiche, con l’obiettivo di non creare disagi alla popolazione trentina che accede al beneficio. La parte applicativa sarà riformata e il percorso dovrà essere il più equo possibile, ha assicurato.
La consigliera di Campobase Chiara Maule ha detto di volere prendere come un buon auspicio le parole dell’assessore, che questo voglia essere uno strumento di misurazione sul quale poi si interverrà per aggiustare le differenziazioni. La preoccupazione espressa dalla consigliera è tuttavia che si rischi di abbassare la quota di sostegno proprio per quelle persone che potrebbero fare delle scelte di prospettiva e di futuro. Daniele Biada (FdI) ha condiviso con i colleghi i timori per l’introduzione di una riforma così importante, pur confermando la fiducia all’assessore e all’approfondimento fatto in lunghi mesi di lavoro. Ha chiesto la disponibilità della Giunta a ragionare in futuro su eventuali verifiche e correttivi.
Maria Bosin (Patt) si è detta convinta che potranno insorgere dei disguidi, ma che nel complesso la semplificazione e la direzione dell’equità del provvedimento che si vuole introdurre siano assolutamente positive. Occorre prendersi del tempo per fare una valutazione attenta e aiutare chi davvero ha bisogno. Alessio Manica si è detto poco convinto della mancata indicizzazione e anche della richiesta di partire con un atto di fede: il voto sarà contrario.
Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha sottolineato l’importanza del monitoraggio e l’importanza della valutazione del patrimonio di chi riceve i contributi: parere favorevole. Messa ai voti, la proposta ha ottenuto parere favorevole (con i tre voti contrari di Maule, Manica e Parolari).
La riforma dell’Icef della Giunta Fugatti non convince il sindacato. Cgil Cisl Uil del Trentino hanno messo nero su bianco tutte le loro perplessità su un documento unitario, illustrato questa mattina in IV Commissione consiliare. La deliberazione sul nuovo Icef, dopo il possibile via libera di oggi, potrà essere adottata definitivamente dall’Esecutivo ed entrare in vigore fin da settembre. Per il sindacato confederale la riforma è un’occasione persa perché non solo non rende l’Icef più moderno e adatto alle mutate condizioni della società trentina, ma con il pretesto della semplificazione rischia di escludere dai benefici provinciali o penalizzare un numero importante di famiglie, in particolare quelle dove entrambi i genitori lavorano, le famiglie numerose e quelle con persone disabili. Altro punto a sfavore il fatto che il nuovo Icef non incentiverà, ma penalizzerà l’occupazione femminile. In particolare Cgil Cisl Uil criticano la mancata indicizzazione. Il nuovo sistema di calcolo non sarà in grado di rispondere in modo efficace ed equo ai bisogni delle famiglie trentine e alla loro perdita di capacità di spesa determinata dall’aumento dell’inflazione, soprattutto sui beni primari quali quelli alimentari e per le spese per la casa. Senza l’indicizzazione, che la Giunta ostinatamente si rifiuta di introdurre, saranno considerate più ricche persone che di fatto hanno visto ridursi il proprio potere d’acquisto reale. Del resto tra il 2019 e il 2024 l’inflazione in media è cresciuta del 20%, i redditi contrattuali da lavoro del 12%. Questo vuol dire che il potere d’acquisto si è ridotto dell’8%. Perdita di cui l’Icef, però, non tiene conto non essendo previsto ad oggi un sistema che incorpori nell’indicatore la variazione dei prezzi al consumo. Il risultato è che diverse famiglie saranno escluse dalle misure di sostegno o dovranno fare i conti con aiuti più bassi. Infine la riforma lascia le famiglie in una situazione di grande incertezza visto che, per effetto delle modifiche introdotte, avranno un valore più alto dell’indicatore, ma non essendo ancora state adeguate le soglie Icef delle diverse misure non sapranno da settembre se potranno avere riduzioni tariffarie né se saranno confermati i benefici di cui godevano. Cgil Cisl Uil auspicano che la Giunta prenda atto di queste criticità e introduca correttivi prima dell’adozione definitiva.