Essere in grado quindi di ‘controllarsi’, sapere quando puntare e, soprattutto, quanto, tenendo sempre da conto che non si dovrebbe mai investire una cifra che non ci si può permettere di perdere.
È un po’ quello che accade ad un tavolo da gioco, o quando ci si trova davanti ad un monitor per scommettere su un evento sportivo: tutti eventi che non possono offrire certezze, ci conseguenza la domanda da porsi è: “posso permettermi di perdere, nel caso, questa cifra?”. È questo il controllo del rischio che può essere adottato anche quando ci si appresta ad investire con le piattaforme di trading online.
I costi annessi al trading
Da considerare poi sempre che il trading online ha costi importanti a 360 gradi, che devono essere tenuti da conto. Ad esempio software, Internet e costi di formazione, che possono rappresentare voci di spesa anche piuttosto elevate a seconda di dove si va a parare (ovvero, a chi ci si rivolge, soprattutto per la formazione).
Ci sono poi anche le commissioni: un trader può effettuare oltre 100 transazioni al mese e le commissioni variano ampiamente a seconda del broker. Gli investitori esperti cercano il miglior software, velocità di esecuzione e servizio clienti, oltre a costi di commissione favorevoli.
In sostanza anche se non esiste una regola ferrea su quanto si dovrebbe avere nel proprio conto di investimento per iniziare a fare trading, molti broker fisseranno questo importo introducendo un minimo per iniziare. Ad esempio, un intermediario potrebbe dire che si ha bisogno di un minimo di 500 euro per aprire un conto di trading online sulla sua piattaforma.