Ma l’avranno almeno fatto uno studio preliminare di fattibilità, prima di bruciare 912 mila euro del PNRR che vanno spesi in fretta solo per non correre il rischio di perderli?!
Che dire poi delle magiche funzioni multiple a cui sarebbe destinato l’invaso? Laminazione delle piene, serbatoio idrico per campagne e canali di navigazione da Padova a Venezia, ricarica delle falde, acquedotti e magari rabbocco delle risorgive. Ma sì, mettiamoci anche i pedalò ad uso turistico. Livello bonus: lo sfruttamento del salto per la produzione di energia elettrica. Tutto un saliscendi del livello del lago ricco di piacevoli conseguenze per il microclima, la popolazione residente/resistente, la flora e la fauna, il territorio della valle!
Davvero le acque del Vanoi valgono più dell’oro, anche se dalla municipalizzata ACSM SpA commentano che il margine operativo lordo degli investimenti in solare ed eolico è molto più lucroso e a questo punto conviene arraffarli a casa d’altri, in Piemonte, in Puglia. Quindi, per generosità, lasciar fare il business idroelettrico ai vicini assetati, anche se non particolarmente vocati al risparmio idrico.
Ci vollero anni di aspri dibattiti ma anche di costruttivi confronti, giudizio d’esperti e opposizione da parte di cittadini a monte e a valle dell’improbabile sbarramento, clamore destato dagli ambientalisti… finché anche dalla Provincia di Trento giunse il diniego.
Ora si vuole partire daccapo, ma la risvegliata comunità alpina, fatta di Comitati e Associazioni di vario genere e ispirazione, state sicuri non si lascerà depredare di quei “miseri” 8 km di torrente a corsa libera della val Cortella, esempio rarissimo dalla Francia alla Slovenia, destinati a restare un’oasi selvaggia. Intoccabile di fronte a scopi devastanti, necessitante protezione dall'umana incontentabilità.
Rimaniamo vigili in attesa di dati oggettivi, progetti, valutazioni… pronti a potenti alleanze semmai lo spettro, al di là di ogni senso del limite e del buonsenso, dovesse tornare a gridar minaccia".