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Povertà in Trentino: presentato il rapporto Caritas

Cresce il bisogno, aumentano le persone accolte nelle strutture emergenziali

TRENTO - Il Rapporto 2025 della Chiesa trentina con i dati dell’attività Caritas del 2024: più di 2.400 famiglie raggiunte, oltre 800 mila euro di aiuti economici. Nelle strutture emergenziali accolte 1.100 persone.

La povertà in Trentino cambia volto, ma non rallenta. A dirlo è Trame di speranza, il nuovo Rapporto sociale della Chiesa trentina, realizzato attraverso l’attività della Fondazione Caritas Diocesana e della rete delle Caritas parrocchiali attive sul territorio. Il Rapporto è stato illustrato in vista della IX Giornata mondiale dei poveri, in calendario domenica 16 novembre. Erano presenti l’arcivescovo Lauro Tisi, la delegata dell’Area Testimonianza e Impegno sociale Annalisa Pasini, il Referente Caritas Fabio Chiari e il curatore del Rapporto Giulio Bertoluzza.

Trame di speranza raccoglie dati, storie e tendenze emerse nel 2024 nei servizi Caritas, restituendo una condizione sociale sempre più complessa, segnata da molteplici criticità, e con un elevato numero di persone che si rivolgono ai servizi Caritas per la prima volta.

Il Rapporto evidenzia una povertà dai molti volti: oltre alla dimensione economica, pesano solitudine, instabilità della casa, fragilità di salute e lavoro intermittente. Una povertà che la rete Caritas incontra ogni giorno grazie all’impegno degli operatori di Fondazione Caritas Diocesana e di oltre 1.300 volontari, presenza capillare e sentinella attenta nei territori. Un sostegno reso possibile anche dai fondi dell’8xmille destinati alla carità e dalla generosità di numerosi benefattori.

Le voci
Nel suo intervento introduttivo, l’arcivescovo Lauro Tisi ha voluto anzitutto ricordare con gratitudine don Mauro Leonardelli, compianto delegato diocesano deceduto prematuramente nell’aprile scorso. “Ha avuto nei poveri il suo focus e ha saputo fare della vita un dono essenziale, libero da sé stesso”, ha sottolineato don Lauro, introducendo quindi la nuova delegata Annalisa Pasini, “impegnata, entusiasta e desiderosa di ascoltare”.
Entrando nel merito del Rapporto, monsignor Tisi ha sottolineato come i dati mostrino “solo la punta dell’iceberg” di un disagio molto più ampio: persone che rinunciano a curarsi, solitudine che si trasforma in fragilità psicologica, lavoratori schiacciati dalla precarietà. Ha parlato con forza anche dei lavoratori migranti “che di giorno lavorano e la sera non hanno una casa: un’ingiustizia inaccettabile”.

Il vescovo ha denunciato la “narrazione semplificata e autocelebrativa” che spesso domina il dibattito pubblico, mentre “la realtà dice che i poveri aumentano e che ogni nostro intervento è una goccia nel mare”. Ha espresso gratitudine per il vasto mondo Caritas – dipendenti, operatori, volontari – e per il dialogo crescente con associazioni e istituzioni del territorio: “È un terreno in cui l’umano prevale sulle appartenenze e crea convergenza”.

In chiusura, ha richiamato due urgenze troppo spesso rimosse: il tema della pace – “un clima di guerra che mai avrei immaginato” – e il silenzio calato sulle questioni ambientali: “Sembravamo tutti diventati ambientalisti, ora si parla solo di armi”.

Annalisa Pasini, nuova delegata dell’Area Testimonianza e Impegno sociale, ha posto l’accento sulla parola chiave “collaborazione”: con le persone accompagnate, con operatori e volontari, e con il territorio. Ha ricordato che “la povertà ci riguarda tutti” e che la comunità può esprimere cura attraverso azioni concrete, donazioni, sensibilizzazione e coinvolgimento dei giovani.

Fabio Chiari ha richiamato il messaggio di papa Leone nella recente esortazione Dilexi te, ricordando che “i poveri sono il luogo in cui il Signore continua a parlarci”. Ha ringraziato operatori e dipendenti “per la passione e la dedizione” con cui ogni giorno accolgono persone spesso portatrici di linguaggi difficili e provocatori.

Infine, Giulio Bertoluzza, ricercatore dell'Università di Bergamo e curatore del Rapporto, prima di entrare nel dettaglio dei dati ha illustrato il senso del titolo Trame di speranza: “una rete fatta di operatori, volontari e comunità che, attraverso dati, ascolto e azioni concrete, mette in luce la complessità della povertà e le risposte costruite sul territorio”.

In sintesi il Rapporto povertà, suddiviso per Area tematica e di impegno del mondo Caritas.
Area comunità: 2.476 nuclei sostenuti, con più volti nuovi del previsto. Nei 39 Centri di Ascolto Caritas, il 2024 ha portato 2.476 nuclei familiari, leggermente più dei 2.425 del 2023.
Calcolando una dimensione media familiare di 2,9 componenti, si può stimare che l’intervento di Caritas abbia raggiunto oltre 7.000 persone sul territorio diocesano. Il dato più significativo riguarda chi bussa per la prima volta: 1.020 famiglie nuove.
Un numero che racconta una vulnerabilità in movimento, che intercetta famiglie fino a ieri stabili ma oggi incapaci di sostenere affitti, bollette e spese essenziali.
Gli aiuti economici distribuiti – 697.000 euro dai Centri di Ascolto e 140.000 euro dal fondo InFondo Speranza – hanno permesso a molte famiglie di affrontare spese essenziali: abitazione, utenze, alimenti, cure mediche.
Gli Empori solidali, luoghi dove si fa la spesa con una tessera a punti proporzionata al nucleo familiare, sono diventati spazi di sostegno materiale e relazionale.
Nel 2024 gli Empori – i più strutturati sono a Trento Nord, Pergine e Valle dei Laghi – e i punti di distribuzione viveri hanno sostenuto 1.325 nuclei familiari, pari a 3.658 persone.

Area accoglienza: oltre 1.100 passaggi, fragilità crescenti
Nei servizi per la grave marginalità, il 2024 conferma una pressione elevata: 488 persone accolte nella Casa “Mons. Bonomelli”, 374 nella struttura notturna di via Lavisotto, 314 al “Portico” di Rovereto. Nelle Mense della Provvidenza vengono serviti 180 pasti al giorno a Trento, 45 a Rovereto.
Le richieste allo Sportello per l’accoglienza aumentano di circa il 30% rispetto al 2023, con una presenza crescente di giovani uomini nordafricani in attesa dell’avvio della procedura di protezione internazionale.

Area abitare: 191 persone accolte (+42 rispetto al 2023)
La casa è la criticità che attraversa ogni altro bisogno. Nel 2024 l’Area abitare registra 191 persone accolte, contro le 149 del 2023. L’aumento è dovuto all’ampliamento del Progetto App su Rovereto e all’attivazione di un nuovo servizio con 15 posti aggiuntivi a Trento.
Area progetti: 40 mila accessi nei negozi Altr’Uso. I progetti legati al riuso e alla ridistribuzione – negozi Altr’Uso, magazzini del mobile, servizio carcere – rappresentano una parte importante del lavoro Caritas: oltre 40.000 accessi, più di 60.000 capi ridistribuiti (in crescita a Rovereto) e iniziative solidali come gli “scontrini sospesi” (1.300 euro raccolti).

Area migrazioni: 101 persone accolte nei percorsi UCI
Nel progetto Una Comunità Intera (UCI), dedicato ai richiedenti protezione internazionale, sono state accolte 101 persone, soprattutto in appartamenti e canoniche. Resta critica la tempistica nazionale di accesso al sistema, con ricadute importanti su salute mentale e progettualità di vita.
Aiuti economici, un presidio accanto al welfare pubblico
Il Rapporto evidenzia come, nonostante la presenza di strumenti pubblici di sostegno – l’Assegno di inclusione, che in Trentino nel 2024 ha raggiunto 1.036 nuclei familiari (circa il 4% di quelli in povertà), e la quota A dell’Assegno unico provinciale, erogata a 9.126 famiglie – una parte consistente delle persone in difficoltà resti priva di qualsiasi aiuto economico. Anche i contributi comunali coprono una quota limitata dei bisogni.
In questo contesto, gli aiuti Caritas – 837 mila euro complessivi nel 2024, destinati ad affitti, utenze e spese essenziali come sopra menzionato – rappresentano un presidio fondamentale accanto al welfare pubblico, capace di intercettare le situazioni più urgenti e di costruire relazioni di fiducia con le famiglie sostenute.

Volontari, la trama che tiene insieme tutto
La rete Caritas si regge, come ricordato, sull’impegno di oltre 1.300 volontari: 550 nei Centri e Punti di Ascolto, 410 nelle mense, 300 nei servizi tecnici e di accompagnamento, 50 negli Empori. Una trama di relazioni che rappresenta il volto più autentico della prossimità della Chiesa trentina.
Il Rapporto conferma un territorio attraversato da fragilità nuove e persistenti, in cui la casa, il lavoro “povero” e il costo della vita continuano a incidere su migliaia di famiglie. Allo stesso tempo restituisce l’immagine di una rete solidale che, grazie all’impegno delle comunità parrocchiali, di operatori e volontari, riesce ogni giorno a sostenere persone e nuclei familiari in situazioni complesse.
È all’interno di questa trama di relazioni – fatta di ascolto, prossimità e responsabilità condivisa – che la Chiesa trentina vede la strada possibile per rafforzare il tessuto sociale del territorio e costruire risposte più giuste, durature e inclusive.

Giornata dei poveri, monsignor Tisi a Levico
In occasione della IX Giornata mondiale dei poveri, la Zona pastorale Valsugana e Primiero – interessata attualmente dalla Visita pastorale dell’arcivescovo Lauro – propone un momento comunitario di preghiera e riflessione ispirato al tema scelto per il 2025: “Sei tu, Signore, la mia speranza”.
Il cuore dell’appuntamento sarà la Santa Messa di domenica 16 novembre 2025, alle ore 20.00, nella chiesa del Santissimo Redentore a Levico Terme, presieduta dall’arcivescovo Tisi. La celebrazione si inserisce nel cammino dell’Anno Santo 2025. Un invito aperto a tutti, per raccogliersi attorno alla Parola e ai poveri, e per ritrovare un orizzonte di speranza condivisa.
Ultimo aggiornamento: 10/11/2025 21:58:05
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