PISOGNE (Brescia) - Il Circolo del
Partito Democratico di
Pisogne e tutta la Zona
PD di
Valle Camonica esprimono profonda preoccupazione per la scelta dei rappresentanti locali di
Fratelli d’Italia di esporre nella loro sede simboli che richiamano con nostalgia la dittatura fascista e lo stragismo nero del dopoguerra, chiedendone con fermezza l’immediata rimozione.
“L’eco dell’inaugurazione della nuova sede del partito di Fratelli d’Italia a Pisogne - dice
Nicola Musati, Segretario Zonale PD Valle Camonica e Rappresentante del Circolo PD di Pisogne -
ci ha tristemente portato alla ribalta della cronaca. È assolutamente inaccettabile la scelta del neo segretario Alessandro Laini, del rappresentante di spicco locale del partito e di tutti i partecipanti, di esporre una croce celtica accompagnata dalla firma “i camerati”.
"Gli stessi presenti si sono accorti dell’inopportunità dei simboli sulle pareti, tanto da tentare goffamente di nasconderli. Il tutto tra risate festose e un clima di goliardia generale - aggiunge
Musati -.
Mi rattrista profondamente che episodi di questa gravità, invece che essere condannati, vengano banalizzati e presentati come se fosse la normalità, legittimati dal consenso momentaneo della politica nazionale. Se, come affermano, questi simboli non rappresentano più nessuno, lo dimostrino: li rimuovano subito. Io, intanto, rivendico con orgoglio di essere antifascista.
E sono fiero di rappresentare una Pisogne diversa“.
Unanime la condanna da parte delle rappresentanze istituzionali.
Alfredo Bazoli, Senatore della Repubblica e vice-capogruppo al Senato: “La croce celtica rappresenta un simbolo tristemente noto per essere stato utilizzato nel dopoguerra dai gruppi neofascisti che hanno dato casa a estremisti di destra e sono stati incubatori di violenza politica. È dentro quegli ambienti che si sono formati anche i terroristi neofascisti che hanno messo le bombe negli anni 70, compresa quella di Piazza della Loggia.
Il fatto che nella sede del partito della Presidente del Consiglio a Pisogne campeggi quel simbolo alle pareti getta un'ombra inquietante sui legami ideali e culturali che ancora legano alcuni ambienti di Fratelli d'Italia ad una storia con la quale non hanno evidentemente ancora fatto pienamente i conti”.
Gian Antonio Girelli, Deputato alla Camera: “Certe situazioni non possono essere né ignorate, né tollerate. La croce celtica evoca una storia vergognosa, la sua esposizione è un’offesa alla Repubblica. Mi auguro che i responsabili di FdI rimuovano dalla loro sede questo manifesto, e ancora di più dal loro futuro certi inaccettabili ricordi”.
Emilio Del Bono, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia: “E’ sempre motivo di preoccupazione che non si siano recise radici che non fanno bene al consolidarsi della cultura democratica”.
Miriam Cominelli, Consigliere Regionale:“Nell’anno dell’ottantesimo anniversario della Liberazione che ci ha consegnato una Carta Costituzionale dichiaratamente antifascista, episodi come questo sono espressione di un oltraggio a chi ha speso la propria vita per farci vivere in un Paese libero e democratico.
Sono quindi da condannare pubblicamente in maniera netta e chiara”.