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Mietitura e trinciatura al via nei campi bresciani

La novità del 2025 è lo smart corn (mais nano)

BRESCIA - Nei campi bresciani è iniziato il periodo della mietitura e della trinciatura: trattori, macchinari e agricoltori sono al lavoro dall’alba al tramonto. Per questo è tempo di primi bilanci e previsioni. Si preannuncia un’annata con una produzione nella media, fatta eccezione per un venti per cento di territorio, in cui le rese sono state superiori per il solo fatto di non essere stato colpito dal maltempo. In generale, la stagione 2025 si presenta non troppo avanti (i trinciati solitamente terminano a Ferragosto, mentre quest’anno sono tuttora in corso). La causa è sempre il meteo, con semine non precoci, avvenute maggiormente nella prima metà di aprile, facendo slittare di conseguenza tutta la stagione. In campo, in questi giorni stanno per partire le pastonature, mentre il mais verde sarà trebbiato la prossima settimana e la granella secca dai primi di settembre. “Lo scorso anno non è stato affatto positivo – commenta il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli, cerealicoltore di Orzinuovi - per le troppe piogge, che hanno ritardato di molto le semine; quest’anno invece è sicuramente più buono, con prospettive nella media. Abbiamo avuto solo due eventi avversi, uno a inizio giugno nella zona di Bagnolo, Poncarale e Capriano e il secondo a fine luglio tra Comezzano Cizzago, Dello, Orzinuovi, Bagnolo e limitrofi”.

La novità del 2025 nelle campagne bresciane è lo smart corn, il “mais nano”, sperimentato in diverse aree del nostro territorio e sul quale gli imprenditori agricoli bresciani nutrono molte attese.
Si tratta di piantine ibride di taglia bassa (30% in meno rispetto alle tradizionali), che dovrebbero garantire una più efficiente intercettazione della luce e una maggiore densità di semina (fino a 130-160mila piante per ettaro), meno bisogno d’acqua e una migliore qualità del trinciato, con più amido, e una fibra più digeribile per l'alimentazione animale, oltre che un posizionamento più stabile e resistente, rendendo la coltivazione più produttiva, sostenibile e resiliente al clima. Il 2025 è il primo anno di semine massive nel Bresciano, per circa 2mila ettari, in particolare tra Orzinuovi, Comezzano e Montichiari, mentre nel 2024 solo pochi agricoltori l’avevano utilizzato e nel 2023 era avvenuta la prima sperimentazione esclusiva. “Si tratta di un mais modificato con la genetica tradizionale in modo naturale, per farlo restare basso e resistente agli eventi climatici estremi, come grandine e vento – spiega Garbelli -. C’è un investimento di semina molto alto e, di conseguenza, una quantità di amido elevata. C’è molta attesa, per capire come reagirà nei nostri areali vocati alla maiscoltura. Per avere questi risultati abbiamo impiegato decine d’anni, con le ditte sementiere che hanno fanno investimenti importati per ottenere i nuovi incroci e rispondere così alle esigenze del nostro territorio e della nostra zootecnia, che richiede pastoni trinciati con tanto amido ed elevate quantità. Questo prodotto è la prima risposta genetica al cambiamento climatico, perché resiste molto di più a vento, grandine e stress idrico. È una varietà che è stata creata con diversi anni di ricerca: se in Italia si potessero usare le tecniche Nbt, l’avremmo avuto in pochi mesi. È mais tradizionale, ottenuto con metodi tradizionali. Per Confagricoltura, bisogna continuare a investire in nuova genetica, ricerca, sviluppo e tecnologia”.

Nel Bresciano la superficie agricola supera i 185mila ettari, con produzioni vegetali nei settori foraggero, cerealicolo e delle coltivazioni industriali, che rappresentano il 73% del totale, seguiti da prati e pascoli (21%), colture permanenti e ortaggi. La coltura principale è il mais (31% a ceroso e 20% da granella), seguito da altre foraggere (erbai e medica) e da frumento tenero, soia e orzo.
Ultimo aggiornamento: 23/08/2025 01:10:40
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