Un modello - i cui tre soggetti sono le rappresentanze dei lavoratori, le associazioni imprenditoriali e la Provincia - fondato sulla comune condivisione di un dovere civico di responsabilità verso il territorio e che ha consentito di sperimentare soluzioni innovative, sia sul versante del sostegno alle imprese, sia su quello della protezione dei lavoratori e delle loro famiglie.
E’ inammissibile, per i metalmeccanici, che aziende che operano in Trentino beneficiando di questo modello e, direttamente o indirettamente, delle risorse dell’Autonomia, disertino persino gli inviti al confronto promossi dalle istituzioni democratiche, trattando la nostra provincia e chi ci lavora e ci vive senza alcun rispetto, come un territorio buono soltanto da depredare.
Secondo le Segreterie provinciali dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, le titubanze della Provincia e i silenzi di Confindustria sul caso Sicor rischiano di essere un segnale del fatto che si voglia colpire e smantellare il modello trentino di relazioni industriali, che si fonda sull’esercizio delle competenze dell’autonomia speciale.
I metalmeccanici trentini questo modello, che per ragioni anche storiche e culturali si ispira al mondo tedesco, vogliono invece difenderlo ed anzi potenziarlo. Per questo motivo Fiom, Fim e Uilm chiedono con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto con la Provincia Autonoma di Trento e l’Associazione degli Industriali.
Vista la mobilitazione trasversale di queste settimane, che ha coinvolto pressoché tutte le Categorie e persino i pensionati, le rispettive Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil interverranno ovviamente su quanto di loro competenza.
Qualora l’appello dei sindacati metalmeccanici non venisse raccolto, se i soggetti del territorio non si assumeranno le proprie responsabilità per spingere la Sicor a riaprire il confronto, i rappresentanti delle tute blu dichiarano sin d’ora che si riservano di mobilitare l’intera categoria, non escludendo il ricorso allo sciopero generale".