Aprica - Lunedì, a “porte chiuse” per non spaventare eccessivamente gli animali, è iniziata la tanto delicata quanto affascinante operazione di rilascio all’interno dell’area faunistica a loro disposizione, dei due orsi trasportati all’Aprica dalla Bulgaria lo scorso 4 Agosto all’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino nel Parco delle Orobie Valtellinesi.
Per una settimana, i due orsi sono infatti stati ospitati all’interno delle rispettive grotte artificiali, senza poter uscire, affinché imparassero a considerarle un luogo sicuro, di loro proprietà e soprattutto dove trovare quotidianamente abbondante cibo. Sono stati alimentati con frutta e verdura di ogni tipo anche per verificare i gusti preferiti dei due esemplari. Mele, arance, pesche, mirtilli, angurie, meloni, frutta secca, carote, finocchi, peperoni, cavoli, insalata, cipolle, pomodori, ma anche carne e pesce e l’immancabile miele, sono stati gli alimenti a disposizione degli orsi che ne hanno approfittato facendo delle vere e proprie scorpacciate che in vita loro purtroppo non avevano mai potuto fare e hanno assaporato sapori insoliti, quasi sempre graditi. Si è osservato, per esempio, che la femmina non gradisce eccessivamente, peperoni e pomodori, mentre il maschio, divora tutta la frutta e la verdura e, sorprendentemente, non mangia mai carne, ma solamente pesce, rivelandosi così un orso specificatamente vegetariano. Il fatto di non mangiar carne è molto strano per un orso e il motivo potrebbe essere attribuito al fatto che magari non gliene sia mai stata data oppure a chissà mai quale altra motivazione che non potremo mai sapere, riguardante il suo triste passato alla mercé di un circo itinerante.
Presenti all’operazione di rilascio degli orsi all’esterno delle grotte artificiali dell’area faunistica, vi erano i Veterinari specializzati dell’Equipe medica dell’Associazione “Salviamo gli Orsi della Luna” nominati appositamente nel progetto internazionale riguardante gli orsi giunti all’Aprica, alcuni dei quali erano anche stati in Bulgaria per le operazioni di trasferimento e pronti ad intervenire con narcotici, in caso in caso di eventuali problematiche, essendo gli orsi imprevedibili soprattutto quando vengono rilasciati in nuove dimore, lo studente universitario Matteo Panebianco dell’Università dell’Insubria a Varese che sta raccogliendo i dati per la sua tesi di Laurea proprio sull’adattamento degli orsi provenienti dalla Bulgaria monitorando costantemente e registrando i loro moduli comportamentali, Luisa Meregalli, indispensabile collaboratrice, spesso dietro le quinte, realizzatrice dei disegni didattici e l’immancabile Dott. Bernardo Pedroni ideatore e direttore dell’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino.
Il programma stabilito prevede di far uscire all’esterno, per prima, la femmina essendo la più sensibile e successivamente il maschio, alternando le uscite singolarmente per circa dieci giorni, per poi lasciarli uscire definitivamente assieme, dopo essersi accertati che entrambi gli orsi abbiano conosciuto, utilizzato e accettato l’intera area faunistica a loro disposizione.
Giunto il momento tanto atteso, la femmina è uscita molto lentamente dalla sua grotta annusando tutti gli odori che poteva trovare nell’aria. Effettuato con titubanza il primo passo sull’erba dell’Area faunistica, si è diretta senza fretta verso il Centro dell’area a disposizione, alzandosi su due zampe più volte, in modo da vedere meglio tutto quello che la circondava. L’orsetta si è subito dimostrata serena e soprattutto desiderosa di uscire all’aperto. Dopo aver bevuto acqua al ruscello dell’area faunistica si è diretta nei pressi del laghetto a disposizione, immergendosi immediatamente. Erano anni che non poteva più fare il bagno dove era tenuta in Bulgaria. E’ stato per lei, sicuramente, un bagno liberatorio e per gli addetti ai lavori che la osservavano, anche commovente.
Dopo essersi immersa per lungo tempo, è uscita dall’acqua e si è trasferita, senza mai correre, nella parte bassa dell’area faunistica, la più lontana dalla terrazza di osservazione e ha iniziato a mangiare l’erba, ma anche ad assaporare le fragoline di bosco, i lamponi e i mirtilli presenti in abbondanza nel sottobosco.
Dopo alcune ore, durante le quali l’Orsa ha osservato e percorso l’intera area, vi era la necessità, di farla rientrare spontaneamente nella sua grotta, per trascorrere la notte, anche se, probabilmente, avrebbe desiderato dormire all’aperto nel bosco. Convincerla a rientrare, non è stato difficile, ricorrendo ad alcuni pezzetti di carne e soprattutto al profumo del miele che regolarmente ha mangiato nella settimana tenuta nella grotta.