Grazie, quindi a tutti coloro che hanno collaborato con entusiasmo e passione affinché la prossima domenica 14 ottobre tutto vada per il meglio.”
SCHEDA DEI BENI APERTI A DARFO BOARIO TERME
DOMENICA 14 OTTOBRE 2018
STABILIMENTO FERRARELLE – VISITE DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 17,30 (ultima visita)
La storia di Darfo Boario Terme, come eccellente centro di cura idropinica, comincia verso al fine del XVIII secolo con la costruzione del Casino Boario. Le proprietà benefiche e curative delle sue acque termali erano conosciute già nel Medioevo e furono decantate anche da Alessandro Manzoni. La costruzione dello stabilimento industriale di imbottigliamento risale invece al 1958 mentre il subentro di Ferrarelle SPA si registra nel 2005. Presso il sito di Darfo Boario Terme sono imbottigliate le acque minerali Boario, Vitasnella. Lo stabilimento, che oggi imbottiglia le acque minerali Boario, Vitasnella e Fonte Essenziale, si estende su una superficie di circa 59.000 m2 e consta di 2 linee di imbottigliamento in PET e 1 in vetro, alle quali si aggiunge una moderna linea in asettico per l’imbottigliamento delle nuove acque funzionali Le Linfe di Vitasnella.
CENTRALE IDROELETTRICA DI DARFO BT - VISITE DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 17,30 (ultima visita)
Una sensazione quasi mistica è ciò che devono aver provato i cittadini di Darfo Boario Terme quando, alla fine del 1800, la centrale idroelettrica fu realizzata dalla Società Elettrica Camuna in un clima di innovazione e rivoluzione sociale emblema del Novecento italiano. Un faro di speranza ed innovazione per la popolazione che ancor oggi gode dell’energia prodotta dalle acque del torrente Dezzo, proveniente dalla vicina Val di Scalve in provincia di Bergamo. La struttura della centrale oggi visibile non è quella originale, quest’ultima parzialmente travolta dall’alluvione in seguito al crollo della Diga del Gleno del 1923. A ricordare l’avvenimento è stata posta, ed ancora oggi è visibile, una targa commemorativa ad indicare il livello raggiunto dalle acque durante l’esondazione. Poche parole incise che offrono uno spunto di riflessione ed un momento di raccoglimento per le vittime e al tempo stesso dimostrano la celere ricostruzione della centrale ed il desiderio di ricominciare. Il nuovo edificio sorge sui resti della vecchia struttura e ne rispetta i volumi e le specifiche originali. Si tratta di un’apertura eccezionale, durante la quale il pubblico potrà scoprire questo luogo, simbolo di memoria e di progresso tecnologico.
MULINO ANTONIOLI VISITE DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 17,00 (ultima visita)
Situato poco sopra l’abitato di Fucine, in prossimità del Torrente Rein (Località Plagne della Valle), il Mulino Antonioli rappresenta una tangibile testimonianza della laboriosità che caratterizzava la piccola frazione di Darfo Boario Terme, che deve il suo nome alla presenza di importanti “fucine” per la lavorazione del ferro. Inizialmente denominato Mulì De la Plagna, dall’omonima località pianeggiante con un lieve pendio erboso dove crescono larici e castagni, la sua attività produttiva è attestata già nel XVII secolo. Dal 2012, il mulino è di proprietà della Famiglia Antonioli che ne ha curato il restauro. Esternamente la struttura si presenta come una piccola corte, circondata da muretti a secco e caratterizzata dalla presenza di una fontana-lavatoio in arenaria. L’edificio, di forma massiccia e con porte sprangate anti-brigantaggio, si sviluppa su due piani e reca sulla facciata principale uno stemma con l’iscrizione P.F. FECE RESTAURARE A.D. 1796. Fu utilizzato per produrre farina e divenne una realtà imprescindibile per l’allevamento e l’agricoltura locali. La fonte idrica che muoveva le macine nasceva dal Rimidì, l’alto corso del torrente Re che alimentava anche un forno fusorio.
TERME DI BOARIO- VISITE DALLE ORE 10,00 ALLE ORE 17,30 (ultima visita)
La storia delle fonti è strettamente legata alla nascita e allo sviluppo urbanistico di Boario, quale rinomato centro termale e conosciuta stazione di soggiorno. Il momento che più di altri ha definito la fisionomia e il carattere del luogo è stato il 1913, anno in cui l’architetto ticinese Americo Marazzi lo ridisegnò secondo le regole della "città giardino". Queste si basavano su una visione ampia e organica, ancora oggi riscontrabile, e una “messa a sistema” dei padiglioni delle fonti con gli elementi naturali circostanti. Il percorso di visita propone la lettura architettonica del contesto storico di riferimento e l'accesso esclusivo alla Cupola, che da più di 100 anni identifica il benessere delle acque.
Antica Fonte. Conosciuta sin dalla fine del ‘400, ha una storia particolarmente complessa. Conosciuta e celebrata anche da Manzoni, è la fonte “storica” nonché l’unica a sgorgare naturalmente dal terreno. Sin dal 1913 la copertura della polla era costituita da una semplice tettoia in legno, smontata per far posto al nuovo padiglione con annessi portico e cupola.
Fonte Igea. La fonte fu scoperta nel 1905 da Napoleone Tempini, figura a capo di una cordata di imprenditori milanesi (Società Anonima Termale Casino Boario) alla quale, nel 1910, si aggiunsero i banchieri Giacinto Mazzola e Francesco Perlasca. Attorno alla polla venne realizzato un sistema in grado di auto-sostentarsi: oltre ai padiglioni lignei (poi smontati) vennero realizzati il Grand Hotel, il Teatro Igea, la galleria e altri edifici sussidiari.
Al termine dell’attività la cordata investì sulla costa romagnola (è opinione diffusa, infatti, che Milano Marittima si sia sviluppata grazie al guadagno ottenuto a Boario).
Fonte Sacco, poi Silia, oggi Boario. Il nome originario deriva dalla conformazione della sacca glaciale ai piedi del Monte Altissimo. Anch’essa captata per perforazione e di proprietà Battaleni, era considerata la fonte più “economica”. La polla, coperta da una tettoia in legno, si trovava in mezzo a due edifici, molto simili nelle fattezze, che ospitavano un ristorante ed una locanda. Negli anni ’20 la polla fu chiusa (riaprì nel secondo dopoguerra) e gli edifici furono demoliti.
FonteEximia, oggi Fausta. La fonte fu scoperta per perforazione nel 1921, ma fu messa in commercio solo dal 1951. Il secondo nome è frutto della dedicazione a Fausto Cadeo, il medico che, prima di altri, ha promosso e divulgato le proprietà curative delle acque termali di Boario. Le architetture risalgono al 1949 e furono progettate dall’ing. Mazzoleni di Bergamo.