Trento - L’
Autonomia del
Trentino Alto Adige come
esempio di
gestione virtuosa delle risorse e modello per altri territori che cercano maggiori livelli di autogoverno. Le specificità delle zone di montagna, che hanno bisogno di attenzione particolare, in tutto il Paese, un ambito che ad esempio il Trentino valorizza con iniziative mirate su alcuni indicatori territoriali, dallo spopolamento all’alta turisticità. Senza dimenticare i temi “caldi” del dibattito, dal terzo mandato dei governatori al confronto sui Lep - livelli essenziali delle prestazioni - collegato alla riforma dell’Autonomia differenziata.
Tanti i nodi che corrono fra livello centrale e locale toccati nel panel “
Autonomie e Stati nazionali” al Festival dell’economia di Trento. Protagonisti Roberto Calderoli, ministro per gli affari Regionali e le autonomie, i presidenti delle Province autonome di Trento,
Maurizio Fugatti, e Bolzano,
Arno Kompatscher. A condurre la voce di Sebastiano Barisoni, giornalista e conduttore di Radio 24 che non ha mancato di incalzare gli ospiti sui temi di più stretta attualità (
da sinistra Arno Kompatscher, Roberto Calderoli, Maurizio Fugatti foto credit Juliet Astafan, archivio Pat).

Il primo a prendere la parola è il
ministro Calderoli, che sul tema dell’Autonomia differenziata e dei Lep menziona il valore dell’esperienza di Trentino e Alto Adige, citando poi il disegno di legge di riforma dello Statuto di autonomia di Trento e Bolzano.
“Io da un lato - commenta Calderoli -
sto realizzando l’Autonomia differenziata che è un principio riferibile a tutte le regioni a statuto ordinario, dall’altro faccio l’esempio del Trentino e dell’Alto Adige che sono la prova provata che con l’autonomia speciale una realtà può crescere meglio. Trento e Bolzano sono due perle nel panorama italiano. Credo che la riforma dello Statuto - con la quale si intendono ripristinare i livelli di autonomia precedenti alla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 - sia assolutamente necessaria”, aggiunge il ministro. Che alle critiche di chi osteggia la sua legge, paventando una ‘secessione dei ricchi’, risponde netto: “Autonomia significa spendere bene i soldi pubblici per rispetto dei cittadini.
Nessuno vuole togliere fondi al sud, ma semplicemente togliere soldi a chi li spreca che è una cosa ben diversa”.
C’è tempo per un giro di domande sui temi di stretta attualità del confronto istituzionale e politico, a partire dal terzo mandato dei governatori, a proposito del quale i tre interlocutori si dicono favorevoli al possibile avvio di un dibattito nazionale sul tema.
Si torna poi ai Lep, in particolare sulla possibilità di diminuire le risorse ai territori che dimostrano di non saperle spendere nel modo migliore per dare servizi ai cittadini.
Il conduttore interpella poi Fugatti e Kompatscher, che sebbene non siano toccati dal dibattito su Autonomia differenziata e Lep, possono dare uno spunto utile al dibattito alla luce della propria esperienza. “Tanti ospiti che vengono qui al Festival da fuori Trentino - così Fugatti - ci dicono che qui si vede la capacità dell’Autonomia speciale di spendere le risorse in modo efficiente. Questo ci dà fiducia. Se posso proporre un suggerimento, riguardo al dibattito nazionale su Autonomia differenziata e Lep, è quello di rispondere ai territori di montagna che hanno bisogno di un’attenzione specifica, anche nelle regioni ordinarie. È bene quindi tenerne conto”.
Dare risposte ai bisogni del proprio territorio di riferimento è quindi il compito di un’istituzione che conta sull’autogoverno. Il presidente della Provincia autonoma di Trento cita il lavoro portato avanti per affrontare le priorità del Trentino, a partire dal livello delle retribuzioni e della casa.
Fugatti menziona poi le iniziative mirate sulle esigenze specifiche di ciascun territorio: “Abbiamo costruito un indicatore che tiene conto di diversi fattori, dal costo della vita a quello delle abitazioni, ma anche del tasso di turisticità. Ora cominciamo ad applicarlo, ad esempio con il progetto per promuovere la coesione territoriale attraverso gli incentivi per la casa nei comuni a rischio spopolamento”.
Si torna però al ruolo positivo e propositivo dell’Autonomia speciale per la risposta alle priorità di un territorio che - ricorda il governatore altoatesino - è partito povero. “Noi siamo due Province autonome, Trento e Bolzano, e siamo tra quelle che danno soldi allo Stato, non che li prendono. Eravamo territori poverissimi di emigrazione fino agli Anni Sessanta. Poi con l’autonomia si è potuto costruire e fare investimenti anche con finanziamenti dallo Stato centrale. Da decenni non è più così”, aggiunge citando il residuo fiscale di 2 miliardi di euro versato ogni anno per abbattere il debito nazionale. “Questo - conclude - fa capire che se l’autonomia è gestita con responsabilità e non solo premia il territorio ma il sistema Paese”.