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Dolomiti Energia, sindacati contro la delocalizzazione dei call center

Fiom: lavoratrici raggirate

TRENTO - Il call center di Dolomiti Energia è gestito in appalto da GPI: 34 lavoratrici e lavoratori in Trentino e 18 a Milano, tutti inquadrati con il contratto nazionale Metalmeccanici. "In vista della scadenza dell’appalto, come Fiom e RSU di GPI abbiamo incontrato più volte la direzione di Dolomiti Energia per garantire la tutela occupazionale in caso di cambio appalto, chiedendo l’applicazione delle clausole previste dalla normativa trentina: continuità occupazionale, mantenimento di tutti i trattamenti economici e normativi e applicazione del Ccnl Metalmeccanici – come previsto dal protocollo provinciale definito tra le parti sociali per le attività di call center. In aggiunta, abbiamo chiesto un vincolo residenziale per impedire che le attività venissero delocalizzate, aggirando le clausole sociali. Dolomiti Energia aveva prontamente recepito tutte le richieste.

Solo con la pubblicazione del bando abbiamo, però, scoperto di essere stati platealmente presi in giro da Dolomiti Energia, che in tutti gli incontri avvenuti ci ha volutamente tenuto all’oscuro sia del quadro complessivo, sia soprattutto delle proprie reali intenzioni.

Abbiamo scoperto che a fianco di quello oggi gestito da GPI esiste un secondo appalto, riguardante un’altra parte del servizio di call center, attualmente affidato a un’azienda non trentina che applica un Ccnl non sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative: di fatto un “contratto pirata”, in contrasto con le stesse norme che la Provincia si è data per contrastare questo fenomeno.
Su questo appalto lavorano 20 persone, tutte a Milano.

Abbiamo, inoltre, scoperto che anche questo secondo appalto è stato messo a gara, contemporaneamente al primo, ma con condizioni peggiorative per i lavoratori: una base d’asta molto più bassa e l’applicazione di un Ccnl diverso rispetto a quello metalmeccanico previsto dalla normativa provinciale, seppur firmato da Cgil Cisl e Uil.

Infine, e soprattutto, abbiamo scoperto di essere stati apertamente raggirati da Dolomiti Energia riguardo le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori: in nessun incontro ci era infatti stato detto che, tra un anno, in base al capitolato, il lavoro oggi svolto nel primo appalto sarà trasferito nel secondo! Ciò significa lasciare in Trentino solo una minima parte delle attività, di fatto delocalizzando il servizio fuori provincia e spostando il lavoro da un appalto più tutelato e meglio retribuito a uno con tutele e salari inferiori.

A seguito delle nostre rimostranze, Dolomiti Energia ha dichiarato di voler trovare una soluzione per i 34 dipendenti GPI oggi impiegati in Trentino, ma ha confermato l’intenzione di trasferire il lavoro fuori Provincia, con il chiaro obiettivo di ridurre i costi giocando sulla pelle dei lavoratori, generando esuberi in Trentino e creando posti di lavoro meno pagati altrove.

Dolomiti Energia è una società a maggioranza pubblica, controllata dai Comuni di Trento e Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento. Ogni anno registra centinaia di milioni di euro di utile netto, ricavati dallo sfruttamento dell’acqua dei nostri laghi e delle nostre dighe. Qual è il senso di dotarsi di norme provinciali avanzate a tutela dei lavoratori negli appalti e contro i contratti pirata se poi le stesse società pubbliche le aggirano andando “sotto Borghetto”? Ma soprattutto, è tollerabile che un’azienda, pubblica o privata che sia, violi i più basilari principi di correttezza, trasparenza e buona fede nelle relazioni sindacali?"
, si legge in una nota sindacale.

Le rappresentanze sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione permanente e valuteranno tutte le iniziative necessarie, nelle forme e nei modi più opportuni, per difendere condizioni, diritti e dignità del lavoro.
Ultimo aggiornamento: 20/11/2025 11:41:41
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