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Consiglio della Provincia di Trento-Conosciamo Autonomia

Liceo Rosmini di Rovereto, un viaggio nella storia, nell’oggi e nel domani dell’Autonomia

ROVERETO (Trento) - E’ stata un’escursione nel passato, nel presente e in quello che potrà essere il futuro dell’Autonomia quella che i ragazzi del Liceo Rosmini di Rovereto hanno vissuto nella mattinata di oggi. Un incontro, che si è tenuto nell’aula magna gremita, realizzato mettendo assieme le energie e la passione di Conosciamo Autonomia, il progetto del Consiglio per promuovere la cultura autonomista, e del quotidiano il T, presente con il suo direttore Simone Casalini. Si è partiti dalla storia con Alessandro de Bertolini, ricercatore del Museo storico che ha fatto un intervento appassionato soffermandosi su quelle che ha definito le radici profonde della nostra autonomia. Radici che affondano nel tempo fino al medio evo, in quel periodo che va dal 1100 al 1300, quando, grazie all’ innalzamento delle temperature, i popoli si spinsero dal fondovalle sulle montagne costituendo comunità spesso isolate dalla pianura nelle quali si svilupparono, qui come in tutto l’arco alpino, forme di autogoverno. La gente scrisse le carte di regola (e molti furono costretti ad imparare a scrivere) che ordinavano autonomamente la vita di queste comunità. Si sviluppò una civiltà alpigiana della quale noi oggi siamo eredi. Da lì crebbe l’albero che ha dato i buoni frutti della responsabilità, dell’autodeterminazione e della convivenza. Caratteristiche di questa terra di mezzo che sono le Alpi; un “meraviglioso contenitore di culture – ha detto de Bertoloini - che dà il meglio di se stesso nella pace e il peggio nella guerra”. La storia, del resto, sta lì a dimostrarlo.
Quindi, l’autonomia non nasce con l’Accordo Degasperi – Gruber del 5 settembre 1946. Da quel momento l’autonomia si è strutturata giuridicamente, ma alla base stanno stanno sempre i valori della responsabilità e della convivenza, in primo luogo nei confronti dei nostri cugini sudtirolesi di lingua tedesca ai quali ci lega l’essere figli delle Alpi. La consapevolezza della nostra “alpigianità”, ha detto de Bertolini, deve venire prima dello Statuto per quanto fondamentale, così come la Costituzione repubblicana.

Soini: andate a votare perché la politica o la si fa o la si subisce
Il Presidente del Consiglio, Claudio Soini ha raccontato la vita del parlamento del Trentino, della sua vitalità e anche della sua capacità di trovare momenti di unità su leggi importanti per la comunità, come quella sul volontariato votata nei giorni scorsi all’unanimità. “Ci sono temi – ha ricordato sui quali non si possono piantare bandiere politiche, come ad esempio, la difesa delle donne dalla violenza”.
Soini ha concluso il suo racconto con un appello rivolto agli studenti contro l’astensionismo: “Non andare a votare – ha affermato davanti all’aula magna del Rosmini gremita di studenti – non rappresenta solo una sconfitta della politica, ma soprattutto vostra come cittadini. Non solo, il non voto è anche un pericolo per la nostra Autonomia, perché dobbiamo dimostrare che teniamo alle nostre istituzioni. Inoltre, dovete ricordare che la politica o la si fa o la si subisce”.
E’ toccato poi al segretario generale del Consiglio, Giuseppe Sartori spiegare quali sono i meccanismi giuridici che stanno alla base della nostra autonomia soffermandosi anche sui limiti che lo Stato pone alle nostre competenze e sui conflitti tra la Provincia a la Corte costituzionale. Ma anche Sartori ha chiuso il suo intervento sottolineando il tema della responsabilità: “I cittadini trentini – ha detto – possono prendere le decisioni su molti aspetti della loro vita, ma ne rispondono nel bene e nel male”.

La parola ai ragazzi
Poi si e lasciato spazio al confronto diretto tra i ragazzi, rappresentati da tre studenti della 5 A dello scientifico, che hanno dialogato con Francesco Valduga, capogruppo di Campobase e con Antonella Brunet della Lista Fugatti. I giovani hanno posto una serie di domande sulla sicurezza, sulla sicurezza stradale e sulla cultura. Sulla sicurezza Valduga ha sottolineato la complessità di un tema che deve essere affrontato tenendo conto però che spesso l’allarme deriva dalla percezione di insicurezza, perché i dati dimostrano che i reati non sono in crescita. La Pat e comuni possono lavorare per rendere più vive le città, ma ha ricordato che il piano del controllo spetta allo Stato. Brunet ha ricordato che anche su questo fronte la Provincia si muove: nelle stazioni e nelle fermate sono state installate 450 telecamere e 417 sui mezzi di trasporto pubblici. E a proposito di trasporto pubblico, sempre rispondendo ai ragazzi, si è affrontato anche il tema delle difficoltà che incontrano gli studenti pendolari. Una questione seria – ha sottolineato Brunet – che però si scontra contro la cronica mancanza di autisti. Mentre per Valduga è indispensabile, anche su questo, il coordinamento tra i vari livelli istituzionali. Per ciò che riguarda la cultura, il capogruppo di Campobase ha ricordato che l’Autonomia ha molto da dire, così come le comunità locali. Basti pensare alla Rovereto che, in passato, ha costruito il teatro Zandonai raccogliendo i soldi dai cittadini o il Mart che è stato realizzato per la volontà dei roveretani. Brunet ha però ricordato ai ragazzi che in Trentino, in particolare nelle città, ci sono moltissime iniziative culturali, alle quali i ragazzi hanno il dovere di partecipare e di fare proposte. Lo stesso dovere che devono sentire nel confronto del voto.
Ultimo aggiornamento: 05/12/2025 21:54:53

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