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Boschi, gestione attiva per affrontare il cambiamento

Il Trentino ha chiamato i territori alpini al confronto

TRENTO - Una sala gremita e oltre 300 persone collegate in streaming hanno seguito la tavola rotonda “Prospettive per la gestione forestale nei boschi dell’arco alpino”, promossa dal Servizio Foreste della Provincia autonoma di Trento e ospitata al Muse. Un appuntamento che ha riunito amministratori, tecnici e rappresentanti del mondo accademico provenienti da diverse regioni alpine per discutere le sfide che il settore forestale sta affrontando, tra aumento delle temperature, fenomeni meteo intensi, epidemie fitosanitarie e trasformazioni economiche e sociali della filiera del legno. "Il Trentino ha saputo gestire con responsabilità e competenza eventi critici come Vaia e la successiva epidemia da bostrico, ma questo non basta - sono state le parole dell’assessore provinciale alle foreste, caccia e pesca Roberto Failoni -. Abbiamo bisogno di continuare a confrontarci con gli altri territori che sono chiamati ad affrontare situazioni simili alla nostra. Chiamatela contaminazione, scambio o confronto: è fondamentale per capire dove possiamo migliorare. Per il Trentino il bosco è ambiente, ma è anche paesaggio, identità ed economia. Chi ci lavora ogni giorno sa quanto questo equilibrio sia delicato. Oggi la sala piena e le centinaia di persone collegate ci ricordano quanto questa sfida sia sentita e attuale”. Foto @Juliet Astafan.

A guidare la tavola rotonda è stato Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio Foreste della Provincia autonoma di Trento, che ha richiamato il valore della conoscenza condivisa. “Pianificare scelte e politiche per la gestione forestale richiede capacità di leggere scenari nuovi, ascoltare le esperienze di altri territori e sviluppare decisioni consapevoli. Comprendere le buone pratiche ed eventuali errori ci aiuta a evitare conseguenze che possono essere molto pesanti, sia sul territorio che sull’economia locale”.

Dal confronto tra gli ospiti è emersa la necessità di una gestione attiva e coordinata delle foreste, in grado di assicurare al tempo stesso funzione protettiva, disponibilità di legname e attrattività paesaggistica. La docente dell’Università di Torino Roberta Berretti (Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari) ha richiamato il carattere multifunzionale dei boschi alpini: “Il bosco protegge, ospita biodiversità, assorbe carbonio, compone il paesaggio e sostiene il turismo.
Tutte queste funzioni coesistono, ma è quella prevalente in ciascun contesto che deve guidare le scelte di pianificazione”.

L’esperta di entomologia forestale dell’Università di Vienna (BOKU) Sigrid Netherer ha illustrato l’impatto dei cambiamenti climatici sui parassiti: “Ondate di calore sempre più lunghe, siccità alternate a precipitazioni intense e tempeste che lasciano molto legname a terra favoriscono la diffusione del bostrico. Le misure di lotta sono efficaci solo se integrate: monitoraggio, rimozione rapida delle piante colpite e prevenzione attraverso strutture forestali più diversificate. Alcuni cambiamenti richiederanno decenni”.

Il direttore dell’Ufficio pianificazione forestale del Land Tirolo Kurt Ziegner ha evidenziato la necessità di disporre di dati aggiornati per intervenire con efficacia: “Negli ultimi anni abbiamo registrato eventi di grande intensità che hanno inciso in modo significativo sulla funzione protettiva dei boschi e sulla disponibilità di legname. In alcune zone non è stato possibile garantire una gestione ordinaria e questo ha creato difficoltà anche per le imprese del settore”.

Il direttore della Ripartizione Foreste della Provincia autonoma di Bolzano Gunther Unterthiner ha posto l’attenzione sul ruolo dei proprietari forestali: “La gestione attiva è la chiave per avere boschi resilienti. L’abete rosso continuerà a essere una specie fondamentale nelle nostre aree, ma dobbiamo favorire boschi più misti. Serve anche una gestione venatoria coerente, capace di garantire la rinnovazione naturale”.

Dal punto di vista della filiera del legno, il direttore vendite Europa del Pfeifer Group Robert Giugni ha ricordato che la sostenibilità si costruisce lungo tutta la catena produttiva: “Il mercato oggi chiede legno certificato, tracciabile, locale. La filiera funziona se vi è continuità nella fornitura e se il legno del territorio riesce a rimanere competitivo”.

Infine, l'esperto di logistica e commercializzazione del legno con lunga esperienza presso la Camera di Commercio austriaca Herbert Kohlross ha richiamato la necessità di prepararsi a eventi futuri: “Gli eventi calamitosi si ripeteranno e bisogna organizzarsi per conservarne la risorsa legno, gestirne la logistica e sostenere le segherie locali. Investire nella gestione attenta dei boschi non è una scelta opzionale: è una condizione per garantire lavoro, tutela ambientale e autonomia della filiera”.
Ultimo aggiornamento: 05/11/2025 20:47:10
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