Teglio - Sono cinque i Comuni valtellinesi e valchiavennaschi che usufruiranno di un contributo di 20mila euro ciascuno per proseguire campagne di scavo archeologico avviate negli scorsi anni.
La Provincia di Sondrio, grazie a un bando di 100mila euro, ha finanziato progetti per proseguire importanti ricerche archeologiche nei comuni di Piuro, Castione, Caspoggio, Tresivio e Teglio, che consentiranno di portare alla luce manufatti e reperti dall’età del Rame, al Medioevo, fino al Seicento.
A Teglio proseguiranno le indagini archeologiche già in corso al “Dos del Castel”, sede dell’antico castello medievale del quale si conservano la torre “de li Beli Miri” e la chiesa di S. Stefano. Durante la campagna 2022 sono state aperte due aree di scavo vicine alla torre dove è stato possibile riportare alla luce una scalinata monumentale semicircolare direttamente scavata nella roccia, riconducibile al XIII secolo, e un’abitazione trecentesca che ha restituito numerosi reperti della vita quotidiana del castello bassomedievale (punte di freccia per arco e balestra, frammenti di ceramica di produzione comasca e padana, frammenti di pietra ollare, chiavi, cerniere, chiodi, strumenti di lavoro, coltelli, monete di area lombarda, tirolese, grigione).Nel 2023 si amplierà l’area indagata aprendo uno scavo a sud della torre: questo permetterà di indagare altri edifici bassomedievali (almeno tre strutture), ad oggi solo parzialmente scavati, e di recuperarne i relativi materiali archeologici.
Proseguiranno anche le indagini archeologiche dell’area Belfort a Borgonuovo per continuare la riscoperta dell’Antica Piuro sepolta da una frana nel 1618: oltre al restauro e consolidamento degli antichi ruderi situati nella zona del Palazzo Vertemate di Belfort e delle pertinenze esistenti, si realizzerà un accesso alla camera ipogea detta "Cantina del Piocc". L’obiettivo più a lungo termine è la creazione di un piccolo parco archeologico dell’Antica Piuro, che assieme al museo ad essa dedicato e ai palazzi nobiliari antichi ancora esistenti potrà divenire certamente un’attrattiva turistica della Valchiavenna, garantendo anche una migliore tutela del bene.
Le indagini e gli scavi in località “Castello” di Caspoggio, avviati nel 2020 grazie al progetto “Le radici di un’identità”, hanno permesso di portare alla luce reperti che documentano la frequentazione del luogo fin dall’età del Bronzo.