Cioccarelli ha detto di essersi commossa quando glielo hanno consegnato e di aver interpretato il dono come la richiesta implicita di fare tutto quanto in suo potere per salvaguardare l'integrità e la bellezza della comunità locale.
IL DIBATTITO
È seguito il dibattito, nel quale si sono sentite soprattutto voci a sostegno dell'azione intrapresa dal sindaco, ma anche qualcuna in difesa dei derelitti profughi. Tra le prime ne citiamo per brevità solo tre. Per Andrea Negri "lo Stato dovrebbe vergognarsi per aver messo in piedi questo meccanismo che è un commercio di persone". Un extracomunitario ben integrato ad Aprica ha sostenuto essere impossibile integrare chi non si vuol integrare. Lo storico Dino Negri ha ricordato come ottant'anni fa gli Aprichesi si opposero fisicamente al tentativo esterno di alloggiare presso un albergo locale decine di ammalati di TBC, decidendo di voler diventare località turistica e non sanatoriale.
Tra le voci contrarie, quella di un uomo che ha letto delle considerazioni storico-politiche, additando il colonialismo e altre nostre colpe storiche come concausa del fenomeno migratorio odierno. E quella di Enrica Volontè, che tra le contestazioni ha potuto a fatica fare alcune pacate precisazioni, tipo quella che non risponderebbe a verità la crisi delle prenotazioni, aggiungendo che non far onore a una località dedita all'ospitalità questa esagerata enfatizzazione del problema profughi.

Le firme si continuano a raccogliere fino a giovedì 19 maggio presso il Municipio e l'Ufficio turistico.
ECCO IL TESTO DELLE LETTERA
Ecco la lettera del Comune di Aprica a: Prefetto di Sondrio, Questore di Sondrio, Presidente Provincia di Sondrio, Presidente Regione Lombardia, Presidente Consiglio dei Ministri, Ministro degli Interni, Presidente della Republica.
"Con la presente i sottoscritti cittadini di Aprica chiedono che urgentemente si ponga rimedio alla grave situazione creatasi in paese a seguito dell'emergenza profughi. Nello specifico chiediamo alle autorità competenti di valutare i seguenti aspetti:
- Come prima cosa, il numero di persone ospitate ad oggi risulta essere più di settanta. In un paese di millecinquecento abitanti è un numero spropositatamente elevato e che crea, a detta di tutti gli operatori del settore, l'impossibilità di gestire in modo adeguato le necessità di queste persone, le quali vengono ospitate alla sola ricerca della diaria promessa (in modo francamente irresponsabile da parte dello Stato) da individui non residenti all'Aprica e ovviamente diseinteressati alle sorti future della località. Chiediamo pertanto l'immediata riduzione del numero a non più di venti persone.
Ultimamente da più parti si sente dire che i profughi vengono mandati dove viene data la disponibilità; è evidente che questo ragionamento non può essere adottato ad Aprica, dove anche a causa della crisi risulta essere facilissimo trovare abbondante disponbilità di locazioni, ben pagate, che rischiano di trasformare questa emergenz in un business per pochi.
Già con il numero attuale la situazione turistica del paese è messa in grave pericolo; se dovesse aumentare ulteriormente sarebbe la il disfacimento per l'intero comparto turistico, sia estivo che invernale.
- Sicurezza. La presenza di un numero così elevato di persone concentrate in due strutture poste tra l'altro a poca distanza l'una dall'altra genera non poche preoccupazioni a noi residenti, donne e genitori. I profughi in questione sono quasi totalmente uomini tra i 25 e i 40 anni, che si muovono anche a gruppi di 30 persone.
- Integrazione. È lampante come un numero così elevato di persone non possa in alcun modo essere integrato in un piccolo paese. Già si cominciano a manifestare problemi di convivenza nelle strutture sportive e di svago.
Vi preghiamo di riflettere su questa nostra iniziativa; Aprica è da sempre un paese ospitale, ma quella che gridiamo è preoccupazione di chi vede messi in pericolo la propria sicurezza, il proprio lavoro e la serenità delle famiglie. Settanta, ottanta o forse cento uomini adulti lasciati allo sbando nelle nsotre strade distruggeranno la nostra economia e con facile profezia avremo episodi di prevaricazione e violenza. La gravità della situazione è a nostro avviso talmente evidente che confidiamo in una rapidissima presa di posizione da parte di chi di dovere". Il sindaco Carla Cioccarelli