La manualità dell'operatrice è molto importante in questa fase, giacché, per assicurare un buon risultato estetico e creare una struttura resistente, sarà necessario dare una forma bombata (con la cosiddetta curva C) al gel, operazione che richiede molta esperienza e precisione.
Altro step essenziale è quello della polimerizzazione. Per far solidificare il gel è necessario esporre le mani alla luce ultravioletta prodotta da un “fornetto”. Affinché il processo avvenga correttamente, il necessario tempo di esposizione deve essere rispettato in modo scrupoloso.
Sempre più persone scelgono di realizzare da sole la ricostruzione, per risparmiare o semplicemente perché appassionate del mondo del nail care.
Con un po' di esperienza è possibile ottenere risultati eccellenti, ma occorre badare ad alcuni particolari. Innanzitutto, è bene utilizzare solo prodotti certificati e di comprovata efficacia. Per farsi un'idea precisa del tipo e della varietà dei materiali tra cui è possibile scegliere, è possibile sfogliare questo elenco dei gel per la ricostruzione delle unghie.
Bisogna porre particolare attenzione all'uso e alla manutenzione del fornetto UV, che richiede la periodica sostituzione dei bulbi che emettono la luce. Viceversa, si corre il rischio di non polimerizzare correttamente il gel ed ottenere ricostruzioni di pessima qualità.
Quando la ricostruzione è una buona scelta
Le tecniche di ricostruzione delle unghie sono state affinate molto nel corso degli anni: oggi, questo trattamento non presenta controindicazioni particolari e, quando eseguito da mani esperte, non comporta danni per l'unghia naturale.
Come già accennato in precedenza, questa soluzione è perfetta per chi desidera avere mani curate senza dover dedicare troppo tempo all'uso di smalti e lime, ma non solo: la ricostruzione è l'ideale quando le unghie sono molto fragili e deboli, crescono lentamente o tendono a sfaldarsi.
In questi casi, la copertura si rivela utile sia per sfoggiare una manicure impeccabile, sia per proteggere e lasciar crescere le unghie naturali.
Un'altra applicazione molto interessante riguarda la possibilità di contrastare l'onicofagia, ovvero il vizio di mordersi e mangiucchiarsi le unghie, che non è tipico solo dei bambini, ma interessa anche molti adulti. Le unghie ricostruite, naturalmente, sono troppo dure per essere intaccate con i denti e così, settimana dopo settimana, sarà possibile lasciarsi alle spalle questa pessima abitudine, che oltre ad essere molto poco elegante, può anche danneggiare le lamelle e causare brutte infezioni.
Quando la ricostruzione è controindicata
Esiste una serie di situazioni in cui è preferibile evitare o rimandare questo trattamento.
In primis, è importante sottolineare che le unghie che si vanno a trattare devono essere in buono stato. Ad esempio, in presenza di infezioni fungine delle unghie (onicomicosi), questi interventi vanno assolutamente evitati. Non solo si rischia di peggiorare la situazione creando un ambiente favorevole alla proliferazione del fungo, ma in molti casi se ne provoca la diffusione, facendo sì che esso vada ad interessare anche le altre unghie.
Prima di procedere alla ricostruzione, sarebbe opportuno verificare l'esistenza di eventuali allergie, anche solo applicando piccolissime quantità dei prodotti che si andranno ad utilizzare in un punto nascosto del corpo e verificandone gli effetti. In caso di rossori evidenti o forti bruciori, è bene rinunciare al trattamento, oppure orientarsi verso prodotti con formulazioni più delicate.
Non sono ancora stati dimostrati effettivi pericoli per quanto riguarda le ricostruzioni effettuate quando si è in dolce attesa. In effetti, le sostanze applicate sull'unghia evaporano o solidificano molto rapidamente, per cui è improbabile che possa verificarsi l'assorbimento dei composti chimici da parte della donna o del feto.
Tuttavia, alcuni composti presenti in questi prodotti, come gli ftalati, sono considerati teratogeni, ovvero potenzialmente in grado di provocare malformazioni. Nel dubbio, il consiglio è quello di limitare il ricorso a queste metodiche, o evitarle del tutto durante i 9 mesi della gestazione.
In ultimo, è importante ricordare che le ricostruzioni devono essere rimosse quando ci si sottopone ad un intervento chirurgico, specie se in anestesia totale. Durante l'operazione, infatti, il letto ungueale deve essere visibile, per consentire la valutazione di eventuali cambiamenti della colorazione che possono indicare difficoltà circolatorie o stati di ipossia.
Inoltre, spesso si ricorre all'applicazione del pulsiossimetro su un polpastrello. Questo piccolo strumento è in grado di registrare la frequenza cardiaca e il livello di saturazione dell'ossigeno nel sangue, fornendo importanti indicazioni ai medici. Dal momento che il suo funzionamento si basa sull'emissione e la ricezione di radiazioni luminose che devono attraversare il dito, la presenza della barriera rappresentata dall'unghia artificiale può inibirne il meccanismo.