Le stesse acque vengono poi riutilizzate più volte in diverse risaie.
La risicoltura padana svolge inoltre una funzione di accumulo d’acqua nelle falde, trasformando il sottosuolo in una sorta di spugna in grado di assorbire l’acqua immessa, per poi restituirla all’ambiente e lentamente ai fiumi. Questo consente anche di mitigare gli effetti delle “magre” che si generano normalmente nei mesi più caldi e di scarse precipitazioni
Infine, rileva la Confederazione, la risicoltura non sottrae nemmeno risorse idriche ad altri settori come quello idropotabile, idroelettrico e industriale. Le colture risicole utilizzano infatti “a valle” le risorse idriche dopo che le stesse sono state impiegate per produrre consistenti quantitativi di energia elettrica.
Insomma, conclude Cia Lombardia, l’agricoltura non spreca acqua, ma fa di tutto per risparmiarla, anche perché la paga cara. Quindi si impegna affinché ogni goccia sia usata per produrre reddito.
Il vero problema in Italia è la dispersione idrica con reti obsolete che andrebbero ammodernate e adeguate alla situazione attuale e la necessità di creare nuovi ed efficienti bacini di invaso e accumulo.