Trento - La biodiversità è un'espressione fondamentale della sostenibilità e rappresenta oggi un punto centrale delle politiche dei frutticoltori. Dalpiaz: "Un territorio di alta qualità ha una storia da raccontare e oggi può essere un fattore di competitività per le imprese".
Un momento impprtante di "Interpoma" a Fiera Bolzano è stata dedicata alla sostenibilità e alla coltivazione biologica; nel convegno dal titolo "La melicoltura sostenibile nella produzione Bio e nella produzione integrata" sono state presentate numerose esperienze e studi in varie parti del mondo.
Il direttore di Apot e Assomela Alessandro Dalpiaz (nella foto) ha illustrato lo studio circa la biodiversità dei terreni frutticoli del Trentino, nell’ambito del progetto di Trentino Frutticolo Sostenibile, giunto al terzo anno di attuazione.
"Fra le tre componenti della sostenibilità, economica, ambientale, sociale - ha riferito Dalpiaz nel suo intervento - preferisco partire dalla prima, perché fornisce una motivazione chiara e necessaria ai produttori per compiere nel concreto iniziative di miglioramento della qualità dei prodotti con processi coerenti.
La biodiversità è un’espressione fondamentale della sostenibilità. Più ampia è la biodiversità e meglio ogni ecosistema sarà in grado di reagire ad eventuali cambiamenti, garantendo risultati ambientali ma anche economici duraturi".
Proprio per raggiungere questi obiettivi Apot ha cominciato a "misurare” la biodiversità, analizzando l’ambiente produttivo e il territorio, l’acqua e il terreno, allo scopo di capire la reale dimensione di questo fondamentale parametro, individuare possibili criticità e, ove possibile, progettare interventi di miglioramento.
In due anni sono stati raccolti 80 campioni di terreno coltivato a melo, nei primi 12 mesi, ed altri 56 campioni provenienti da terreni coltivati con specie diverse al melo nei successivi 12. I risultati, elaborati da primarie società terze, sono molto incoraggianti.