Il nuovo impianto di collettamento è, infatti, una grande occasione per promuovere un nuovo corso e una nuova vita al lago di Garda, con proposte e impegni che coinvolgano tutti i livelli istituzionali.
"Rimaniamo convinti che sia indispensabile:
- sostenere e promuovere la redazione di un progetto unitario per il nuovo impianto di collettamento per la costa veneta e lombarda, sottoposto a un processo di Valutazione di Impatto Ambientale, come prescrive il Testo Unico dell’Ambiente;
- fare riferimento per tutta la progettazione riguardante il lago di Garda alla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, con particolare attenzione al capitolo riguardante gli “Ecosistemi di acque interne e di transizione” dove si definiscono i laghi di origine alpina (come il Garda) soggetti a diverse pressioni: prelievi idrici, turismo, carichi dei nutrienti ed eutrofizzazione;
- valutare tecnicamente l’opportunità di utilizzare il solo impianto di depurazione di Peschiera del Garda per soddisfare le esigenze di depurazione delle acque reflue veronesi e bresciane, iniziando a praticare la separazione delle acque bianche e nere nei comuni serviti dall’impianto di collettamento. Promuovere di conseguenza la dismissione delle condotte sublacuali;
- coinvolgere nel processo elaborativo anche la regione Trentino Alto Adige, dato che parte del bacino lacustre ricade nella Provincia di Trento;
- introdurre, per tutte le dinamiche che coinvolgono il Garda, il concetto di "limite". Il nuovo impianto di collettamento non deve in alcun modo essere il veicolo per proseguire con gli stessi modelli di sviluppo fin qui adottati che hanno sottratto suolo e ambiente. Il suolo è prezioso e non rinnovabile, limitato e finito;
- promuovere uno studio approfondito sulla fascia perilacuale che ne preveda la parziale rinaturalizzazione e il conseguente spostamento di ogni tipo di impianto al di sopra delle rive. Gli habitat costieri contengono molti elementi naturali che si intrecciano con l'ecosistema lacustre per formare una rete ecologica. La vegetazione, i sedimenti e il detrito giocano un ruolo importante nei cicli vitali dei pesci e della flora e fauna costiera e permette l'abbattimento dei carichi di fosforo e azoto;
- valutare lo stato di salute dei corsi d’acqua che scendono a lago, promuovendo periodici prelievi delle loro acque per verificare la presenza di inquinanti, organici e non, per permettere di individuare eventuali scarichi abusivi o mancati allacciamenti alla rete fognaria locale. L’obiettivo in capo alle amministrazioni locali sarà quello di fornire reti adeguate per la raccolta separata delle acque nere da veicolare nel nuovo collettore, promuovendo una riforma dei regolamenti edilizi che privilegino ed incentivino la realizzazione di vasche per la raccolta delle acque piovane con il loro riutilizzo sul posto per i servizi sanitari e per l’irrigazione;
- istituire un Osservatorio Interregionale per il Garda, che riunisca tutti gli attori del territorio, da quelli istituzionali alle associazioni accreditate, con compiti di tutela dell'ecosistema e di promozione di attività scientifica e di ricerca a supporto dei decisori per la formulazione di proposte idonee alla valorizzazione del territorio gardesano. Dovrà, inoltre, comunicare e rendere partecipi le popolazioni locali anche predisponendo periodicamente un rapporto sull’ambiente e sulle politiche per il paesaggio;
- aprire un tavolo sulle criticità e i bisogni del lago nel suo complesso".
“È quindi necessario, proprio per il valore ambientale, paesaggistico, storico, culturale ed economico che il lago di Garda riveste, che si giunga al più presto a un nuovo progetto di collettamento e depurazione in grado di risolvere le criticità attuali e che sia invece concepito con il massimo rigore e la massima coerenza avendo come principio cardine la tutela del bacino del Garda e i suoi ambienti” dichiarano Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia e Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto.