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Ospedale Santa Chiara, al vaglio le cause dell'incendio

L'episodio si è sviluppato all'all'alba e subito domato

Trento - Alba di paura per un principio di incendio all’ospedale Santa Chiara, che è stato domato in poco tempo. Non si registrano feriti e nessun paziente è stato evacuato dall’ospedale.
Un principio di incendio ha interessato stamani un ambulatorio visite (endoscopia), al secondo piano dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Nessun degente si trovava negli spazi interessati dal rogo quando le fiamme si sono sviluppate.

La chiamata alla Centrale unica di emergenza è scattata alle 6 ed i vigili del fuoco - intervenuti in forze con 17 permanenti ed i volontari di Pergine Valsugana con ulteriori autoscala e piattaforma - hanno spento l’incendio entro le 6.45. Sul posto è stato attivato anche il personale dell’Azienda sanitaria.

Le operazioni sono state coordinate dal Dipartimento protezione civile, foreste e fauna con il Servizio Antincendi e Protezione civile, d’intesa con la Presidenza della Provincia, l’Assessorato alla salute e la Direzione generale di Pat e Apss. Sono state immediatamente attivate e sono in corso le operazioni di bonifica: non ci sono ripercussioni sulle attività di carattere sanitario. Nel corso dell’emergenza, i Vigili del fuoco volontari di Povo e Gardolo hanno coperto eventuali ulteriori chiamate di soccorso.

Il commento dei sindacati

Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. L’incendio scoppiato all’alba di oggi all’ospedale Santa Chiara poteva avere conseguenze gravissime, evitate anche grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco a cui va il nostro ringraziamento, e al corretto funzionamento dei sistemi anticendio. Ancora una volta si è dimostrata la capacità e la professionalità del personale addetto alla sicurezza del nostro territorio e delle persone che ci vivono. In un periodo in cui troppo spesso ci troviamo a dover commentare infortuni sul lavoro oggi possiamo affermare che non stata solo una questione di “fortuna” il mancato coinvolgimento di persone ma anche gli investimenti in sicurezza e prevenzione oltre al comportamento adeguato del personale. Siamo consci del fatto, però, che questo incidente appesantirà ulteriormente l’organizzazione dell’ospedale e dunque richiederà molto probabilmente un ulteriore sforzo al tutto il personale sanitario e arrecherà dei disagi ai pazienti. Pur consapevoli che si sta facendo ogni sforzo per ridurre al minimo le criticità esprimiamo tutta la nostra vicinanza al personale sanitario e non che ogni giorno lavora nel maggiore nosocomio della provincia. Auspichiamo si chiariscano quanto prima le cause di quanto accaduto. Certo è che anche questo episodio apre una riflessione sulla struttura e sul tempo purtroppo perso per la realizzazione del nuovo ospedale”.

"Incendio al Santa Chiara: la risposta rapida del sistema d’emergenza"

Disagi contenuti e nessun paziente coinvolto. L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha evitato il propagarsi delle fiamme, divampate questa mattina in un ambulatorio dell’Unità operativa multizonale di gastroenterologia ed endoscopia digestiva al secondo piano, corpo B, dell’ospedale Santa Chiara. Il principio di incendio si è sviluppato in un’area ambulatoriale dove al momento dell’incendio non c’era attività sanitaria e non ha comportato conseguenze per le persone. Le procedure previste sono state attivate immediatamente, la squadra antincendio interna è immediatamente intervenuta per gestire la problematica allertando i Vigili del fuoco che in meno di 40 minuti dal momento della segnalazione hanno raggiunto l’ospedale e domato le fiamme.

L’assessore provinciale alla salute, nel ringraziare l’operato di tutti coloro che sono intervenuti, ha spiegato come il sistema dell’emergenza abbia reagito prontamente e permesso di risolvere il problema in tempi molto ridotti ed evitare danni peggiori. L’assessore ha quindi concluso ricordando che la Provincia ha riservato risorse importanti per implementare il programma antincendio dell’ospedale in quanto, pur essendo finalmente partito l’iter per la costruzione del Nuovo ospedale universitario, è necessario prestare massima attenzione e fornire risorse adeguate per garantire la massima efficienza del nosocomio attuale e la sicurezza per lavoratori e pazienti.

Al momento sono in corso le attività di bonifica, pulizia e controllo dell’unità operativa e non ci sono interruzioni nelle attività di ricovero dell’ospedale. Per precauzione i pazienti ricoverati nelle stanze al piano superiore dell’area interessata dall’incendio sono stati spostati in un'altra ala del reparto. Al piano inferiore, invece, è stata inibita l’attività della sala operatoria. L’attività ambulatoriale di endoscopia digestiva è stata sospesa e le colonscopie prenotate per la giornata odierna saranno effettuate in altre sedi dell’unità operativa e sarà riprogrammata l’attività in collaborazione con gli altri ospedali (Borgo, Arco e Rovereto); l’ospedale di Rovereto coprirà le urgenze di endoscopia e gastroenterologia.

“La segnalazione del principio d’incendio – ha spiegato la comandante dei Vigili del Fuoco di Trento Ilenia Lazzeri - è arrivata due minuti dopo le sei. Il corpo permanente ha immediatamente attivato tutto il personale presente in caserma e richiesto la collaborazione al corpo dei vigili del fuoco volontari di Pergine (per il supporto con l’autoscala) e ai corpi volontari di Gardolo e Povo per effettuare la copertura in caso di ulteriori segnalazioni in città. Il personale è arrivato tempestivamente al presidio ospedaliero ed è intervenuto per “attaccare” il principio d’incendio sia dall’esterno che dall’interno della struttura. Grazie anche al personale dell’azienda sanitaria e alla collaborazione creata 'in tempi di pace', la macchina del soccorso si è attivata velocemente e alle 6.40 le fiamme erano già estinte. Dopo lo spegnimento, il nostro personale ha svolto sopralluoghi assieme a quello dell’ospedale. Ora saranno necessarie attività di bonifica, il corpo permanente fornirà supporto all’azienda sanitaria per rimuovere materiali e le attrezzature danneggiate o da verificare”.

“Il primo allarme in ospedale è scattato poco prima delle 6 – ha ribadito l’ingegner Debora Furlani, direttrice del dipartimento infrastrutture dell’Apss -. Immediatamente il personale formato all’interno dell’ospedale ha verificato come l’area di endoscopia del secondo piano fosse invasa dal fumo. L’Incendio, sviluppatosi nella sala endoscopica dell'area ambulatoriale le cui cause sono in via di accertamento, ha interessato tutto il blocco B del secondo piano e ha danneggiato in maniera importante sia le finiture della struttura sia le attrezzature che dovranno essere in parte smaltite, in parte bonificate e verificate ed eventualmente rimesse all’opera. Il sistema di rilevazione incendi ha funzionato perfettamente ed è stato possibile confinare il principio d’incendio in quel comparto della struttura. Per precauzione una parte della degenza ginecologica è stata spostata nella rimanente parte del reparto allo stesso piano. Al piano superiore sono stati chiusi due ambulatori di oculistica. Attualmente abbiamo attivato le procedure di bonifica dell’area per verificare in maniera puntuale quali e quante delle attrezzature siano ancora in buone condizioni per essere riutilizzate. Per il ripristino dell’attività saranno necessari un paio di mesi”.

“Il reparto gestisce 28 pazienti quotidiani – ha riferito il direttore dell’ospedale Michele Sommavilla - tra gastroscopie e colonscopie che sono stati trasferiti negli altri ospedali della provincia – Rovereto, Arco e Borgo Valsugana – mentre le urgenze sono state spostate tutte a Rovereto. Sono state sospese cautelativamente alcune attività ai piani superiori, l’ambulatorio oculistica e reumatologico, ma sono garantite le urgenze e gli interventi non procrastinabili. Durante l’evento abbiamo limitato i flussi dei pazienti lungo gli accessi della palazzina e così sarà per prossimi giorni. Riorganizzeremo l’attività ordinaria sugli altri ospedali trasferendo medici e infermieri e garantendo orari di apertura più lunghi. Ci stiamo attrezzando per spostare la sala emergenze in un’altra area”.

Ha speso parole di elogio per lo svolgimento delle operazioni anche il direttore generale dell’Apss Antonio Ferro: “Sono molto soddisfatto che non sia stato coinvolto nessuno né tra i pazienti né tra gli operatori – ha affermato -. Aver risolto il problema in così poco tempo dimostra che quando accadono gli eventi negativi il sistema è capace di reagire con rapidità e competenza. Ora viene la parte difficile, ovvero dare risposta agli utenti in un momento di difficoltà, ma grazie all’idea vincente di ospedale diffuso riusciremo a smaltire le liste d’attesa che si andranno a creare e confermare l’efficacia del sistema sanitario trentino. Se non ci fossero gli altri nosocomi, ora Trento sarebbe fermo e i nostri pazienti avrebbero dovuto spostarsi a Bolzano, Verona, o in altre strutture del Veneto”.
Ultimo aggiornamento: 24/04/2024 19:44:10
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