Il forno, fermo dagli anni Novanta, è stato riacceso a dicembre 2015.
DAL PAN NER
Per le popolazioni di montagna la segale ha svolto, nei tempi passati, un ruolo fondamentale perché è stata alla base della loro alimentazione e della gestione del territorio. La riscoperta di questo cereale minore e della sua farina non è semplicemente un omaggio al passato ma anche uno degli aspetti di un percorso che, dopo decenni di vero e proprio oblio, sta portando nuove generazioni di agricoltori e produttori al recupero consapevole delle tradizioni e delle identità locali, ispirato a valori di sostenibilità ambientale, rispetto del territorio, valorizzazione dei saperi antichi e della dimensione artigianale.
La Festa de Lo Pan Ner rende omaggio a tutto questo, coinvolgendo attivamente le piccole realtà agricole che hanno scelto di recuperare la coltura della segale e di altri cereali minori quasi scomparsi, i piccoli produttori di farine antiche e i fornai che tengono viva la tradizione del pane nero, ancora molto amata in questi territori.
ASSOCIAZIONE CODA DI LANA-LORITTO di MALONNO-VAL CAMONICA. MALONNO
L'Associazione Codadi Lana-Terra Camuna, organizza l'annuale incontro, negli anni scorsi questa importante realtà raccoglieva anche la Lana, mentre quest'anno non è stata raccolta perché l’ azienda che ritirava la lana è andata in crisi ed ha chiuso, Vista l’importanza per il settore agricolo di avere un centro di lavaggio per l’utilizzo della lana, come c’è in Alto Adige o in Val Verzasca si auspica che le istituzioni si attivino per scongiurare la chiusura del cento di raccolta della lana di Gandino, anche perché smaltirla “legalmente” come rifiuto costerebbe 100-200 euro al quintale, cifra piuttosto alta: che un bene pregiato debba finire tra i rifiuti con costi di smaltimento è sconcertante, le possibilita’ di reimpiego sono molteplici: materassi, cuscini, cappelli, coperte,trapunte e una bellissima realizzazione di codadilana, il lettino “Montessori”
E' da qualche anno che l’associazione Coda di lana organizza punti di raccolta in vari comuni della Valcamonica in occasione della tosatura primaverile. L’associazione ha un progetto ben chiaro: raccogliere la lana che i pastori camuni sono costretti a considerare e a trattare come un rifiuto e farne materia prima che le mani esperte di Maria, le due Silvia e Marina trasformeranno in cappelli, mantelline, trapunte, guanti, contenitori vari. Si infeltrisce, si tesse, si fila e si realizza. La lana torna ad essere un prodotto da utilizzare e non più un rifiuto di cui disfarsi. Riparte una filiera, piccola, ancora iniziale ma che potrebbe svilupparsi riconnettendosi a quella cultura e tradizione che tanta parte hanno avuto anche in Valcamonica
L’ALLEVAMENTO FAMILIARE DELLE PECORE
Nell’economia delle famiglie contadine dell’alta Valle Camonica, accanto al bestiame bovino si allevava anche bestiame minuto, soprattutto pecore, giusto 4 o 5, che fornivano lana e carne. Durante l’inverno, rinchiuse nello stalèt, consumavano il foraggio che le mucche rifiutavano e lasciavano nel fondo della mangiatoia e il fieno scadente rimasto nel fienile o la festuca falciata d’estate sulle rocce e le morene. Le famiglie poi formavano un consorzio scegliendo un pastore cui affidare le pecore, pagando la mercede in denaro per la sorveglianza.
AL CONVEGNO DI SABATO SI PARLERA' DI LATTE DI MONTAGNA
Ciò è noto da tempo ai conduttori e ai casari d’alpe, e trova conferma in numerosi studi scientifici condotti soprattutto dai ricercatori dei Paesi situati sui versanti alpini, in particolare Francia, Svizzera e Italia. Gli studi effettuati sui formaggi di montagna hanno consentito di individuare alcune molecole che sono trasferite direttamente nel latte e nel formaggio dalle diverse varietà di erbe che costituiscono la dieta degli animali.
Molto attese sono le prelazione dell'archeologo Ausilio Priuli e del professor Michele Corti. Ausilio Priuli parlerà anche di un villaggio scomparso in quel di Malonno, mentre il professor Corti dei “Barolc”, pastori che dalla Val Saviore andavano in pianura a “svernare” e della transumanza dalla Valle alla Pianura, come documentato e illustrato anche dal Maestro Dimo Marino Tognali di Vione nelle sue ricerche.
Ausilio Priuli interverrà sulla recenti ricerche archeologiche di superficie condotte soprattutto in Alta Valle Camonica hanno permesso di cogliere come nella preistoria la montagna fosse assiduamente frequentata e, soprattutto dall’Età del Bronzo in poi, densamente antropizzata.
Attività venatoria, estrattiva di minerali, di raccolta e attività pastorale hanno lasciato segni indelebili della presenza umana e soprattutto numerose tracce di insediamenti umani permanenti e stagionali, dalle basse quote di fondovalle fino alle alte quote delle praterie alpine. L’individuazione di tracce di villaggi sui terrazzi pensili di mezza costa permette di capire che in quegli spazi veniva monticato il bestiame.
Dalle ricerche risulta altresì evidente che erano in atto regole ben definite di utilizzo degli spazi fruibili di competenza di ogni comunità che aveva i propri insediamenti stabili sul fondo Valle, spesso anche di notevoli dimensioni.